Tornabuoni Arte presenta Antologia 2021. Arte moderna e contemporanea. Si tratta di una selezione di opere dal valore museale, le quali ripercorrono l’evoluzione dell’arte nel corso del Novecento. La mostra, divisa nelle due sedi (Firenze e Milano) della galleria, è visitabile per tutto il 2021.
Il Novecento, lo sappiamo, ha cambiato radicalmente l’idea e la pratica dell’arte. Fortunatamente, (quasi) nessuno si interroga più perplesso davanti a un quadro astratto o un’opera concettuale. Ma come è avvenuto questo incredibile passaggio che ci ha condotto dove ci troviamo ora? Lo racconta la galleria Tornabuoni Arte nella mostra Antologia 2021. Arte moderna e contemporanea. L’appuntamento annuale – che, come di consueto, offre un’accurata selezione di opere – intende tracciare l’evoluzione dell’arte del XX secolo attraverso i suoi più significativi esponenti. Un’esposizione dunque fortemente culturale, come testimonia anche che accompagna l’esposizione – con il testo introduttivo Viaggio al termine della forma firmato da Sonia Zampini.
La mostra – visitabile a Firenze (Lungarno Benvenuto Cellini 3) dal 9 dicembre e Milano (Via Fatebenefratelli, 36) dal 12 dicembre 2020 – si apre con il dipinto Versailles, la Galleria degli Specchi, realizzato da Giovanni Boldini intorno al 1871, durante il suo periodo a Versailles, la cui particolare atmosfera riecheggia lo sfarzo voluto da Luigi XIV. Prosegue poi evidenziando l’evoluzione della pratica pittorica ad opera di artisti come Balla, Campigli, Carrà, Casorati, de Chirico, De Pisis, Guttuso, Magnelli, Marini, Paresce, Prampolini, Rosai, Savinio, Severini, Sironi, Soffici, Tozzi e Viani.
Tra questi spicca Giorgio Morandi, immancabile punto di riferimento nell’arte del secolo breve. A testimoniarlo è una Natura morta del 1930, sintesi della poetica del semplice e del quotidiano tanto cara all’artista bolognese.
Dopodiché è il momento di Pablo Picasso. Il suo Tasse et paquet de tabac del 1922 segna il passaggio tra la prima e la seconda parte di questa antologia. L’artista spagnolo ha contribuito, forse più di tutti, a mettere in discussione la pittura comunemente intesa e ad aprirla a scenari prima impensabili.
Come quelli solcati, ad esempio, da Carla Accardi. Un suo imponente lavoro del 1967, Senza titolo, è caratterizzato dall’uso del sicofoil, la cui trasparenza consente di mostrare il telaio che diventa, insieme all’essenzialità del segno, parte fondamentale della struttura visiva. Idealmente ancora più estremo Concetto spaziale di Lucio Fontana, condensato suggestivo delle teorie spazialiste. Ormai distanti dalla concezione classica della pittura troviamo Alberto Burri (Combustione, 1960), Hans Hartung e i il disegno preparatorio di Running Fence, progetto tra i più celebri di Christo e Jeanne-Claude.
A rappresentare il movimento surrealista, ci sono Jaon Mirò e Sabastian Matta; mentre l’Arte Povera troviamo Boetti, Kounellis, Pascali, Pistoletto, Zorio. Portrait of Bronka Weintraub, 1986, introduce invece alla Pop art americana e ai ritratti seriali di Andy Warhol. Questi alcuni degli altri artisti in esposizione: Adami, Afro, Alviani, Angeli, Baj, Calzolari, Capogrossi, Castellani, Ceroli, Chia, Colombo, Crippa, Dadamaino, De Maria, Dorazio, Mambor, Manzoni, Paladino, Pamiggiani, Pomodoro, Mimmo Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Antoni Ta`pies, Joe Tilson, Giulio Turcato, Victor Vasarely e Vedova.
Un viaggio tanto didattico quanto emozionale, che arriva quasi fino a noi con Libro rosso per la Divina Commedia, 2018, e Oristano, 2010, di Emilio Isgrò – creatore di un nuovo linguaggio attraverso la teorizzazione della cancellatura della parola stessa che restituisce ai testi un nuovo significato.