In Marocco, Asmaa Hamzaoui e il suo gruppo Bnat Timbouktou sfidano la misoginia per rinnovare la tradizione della musica Gnawa, fatta di suoni bassi del sintir, canti ad antifona, battito di mani e percussione di cembali. Il video di Arte in italiano racconta la sua coraggiosa storia.
Gruppo etnico presente in Marocco e in altre regioni del Maghreb, gli Gnawa discendono dagli antichi schiavi neri provenienti dai paesi dell’Africa subsahariana. Legata a questa popolazione, l’omonima confraternita mistica, devota al padre del sufismo ʿAbd al-Qādir al-Jīlānī, pratica antichi riti a base di musiche dai ritmi ipnotici e dai versi mistici. Spesso chi vi partecipa è coinvolto al punto di raggiungere lo stato di trance.Insieme alla musica, anche la danza viene impiegata per evocare forze spirituali capaci di estirpare il male, curare malattie psichiche o guarire le punture degli scorpioni.
Con il passare del tempo, questo genere ha varcato i confini della confraternita per diffondersi tra la popolazione e raggiungere il successo internazionale. A praticarla sono quasi esclusivamente uomini, molti dei quali pensano che la donna non abbia posto sul palco. Ma in Marocco, Asmaa Hamzaoui e il suo gruppo al femminile Bnat Timbouktou non si sono lasciate scoraggiare da queste idee: hanno sfidato la misoginia per portare una ventata d’aria fresca nella rigida tradizione della musica Gnawa.