Intervista a Giovanni Gastel. Fino al 22 novembre il maestro dell’obiettivo espone 200 ritratti allo Spazio Extra Maxxi a Roma con la mostra The People I Like. Da Barack Obama a Marco Pannella, da Bebe Vio a Monica Bellucci: oltre 200 “ritratti dell’anima” del maestro
“The People I Like” racconta il mondo di Giovanni Gastel, “le persone che mi hanno trasmesso qualcosa, insegnato, toccato l’anima e per me questo non dipende dalla loro origine, estrazione sociale, gruppo di appartenenza o altro. L’anima è qualcosa di unico, indipendente e, come tale, non segue nessuno schema predefinito, come il cuore”.
Fotografo di moda e fine ritrattista, poeta e scrittore, nella mostra allo Spazio Extra MAXXI di Roma, Giovanni Gastel con la curatela di Uberto Frigerio e l’allestimento di Lissoni Associati presenta un labirinto di volti selezionati in 40 anni di carriera, quasi tutti in bianco e nero e riassume una moltitudine di incontri e di personaggi in ogni ambito, dalla politica, alla musica, dal design, all’arte e, dallo spettacolo alla moda, allo sport.
Un caleidoscopio di fotografie che si sviluppa in circa 125 metri di lunghezza attraverso pareti mobili di tre metri d’altezza. “Una mostra molto ben fatta, spettacolare. Sono 200 ritratti esatti. E rappresentano anche uno scambio di seduzione in qualche modo perché The people I like descrive la gente che mi piace in assoluto, le persone che, durante lo scatto, mi hanno trasmesso delle sensazioni forti, mi hanno lasciato entrare, al di là dell’apparenza” commenta l’autore.
“Io, fotografo, sono come un filtro. Tutte queste persone mi hanno aperto in un certo senso il loro cuore e mi hanno fatto vedere un lato che normalmente non fanno vedere e anche dai commenti che ricevo, quasi tutti lo notano. Per me è come vedere le persone un po’ più profondamente rispetto alla loro veste normale”.
Il percorso espositivo non segue un ordine preciso o cronologico. “Con Frigerio, il mio curatore, abbiamo fatto una scelta più vicina a come io vivo, alla mia vita molto disordinata e così in mostra non c’è nessun ordine, tipo il politico da una parte o gli architetti dall’altra, ma è in un certo senso la rappresentazione di come ho vissuto sempre in questa specie di accelerazione folle e in questa specie di bulimia fotografica dove, in 10 anni ho realizzato quasi 2 mila ritratti”.
Autentico, spontaneo, osservatore acuto, sensibile, Giovanni Gastel consacra il ritratto a opera artistica e narra il suo fotografare e la sua indagine personale e particolare: “Sono velocissimo, ci metto pochi minuti e sento quando la foto c’è e, qualche volta, bastano solo tre scatti.
Come metto a proprio agio i personaggi? Ci sono un po’ di artifici, li faccio molto ridere e quando mi chiedono cosa fare, gli dico di non fare assolutamente nulla e diventano molto tranquilli, è proprio come una danza di seduzione dove accarezzo, faccio, muovere la testa al soggetto, metto le luci, offro da bere e poi li riporto sul set. E non è mai un momento statico, ma fa parte di un procedimento seduttivo dove recito anche poesie.
E quando il personaggio sul set è entrato nel mio mondo e vedo che le sue difese sono calate, entro con la mia macchina. Penso che un ritratto d’autore dia una lettura anche interessante per il soggetto, un po’ nuova. Una ragazza una volta mi ha scritto che più che un ritratto per lei è stato un corso di autostima”.
Luminosi e perfezionati
E la danza intorno a ogni anima disegna obiettivi psicologici e spirituali. “Il mio mestiere è rendere tutti luminosi e perfezionati. Quando noi risorgeremo, come sarà il corpo del vecchio o quello del bambino? Leggevo con mia madre testi sacri da piccolo e la risposta era che saremo luminosi e perfezionati. E io, senza voler rubare il mestiere a nessuno, cerco di fare questo.
Luminosi: nei miei ritratti c’è come una illuminazione da dentro e poi Perfezionati, cioè mettere tutti nella migliore condizione che non significa trasformare volti ed esagerare con photoshop ma usare toni e illuminazioni particolari, maturati dopo decine e decine d’anni di esperienza (quando non esisteva ancora photoshop)”.
Colli alti neri
La mostra si conclude in un lungo corridoio dedicato a a una serie di colli alti neri. “Nella foto di moda il protagonista è il vestito e nel ritratto invece l’essere umano diventa il protagonista assoluto. Così abbiamo allestito una galleria di 80/90 foto in cui ho azzerato completamente la moda mettendo a tutti un maglione a collo alto per far risaltare la personalità. La foto è da un punto di vista strutturale sempre la stessa ma evidenzia le differenze che ognuno ha in sé”.
E proprio in fondo a questa sequenza, spicca l’immagine del suo barboncino nero con collo alto nero “e molto naturale” precisa Gastel. La galleria di attori, cantanti, chef, designer, personalità della politica e dello sport, dell’arte e della musica sfila davanti agli occhi dei visitatori. E per l’artista milanese è come averli ancora sul set.
Una carrellata di sei ritratti, da Celant a Bebe Vio
Germano Celant. “Era come fotografare un fratello, è sempre stato facile con lui , l’ho fotografato tante volte anche con suo figlio piccolo, un’amicizia che è durata 15 anni , è stata profonda e mi ha formato tantissimo”.
Marco Pannella. “L’ho fotografo purtroppo nell’ultima settimana della sua vita, nella piccolissima casa romana dove viveva, un sottotetto con pochissima illuminazione perché la casa era molto piena e non si riusciva a far entrare delle luci. Lui era seduto su una poltrona ed era molto affettuoso e molto caro, e gli ho fatto fare con una nuvola di fumo un po’ come l’ultima fiammata del drago”.
Zucchero Fornaciari. “Un rapporto molto diretto e molto semplice anche se i cantanti noti se vengono da me cambiano un po’ il loro atteggiamento, conoscono già il mio lavoro e sono pronti a giocare questo gioco della fotografia con me. Ha portato un cappello che gli avevano fatto fare i suoi fan. Ho cercato di farlo vedere anche come un bell’uomo, sfatando un po’ la sua immagine un po’ sporca, un po’ incasinata e poi il ritratto l’ha usato come copertina del suo disco Partigiano reggiano.
Vasco Rossi. “Arriva in studio molto nervoso e irrequieto. Entra e chiede subito cosa deve fare. Devo sedermi? Devo stare in piedi? E se voglio sdraiarmi? E io: Vasco, ti chiedo solo di non recitare per cinque minuti! ”.
Bebe Bio. “Non sei una ragazza menomata ma sei un supereroe, le dico. Sei come saremo tutti tra 200 anni quando ci cambieranno i pezzi e da te non voglio il lato commovente ma voglio la tua grinta da eroina e lei l’ha capito benissimo”.
Barack Obama. “L’ho incontrato prima di una sua grande conferenza in Fiera ed ero invitato con un po’ di milanesi per conoscerlo. E poi ho avuto l’occasione di fotografarlo ed è venuta fuori quella sua risata meravigliosa. E, oltre a esibire un sorriso bellissimo, è un uomo di grande eleganza ed è stato piacevolissimo fotografarlo”.
GIOVANNI GASTEL. The people I like
15 settembre – 24 novembre 2020
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni 4A – 00196 Roma
www.maxxi.art