I dipinti di Aliza Nisenbaum ritraggono in modo colorato e denso soggetti inusuali. La sua poetica, spiccatamente volta al sociale, si concentra sulle modalità di riunione, di comunione, di esercizio della collettività. La sua ultima mostra, alla Tate Liverpool fino al 27 giugno 2021, racconta i lavoratori che in prima linea si stanno battendo per fronteggiare la pandemia.
Aliza Nisenbaum è nata a Città del Messico nel 1977 e si può dire sia cresciuta circondata dall’arte. La madre, anch’essa artista, era solita dipingere i fiori. La famiglia, completata dal padre e dalla sorella minore, ha sempre viaggiato molto, visitando musei e mostre internazionali. Uno dei suoi preferiti è la Marianne North Gallery di Londra, ospitata nei Royal Botanic Gardens. Non è un caso che la componente floreale ritorni costante nei suoi lavori. Opere che però nulla hanno a che fare con le Nature morte, se non altro per l’ingombrante e vitale numero di persone che affolla le sue opere.
Ora vive ad Harlem e insegna alla Columbia University’s School of the Arts. Come artista ama particolarmente la forma del ritratto, di un singolo o di un gruppo, che spesso restituisce in un’estetica coloratissima e vivace. Soprattutto negli sfondi, ricchi di pattern, o nelle complesse trame degli abiti o delle decorazioni, si intrecciano bizzarre suggestioni cromatiche. I soggetti, allo stesso modo, non sono quasi mai tradizionali: nel 2019, per esempio, ha vissuto diversi mesi in UK per realizzare un grande ritratto dei funzionari dei trasporti di Londra, post alla fermata della metropolitana Brixton. Questa forma artistica rappresenta anche, e forse soprattutto, un’occasione sociale. Nisenbaum passa infatti molto tempo con i suoi modelli, cercando di afferrare il loro vissuto, le loro esperienze, l’essenza intima da lasciare emergere nell’opera.
Un’attenzione al prossimo che non può essere che spontanea, dal momento che precede infatti quella per il ritratto. Era il 2012 quando l’artista cubana Tania Bruguera le chiese di insegnare inglese agli immigrati del Queens nell’ambito del progetto Immigrant Movement International. Inizialmente non aveva pensato di ritrarre i suoi studenti, ma gradualmente le loro storie, le loro famiglie, il loro passato e presente hanno portato Nisenbaum a tradurre tutto questo sulla tela.
Empatia spiccata, sensibilità incline a farsi carico delle situazioni più difficili. Per questo, con l’insorgere del Covid-19, ha deciso di cambiare il suo progetto per l’esposisizione in atto alla Tate Liverpool fino al 27 giugno 2021. Inizialmente l’idea era di ritrarre i soggetti nella maniera più britannica possibile, nell’ottica di mostrare le modoalità tramite cui le comunità si raccolgono insieme.
La pandemia ha però fatto si che l’attenzione di Nisenbaum si indirizzasse verso i key workers – medici, infermieri, soccorritori, poliziotti, insegnanti, ecc – ovvero coloro che svolgono un lavoro di primaria importanza per la società. A volte poco considerati o mal considerati, tutti questi professionisti si sono rivelati fondamentali per resistere in questo periodo storico tanto difficile. E così, usando loro come modelli, è nata l’ultima esposizione dell’artista.
Ovviamente Nisenbaum non ha potuto operare come al solito (tramite lunghi incontri dal vivo), ma ha dovuto incontrare virtualmente i suoi modelli su Zoom. Da agosto in poi l’artista è entrata in contatto con alcuni membri dell’NHS (National Health Service) inglese, che ha potuto vedere conoscere tramite video. Alcune fotografie l’hanno aiutata per la fisionomia, le conversazione le hanno permesso di scoprire elementi della personalità di ognuno utili a completare i ritratti.
La mostra racconta così le storie dei lavoratori in prima linea per fronteggiare la pandemia e sottolinea l’impatto che il Covid-19 ha avuto sul loro lavoro e sulla loro vita domestica. Tra i soggetti troviamo un professore di infettivologia, uno pneumologo che è diventato padre durante la prima ondata e uno studente di infermieristica proveniente da una famiglia di infermieri in pensione che hanno scelto tutti di tornare in prima linea.
Queste si traducono numericamente in 2 dipinti di gruppo su larga scala e 11 ritratti singoli. Accanto a questi sono proiettati 3 video, i quali raccontano l’evoluzione della mostra di Liverpool e di tutte le opere che Nisenbaum ha realizzato negli ultimi 5 anni.