Il presidente del museo trentino presenta le prossime mostre, fra le quali spicca il dialogo fra Botticelli e il contemporaneo. Madrina Chiara Ferragni
“Va intesa nella dimensione di sviluppare un’attenzione e curiosità dei giovani verso un classico come è Botticelli”. Boldini, Caravaggio, Raffaello, Botticelli: ci sono grandissimi artisti nel presente e nel futuro del Museo Mart, per come l’ha delineato il presidente Vittorio Sgarbi. Che rafforza la tendenza a fare dell’istituzione roveretana un “museo” senza aree cronologiche di riferimento. Anzi sempre più orientato alla grande arte antica (aveva iniziato Cristiana Collu, con Antonello da Messina). Ma che poi riequilibra il trend con la più clamorosa apertura alla contemporaneità: ovvero coinvolgendo Chiara Ferragni, evocata nelle parole di cui sopra, riportate dal quotidiano L’Adige.
“Gli Uffizi prima di noi ebbero un effetto di aumento di pubblico con l’immagine di Ferragni fotografata con la nascita di Venere e questo l’ha fatta entrare in un circuito di curiosità giovanile che credo sia positivo”, puntualizza il critico ferrarese. Che tratteggia il futuro del Mart presentando La Maddalena in estasi, una nuova opera che arricchisce la mostra “Caravaggio. Il Contemporaneo”. “È una versione della Maddalena che è forse quella di maggiore qualità fra i quadri di cui si dibatte. Chi viene per la prima volta a visitare la mostra avrà davanti un’opera che ha una convincente attribuzione a Caravaggio, in dialogo con il resto della mostra”. Così chiosa Sgarbi, inserendo una necessaria dibitativa su un’attribuzione non proprio unanime per l’opera arrivata da una collezione privata londinese.
Annunciata in conferenza stampa anche la riapertura, dal 1 marzo, della Casa d’arte Futurista Depero. E nel Focus dedicato a Luciano Ventrone che accompagna l’esposizione principale sul Caravaggio, si sono aggiunti anche due nuovi quadri acquisiti dal Mart. Si tratta di due nature morte di Piero Marussig, “Strumenti musicali I (Natura morta con violino)” e “Strumenti musicali II (Impressioni musicali)”, entrambe del 1924 ed esposte alla XIV Biennale di Venezia.