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Gli Assessori alla Cultura contro Conte: giù le mani da cinema e teatri!

Cinema e Teatri chiusi Courtesy Foto di Andreas Glöckner da Pixabay
Cinema e Teatri chiusi
Courtesy Foto di Andreas Glöckner da Pixabay

Gli Assessori alla cultura delle principali città (e non solo) – tra cui il Vice Sindaco di Roma Luca Bergamo – scrivono una lettera aperta al Presidente del Consiglio. Per ripensare la sospensione degli spettacoli dal vivo. E lanciano una petizione online: “Teatri e cinema sono i luoghi più sicuri insieme ai musei. Nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali”

Gli Assessori alla Cultura contro la decisione del Governo sulla chiusura di Cinema e Teatri

Immediatamente dopo la conferenza stampa di domenica con la quale il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava agli italiani le misure del nuovo Dpcm del 24 ottobre, il Vice Sindaco di Roma e Assessore alla Cultura Luca Bergamo ha pubblicato una lettera aperta sul sua pagina Facebook.

Indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri – oltre che al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, al  Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo e al Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli -, la lettera è  firmata anche dagli Assessori alla Cultura di molte città italiane. Tra le quali Firenze, Milano, Torino, Napoli, Venezia e Genova.

Evitare il tracollo

Si tratta di un vero e proprio appello a ripensare quanto stabilito  dall’ultimo Dpcm in ordine alla sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto. Come è noto, si tratta di un settore che si trovava già in enormi difficoltà a causa delle precedenti chiusure del lockdown di marzo. E dell’afflusso di pubblico contingentato per rispettare le necessarie regole di distanziamento personale. È di pochi giorni fa la suggestiva manifestazione dei Bauli in Piazza Duomo a Milano. Una sorta di performance dove i bauli delle attrezzature sembravano tante inquietanti casse nere, che era già un grido di aiuto per un comparto, quello dell’industria dello spettacolo dal vivo, che già faceva fatica a rialzarsi.

La sospensione stabilita dal nuovo Dpcm rischia dunque di dare il colpo finale ad un settore già al collasso. Il Premier Conte ha annunciato una serie di aiuti finanziari a tutti gli operatori danneggiati dalle nuove misure. Ma difficilmente si riuscirà ad evitare il tracollo che già si prefigura all’orizzonte per molte attività che operano nel comparto degli spettacoli dal vivo.

“Teatri, cinema non sono veicolo di focolai del virus”

Per questo motivo, gli assessori alla cultura delle principali città italiane (e non solo) hanno rivolto al Presidente del Consiglio un appello. Affinché affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto. Soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica.

Bergamo e gli altri firmatari della lettera, infatti, sottolineano come non si intenda in alcun modo sottovalutare la necessità di porre un freno alla curva epidemiologica della circolazione del virus nel nostro paese ma chiedono di riflettere sui dati che dimostrano come  “proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese. Insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto”.

Richiesta di ammortizzatori sociali “concreti ed efficaci”

Inoltre gli Assessori chiedono anche “nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali. Concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo. Con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà. Che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre”.

Ovviamente, tutti si sono detti disponibili  “a concertare misure per rendere ancora più efficaci e sicure le riaperture dei luoghi di spettacolo delle nostre città e di tutta Italia“.

Luca Bergamo contro la chiusura di musei e teatri
Luca Begamo – Foto Facebook

La vita culturale diritto fondamentale dei cittadini: La Carta di Roma 2020

Ricordiamo che i vari assessori durante il lockdown sono stati letteralmente sommersi dalle richieste di aiuto dei vari operatori dell’industria dello spettacolo dal vivo. Il Vice Sindaco Bergamo nello specifico – per ovvie ragioni dato il ruolo centrale di Roma nell’ambito del comparto culturale – aveva raccolto le istanze dei principali protagonisti con vari incontri tramite piattaforme digitali. Del resto, l’Assessore alla Crescita Culturale di Roma è un convinto sostenitore della fruizione della cultura come un diritto fondamentale e imprescindibile dei cittadini. Promotore tra l’altro de “La Carta di Roma 2020″, che impegna i governi delle città ad assumere l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli per assicurare che ciascuno possa esercitare liberamente il diritto di partecipare alla vita culturale della propria comunità. È una carta di principi che salda quelli espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti umani con altri della nostra Costituzione. E rende esplicita la responsabilità dei governi delle città e delle istituzioni culturali di dare loro concreta attuazione.

Proprio nella missiva indirizzata al governo si sottolinea l’importanza della condivisione culturale per i cittadini, soprattutto in un momento  come questo:

“nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali”.

Anche il Sindaco di Milano contro la chiusura di Cinema e Teatri

Anche il Sindaco di Milano Beppe Sala si è schierato contro la decisione di sospendere gli spettacoli dal vivo in un post Facebook. Dove ha scritto:

“Ieri il Capo dello Stato ha richiamato a uno spirito di “leale e fattiva collaborazione fra le Istituzioni della Repubblica”. E io così farò. Ma non posso dire di condividere le norme del DPCM sullo spettacolo”.

Creata una petizione online

Per dare maggiore forza all’appello, è stata creata una petizione online – dove potete leggere il testo integrale della lettera – che tutti i cittadini contrari alla chiusura di cinema, teatri e sale da concerto, possono firmare cliccando QUI.

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