48 anni fa il giovane sub romano Stefano Mariottini si immerse nel Mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina e rinvenne a 8 metri di profondità le statue dei due guerrieri
“…dichiara di aver trovato il giorno 16 c.m. durante una immersione subacquea a scopo di pesca, in località Riace, Km 130 circa sulla SS Nazionale ionica, alla distanza di circa 300 metri dal litorale ed alla profondità di 10 metri circa, un gruppo di statue, presumibilmente di bronzo”. Se ad agosto mezzo mondo, compreso quello dell’arte, pare fermarsi per riprendere fiato, la regola non vale sempre. Non valse nel 1972, quando l’ambiente fu messo in subbuglio da uno dei ritrovamenti più clamorosi dell’archeologia recente. Quello dei Bronzi di Riace, a cui si riferisce il brano citato, dalla denuncia depositata dal sub Stefano Mariottini presso la Soprintendenza alle antichità della Calabria a Reggio.
Il giovane sub dilettante romano si immerse nel Mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina e rinvenne a 8 metri di profondità le statue dei due guerrieri. L’attenzione del subacqueo fu attratta dal braccio sinistro di quella che poi sarebbe stata denominata statua A, unico elemento che emergeva dalla sabbia del fondo. Per sollevare e recuperare i due capolavori, i Carabinieri del nucleo sommozzatori utilizzarono un pallone gonfiato con l’aria delle bombole. Il 21 agosto fu recuperata la statua B, mentre il giorno successivo toccò alla statua A.
I dettagli del ritrovamento emergono dal seguito della denuncia: “Le due emergenti rappresentano delle figure maschili nude. L’una adagiata sul dorso, con viso ricoperto di barba fluente, a riccioli, a braccia aperte e con una gamba sopravanzanta rispetto all’altra. L’altra statua risulta coricata su di un fianco con una gamba ripiegata e presenta sul braccio sinistro uno scudo. Le statue sono di colore bruno scuro salvo alcune parti più chiare, si conservano perfettamente, modellato pulito, privo di incrostazioni evidenti. Le dimensioni sono all’incirca di 180 cm.”.