I ragazzi di Urbino si trovano ad assistere ad un video di un rapporto sessuale praticato dal docente, convinto che la sua webcam fosse disattivata
Ovviamente, e comprensibilmente, attorno alla cosa si è cercato di stendere tutti i veli possibili, ma alla fine è venuta alla luce. E ora in breve sta facendo il giro del mondo, specie delle bacheche dei diversi social, perfetti per questioni simile. Considerendo che ci sono implicazioni sessuali, fra le predilette del popolo della rete. Andiamo al dunque: succede che un professore sta tenendo una lezione con la modalità della didattica a distanza. E a corredo delle sue spiegazioni, annuncia ai 20 studenti connessi che metterà online un video. Passa qualche secondo, e gli impazienti ragazzi si trovano ad assistere sì ad un video, ma che nulla ha a che vedere con la materia della lezione. Ovvero ad un rapporto sessuale praticato dal docente, convinto che la sua webcam fosse disattivata e i ragazzi impegnati con il documento promesso.
Perché parlarne su ArtsLife? Perché lo scenario della “piccante“ vicenda è l’Accademia di Belle Arti di Urbino, e l’incauto – e anche sfortunato, diciamolo – professore è un notissimo critico e curatore d’arte. Che evidentemente non è riuscito a lanciare nella videoconferenza il video concordato, ed ha deciso di impiegare quella „pausa“ didattica nelle sue evoluzioni sessuali, certo dell’intimità riguadagnata. L’episodio risale allo scorso 8 dicembre, ma solo ora è venuto alla luce, con un articolo de Il Resto del Carlino. Il professore si è scusato con l’istituzione e con gli studenti, assicurando che non era consapevole di essere davanti a un’attenta platea, ed invocando un cedimento umano. Ma l’incidente lo ha comunque indotto a rassegnare le dimissioni dall’Accademia di Urbino.
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