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Il presunto natale ebraico e le sviste de il Fatto Quotidiano

Per quello che riguarda il problema degli ebrei ultraortodossi, perché il Fatto Quotidiano non chiede un articolo a Beppe Grillo?

16 settembre. Ogni mattina scelgo in edicola vari quotidiani, e qualche volta anche il Fatto Quotidiano, organo di comunicazione al servizio di settantamila lettori. A differenza di altri quotidiani italiani, come il Corriere della Sera o il Sole 24 Ore, questo, fondato da Antonio Padellaro e diretto dall’eroe televisivo Marco Travaglio, le notizie devono rappresentare già opinione. Filosofia di comunicazione di per sé, a mio parere, piuttosto nociva.

Il Fatto Quotidiano scrive quello che gli altri non scrivono”, cosi recita il motto promozionale, e il 16 settembre si meritava il commento “e meno male!”  poiché, come se nulla fosse, nella pagina della politica estera c’era un refuso incredibile.

Il Covid dilaga, gli ultraortodossi non intendono rinunciare al loro stile di vita e alle cerimonie del Natale

Ho pensato che fosse colpa del titolista. Ma no! L’ignoto redattore scrive:

Da venerdì si inaugura in Israele il periodo natalizio con la festa di Rosh Hashana

Ma allora, Marco Travaglio con il suo sarcasmo giudicante e con la sua supponenza di Robespierre televisivo, dove era nel momento in cui in redazione liberava la pagina? O ha bisogno che gli ricordi che gli ebrei, tra le loro festività, non hanno il Natale, in quanto non hanno riconosciuto l’ebreo Gesù di Nazareth come Messia. (E per questo, detto fra parentesi, molto male gliene incolse a tutto il popolo ebraico). Nel calendario dell’anno lunare ebraico – vedere per credere su svariati siti internet – lungo il quale si susseguono le scadenze rituali, Rosh (in italiano: capo) Hashana (in italiano: dell’anno) è il Capodanno e basta.

Infine, per quello che riguarda il problema degli ebrei ultraortodossi, perché il Fatto Quotidiano non chiede un articolo a Beppe Grillo? La comicità potrebbe rappresentare un balsamo per i suoi redattori e per il Covid.

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