Print Friendly and PDF

Suite n°5: un libro raccoglie lo sguardo di cinque fotografi sul lockdown 

© Lorenzo Cicconi Massi
© Lorenzo Cicconi Massi

Come un insieme di melodie suonate in sequenza, Suite n°5 compone un mosaico di sguardi che si incastrano e completano a vicenda: sono quelli di cinque fotografi che nel primo confinamento hanno trovato terra fertile per dare vita a nuove riflessioni. Edito da emuse, il libro mescola immagini e parole dimostrando come, in fondo, la fotografia sia soprattutto un modo per stare insieme.

Il primo lockdown, quello “vero”, ci ha colti alla sprovvista, costringendoci nelle nostre case per due lunghi mesi. Molti gli artisti che hanno colto l’occasione per creare qualcosa di nuovo e inedito, aggrappandosi all’arte come a un’ancora di salvezza in grado di sublimare l’attimo presente. Grazia Dell’Oro, creatrice della casa editrice emuse, ha deciso di mettere a disposizione di cinque fotografi un canale di comunicazione concreto: un libro.

Ci siamo sentiti tutti un po’ soli, disorientati, con la pressante necessità di rielaborare quello che stava avvenendo, racconta. Chi elabora e produce contenuti, chi lo fa per “mestiere”, risponde certamente a un’urgenza personale, ma anche alla necessità di mettersi in comunicazione con il mondo, con chi vorrà guardare, leggere, confrontarsi con quel contenuto e quello sguardo. Ha quindi contattato due artisti con i quali già collaborava, Sara Munari e Francesco Faraci, e altri tre con cui desiderava da molto lavorare; Francesco Comello, Lorenzo Zoppolato e Lorenzo Cicconi Massi.

© Francesco Comello

Nessun vincolo, se non la necessità di concludere i lavori con la fine del lockdown. Ognuno dei cinque fotografi si è allora confrontato a una medesima condizione esistenziale, generando riflessioni intime e personali. A fare da fil rouge, l’estraneità, per ognuno di loro, a quella nuova dimensione di vita e lavoro. Se analizziamo i lavori precedenti dei cinque fotografi, ci accorgiamo che Suite n°5 ha dato loro l’occasione di visitare territori inesplorati in termini di linguaggio o contenuto. Come dire, una sfida dentro la sfida. Da un punto di vista più concreto, poi, il lavoro è stato assolutamente collettivo, attraverso confronti serrati, editing incrociati, suggerimenti reciproci. 

Proprio come una suite musicale, in cui un insieme di brani per uno strumento solista o un’orchestra sono correlati e pensati per essere suonati in sequenza, i cinque progetti fotografici dialogano e compongono un insieme armonico, che offre uno spaccato significativo del periodo storico vissuto.

© Lorenzo Zoppolato

Ad aprire le danze è Lorenzo Zoppolato (Udine, 1990), in cui la fotografia si fa incontro con l’altro, anche a distanza. Nelle sue panoramiche, attimi di viti prima insignificanti assumono ora grande valore, come frames di un film d’autore di cui qualcuno direbbe che “non succede niente”: scaricare la spesa dall’auto, leggere il giornale in giardino, fumare una sigaretta alla finestra.

Sembrano usciti da un futuro distopico gli scatti di Lorenzo Cicconi Massi (Senigallia, 1966). Bianco e neri potenti, ombre lunghe, contrasti accentuati compongono messe in scena in cui il fotografo si fa regista e attore: tra tute chirurgiche stese al sole e figure misteriose in un campo come astronauti sulla Luna, l’autore si affida alla rappresentazione come unica via per compiere la catarsi.

© Francesco Faraci

Dal canto suo Francesco Faraci (Palermo, 1983) ha percorso le strade di una Palermo desolata per catturare le figure solitarie nascoste dalle mascherine, come brevi attimi di vita nel vuoto di quei giorni. Capita che un uccello attraversi il cielo come a benedire il buio improvviso sceso sulla terra, parte di una bellezza malinconica che contrasta con i colori associati al capoluogo siciliano. Ma c’è pur sempre il mare, a consolare.

Per Sara Munari (Milano, 1972) il tempo lento si fa occasione per guardare al passato, in un momento in cui la realtà presente è troppo straziante per essere affrontata. Non potendo uscire di casa, la fotografa ha viaggiato nelle camere della propria mente partorendo immagini oniriche, tra animali e autoritratti indefiniti. Il buio domina le fotografie di Francesco Comello (Udine, 1963), che trova salvezza nel paesaggio naturale dietro casa. Casali abbandonati, cieli stellati, sagome di uccelli e spiragli di luce nella campagna ci immergono in un mondo fiabesco di nebbie e silenzi.

© Sara Munari

Fin da subito, abbiamo cominciato a “incontrarci” a distanza regolarmente, un paio di volte la settimana, a volte anche solo per parlare, altre per vedere i progressi dei lavori di tutti, spiega la curatrice. Non è così scontato che singoli autori si prestino a un confronto in corso d’opera, ma è successo, con grande disponibilità e anche per rispondere al bisogno di mettere un piccolo contrappeso alla solitudine. Un autore mi ha fatto notare che ciò che emerge più chiaramente dalla biografia non autorizzata di Magnum di Russel Miller è la grande solitudine dei fotografi, anche di quelli leggendari di quell’agenzia. È così, fare il fotografo è spesso un lavoro solitario. Lavorare insieme ha permesso, almeno per quei giorni, di essere meno soli. La curatela è stata collettiva, 5+1!

Nera è la copertina, nere le pagine che si alternano al bianco – in questo senso, il libro riflette in maniera fisica l’idea di un “periodo buio” della nostra epoca. Avevamo due opzioni percorribili: il bianco e il nero. Abbiamo considerato il bianco troppo etereo, troppo delicato. Il nero, molto più adeguato al periodo sotto vari aspetti, permetteva di essere “bucato” dai singoli lavori, come voci che si fanno sentire nel silenzio.

Suite n°5

Non solo immagini. La voce degli autori emerge anche attraverso la parola: ad accompagnare le fotografie, testi che sembrano quasi diari personali, riflessioni intime che ci calano nella percezione individuale del confinamento. Trovo imprescindibile il rapporto tra immagini e parole. Le une stimolano e completano le altre. Era già successo con “Atlante Umano Siciliano” di Francesco Faraci, che oltre a essere fotografo è anche scrittore. I cinque fotografi si sono prestati a questa sollecitazione, hanno prodotto diversi testi ispirati a cinque temi che ho proposto loro. Non si tratta di testi di accompagnamento al lavoro, ma di un’altra possibilità di esprimere il magma di pensieri da cui stiamo stati travolti.

Suite n°5

https://emusebooks.com/libri/suite/

Commenta con Facebook