E’ in arrivo l’asta di Christie’s “Thinking Italian Milan” che si terrà il 4 ed il 5 novembre 2020 a Palazzo Clerici, nel capoluogo lombardo (non si ancora se in versione live od online, siamo in attesa delle direttive del nuovo DPCM).
L’aspettativa (per un totale di 113 lotti) è 6,9 milioni di euro (stime minime). La speranza è che possa andare diversamente dall’edizione londinese dello scorso 22 ottobre, quando la ”Thinking Italian: Modern Italian Art and Design Evening Sale” ha visto uno dei totali più bassi da anni per una vendita italiana con 5,321,250 sterline, ben al di sotto dei 9,7- 14 milioni di sterline di stima pre-vendita, 13 lotti invenduti e 2 ritirati su 32 in catalogo.
Tra gli unsold eclatanti la “Contraerea” di Pino Pascali, che era offerta a 2,5-3,5 milioni di sterline. L’altro grande top lot annunciato prima della vendita, la scultura di Lucio Fontana “Concetto spaziale forma” presentata con la stessa stima, è stato ritirato prima della vendita. Stessa sorte per il tavolo con sedie disegnato da Carlo Mollino per la sala da pranzo progettata per la casa Ada e Cesare Minola, del 1946, che era stimato £1,200,000 – £1,800,000.
E’ stata la XX edizione dell’asta tematica di arte italiana del XX secolo di Christie’s. Nel corso del tempo ha cambiato nome e si è evoluta nel contenuto. La prima edizione di quella che allora era nota come “Italian Sale” risale all’inizio degli anni Duemila. Negli ultimi anni è diventata “Thinking Italian” e, nel 2020, ha unito per la prima volta l’arte italiana del XX secolo, in particolare quella degli anni ’50 e ’60, e il Design nello stesso catalogo serale. I cambiamenti non sono bastati per assicurare il successo alla vendita e per le “ex Italian Sale” sarebbe necessario un ulteriore rinnovamento, magari guardando oltre l’arte degli anni ’50 e ’60. Forse è il momento puntare sul Contemporary italiano, oltre che sul moderno super storicizzato, selezionando lavori eseguiti negli ultimi trent’anni.
Ma, come Alessandro Manzoni scrive ne I Promessi Sposi, “Non bisogna poi spaventarsi tanto: il diavolo non è brutto quanto si dipinge”. E anche questa vendita ha visto qualche guizzo. Così, ad esempio, il blocco monocromatico di colore azzurro di Alighiero Boetti intitolato “Celant” del 1967, un tentativo di immortalare l’allora ventisettenne storico dell’arte italiano Germano Celant morto lo scorso aprile, era offerto a 35-45 mila sterline, ma i rilanci sono saliti fino alla battuta finale di ben 450 mila sterline! E sempre di Boetti una “Mappa” del 1984 ha realizzato il prezzo più alto della serata italiana con l’aggiudicazione a 1,702,500 sterline.
Un altro arazzo di questo artista è stato scelto come copertina del catalogo della “Thinking Italian Milan” in arrivo. Il “Senza titolo (Uno nove sette otto)” è stato realizzato nel 1978 e stima €350.000-500.000. E’ a partire dai primi anni ’70 che i giochi di parole realizzati su tessuto si sviluppano in concomitanza con le sue Mappe: anch’esse utilizzavano il ricamo per catturare il flusso dei meccanismi che regolano la comunicazione umana.
Renato Pennisi (International Senior Specialist, Director, Christie’s Italia) racconta la natura della vendita del 4 novembre con queste parole: «La caratteristica dell’asta è offrire nomi di artisti consolidati dal punto di vista della storia dell’arte, ma che costituiscono la seconda o la terza fila da un punto di vista commerciale. Offre diversi punti prospettici, da un accenno di Futurismo, fino ad artisti contemporanei come Stefano Arienti, Gallo, Maria Lai». Aggiunge Elena Zaccarelli (Head of Sale, Thinking Italian Milan, Specialist, Christie’s Italia): «Questa edizione è più che mai una edizione pensata come un viaggio all’interno del XX secolo, adatto a tutti. E’ un’asta che ci piace definire “Asta Boutique”».
Tra i top lot il “Paesaggio anemico I” di Mario Schifano del 1964 (600-800 mila euro), una tela di grande dimensioni che si trova da più di 50 anni nella stessa collezione privata. La sua ultima apparizione pubblica è del 1974, un anno importate per la carriera di Schifano per la sua mostra a Parma alle Scuderie della Pilotta. Altro top lot è la scultura in terracotta con ossidi e smalti intitolata “Presagio” di Leoncillo del 1959 (350-500 mila). Leoncillo è uno degli scultori più raffinati ma anche “commerciali” del secondo dopoguerra e dal 2018 è diventato a pieno titolo un artista internazionale. L’opera in asta ha una “sorella” che si trova nella collezione dello storico proprietario della galleria L’Attico.
Un altro ritrovamento importante è il raro dittico di Salvatore Scarpitta intitolato “Croce di San Martino” (500-700 mila), acquisito direttamente dall’artista e rimasto da allora nelle mani dell’attuale proprietario. Fa parte del ciclo iniziato nella metà degli anni Cinquanta di strisce di bende e vari materiali che l’artista stende o intreccia sui sopporti di tela. Tra la Evening e la Day Sale si possono individuare dei percorsi tematici nell’asta. Uno è quello delle ceramiche, che negli ultimi anni hanno dimostrato di avere un mercato solido che ha reagito molto bene e con buoni risultati. Lucio Fontana e Fausto Melotti sono i migliori rappresentanti del genere. Del primo una scultura spaziale stima 80-120 mila euro e una formella del 1954 90-130 mila. Non mancano anche i grandi maestri dell’arte moderna. Citiamo Osvaldo Licini con “Amalassunta su fondo blu” (80- 120 mila), Massimo Campigli con “Gioco col filo” (90-130 mila) e Giacomo Balla presente nell’asta serale con una carta del 1914 (“Velocità Astratta n. 2”, 80-120 mila).
Non resta che aspettare e vedere se il taglio dell’edizione milanese dato alle aste del format “Thinking Italian” troverà anche quest’anno l’appeal degli anni passati, come è stato per l’edizione di aprile 2019, che ha visto il 100% dei lotti aggiudicati nell’asta serale e un totale di oltre 13,9 milioni di euro (Evening & Day).
4-5 novembre 2020
Christie’s
Palazzo Clerici, Milano