Le monete, alcuni le collezionano, altri non vedono l’ora di liberarsene, ma perché si chiamano così? Come sono comparse nelle nostre vite? Perché sono così importanti?
Perché si chiamano “monete”? Tutta colpa della dea Giunone! Tito Livio racconta che i Galli, guidati da Brenno, dopo aver stretto d’assedio Roma, mirarono a conquistare il Campidoglio, in quel momento rifugio dei Romani (390 a.C.). L’invasione venne sventata da alcune oche che col loro starnazzare svegliarono i difensori del colle: primo tra tutti Marco Manlio Capitolino che diede l’allarme e respinse i primi aggressori. Nello stesso punto in cui sorgeva la sua casa venne costruito un tempio dedicato a Giunone Moneta, dal verbo latino monēre, ammonire, avvisare: lei avrebbe svegliato le oche. Successivamente, nelle vicinanze, venne costruita la prima zecca di Roma: il termine moneta indicò prima il luogo di produzione, la zecca, poi l’oggetto prodotto, la moneta.
Come siamo giunti alla moneta? In principio c’era il baratto, un sistema basato sullo scambio di doni e contro-doni poi sostituito dalla moneta naturale. Il baratto aveva dei limiti, bisognava stabilire un parametro di valore: venne così scelto un bene presente in natura: per i maya i chicchi di cacao, nell’isola di Pasqua le pietre, in Cina le conchiglie, in occidente il bestiame. Ma il baratto non è scomparso, costituisce ancora oggi un’alternativa: ad esempio in Germania, dopo la prima guerra mondiale, a causa dell’inflazione gli stipendi venivano pagati in natura (uova, latte, sigarette). Gli animali hanno limiti insiti nella loro stessa natura, si cercò un altro elemento facile da accumulare, trasportare, separare e che fosse resistente: arrivarono così i metalli. All’inizio erano semplici pani/lingotti, poi assunsero le forme di oggetti d’uso quotidiano, le cosiddette monete utensili: rasoi, vanghe, asce, spiedi.
Quando compaiono in Occidente le prime monete di Stato? Secondo la tradizione letteraria il primato dell’invenzione della moneta se lo contenderebbero il re lido Creso e il re di Argo Fidone. Opinione diffusa vuole che quest’ultimo non abbia introdotto la moneta a Egina, quanto stabilito un sistema ponderale di pesi e misure. L’archeologia ci viene in soccorso: i più antichi esemplari sono stati rinvenuti a Efeso, in Turchia, nell’Artemision, una delle sette meraviglie del mondo antico (il tempio dedicato alla dea Artemide ricostruito dal re di Lidia Creso nel 560 a.C.). Dopo molte peripezie, agli inizi del Novecento, gli scavi hanno portato alla luce il più antico ripostiglio di monete: novantatré pezzi, diversi tra loro, che vengono successivamente studiati e suddivisi in tre gruppi indicanti il passaggio da una produzione privata a una di Stato. Edward S. G. Robinson, il capo del Dipartimento di monete e medaglie del British Museum negli anni ’50, notò che tutti i rovesci delle monete presentano il quadrato incuso, esito del punzone, mentre i diritti sono diversi tra loro: all’inizio sono lisci, poi striati, infine caratterizzati da diversi tipi: si cercarono dei simboli rappresentativi e identificativi, una volta scelto il tipo non si cambia (ad esempio Mileto il leone retrospiciente, Focea la foca, per Atene sarà la civetta). Gli studi di Robinson collocano l’invenzione della moneta nell’ultimo quarto del VII secolo a.C., ipotesi non da tutti condivisa. Questo è solo l’inizio, la moneta si evolse fino ad arrivare ai giorni nostri.
Bibliografia
- Arslan, La numismatica antica, Il Mulino, Bologna, 2005.
- Cantilena, La moneta in Grecia e a Roma. Appunti di numismatica antica, Monduzzi editore, Milano 2011.
- Savio, Monete romane, Jouvence, Milano 2014.
Referenze fotografiche
- Henri-Paul Motte, Oies sacrées du Capitole, 1889, olio su tela, 32×46 cm.
- 1/3 di statere, Lidia: Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com
D\ Testa di leone ruggente con sulla fronte un sole a più raggi
R\ Doppio quadrato incuso
- Tetradrammo, Atene: Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com
D\ Testa elmata della dea Atena verso destra
R\ ΑΘΕ, civetta stante su ramo volta a destra; sopra ulivo e crescente