L’epidemia da Covid-19 continua a dilagare e avere impatti devastanti ovunque. Londra, e più in generale il Regno Unito, sono stati tutt’altro che esenti dal virus, registrando migliaia e migliaia di contagi e morti, principalmente, negli ultimi mesi. Fortunatamente, in seguito all’ultima conferenza del primo ministro Boris Johnson, è emersa la speranza, mediate un programma di riapertura graduale, di provar ad affievolire le limitazioni imposte, cercando di ritornare alla normalità.
Il periodo di massima crisi legata all’epidemia da Covid-19 ha portato tutti a ricordare, con velata nostalgia, alcuni aspetti, apparentemente inamovibili delle nostre abitudini, come, ad esempio, la necessità di recarsi fisicamente a lavoro. A ciò, ben presto, si sono aggiunte alcune variabili fisiche cui è impossibile rinunciare come, nello specifico, i rapporti sociali, e la consapevolezza che certe esperienze, se non effettuate di persona, non hanno la stessa valenza.
Nello specifico, possono considerarsi esempi di questo tipo, il piacere nel vivere la mostra dell’artista amato, o l’esperienza sensoriale provata con lascoperta di siti archeologici o storico-artistici inesplorati. Così come gli Uffizi di Firenze, il Louvre di Parigi o il MoMa di New York, anche la National Gallery e la Tate Modern di Londra proposero, con lo scoppio della pandemia, dei tour virtuali, purtroppo però, non ricevendo, un grosso riscontro; poiché, è chiaro che, guardare un’opera d’arte dal vivo non è comparabile all’osservazione della sua riproduzione, sullo schermo di un dispositivo.
Inoltre, se con l’avanzare dei mesi, i musei e le gallerie italiane sono riusciti a prendere una boccata d’aria, quelli londinesi continuano ad essere chiusi. Eppure, una buona notizia ha fatto sorridere Londra,nel primo pomeriggio di martedì 22 febbraio, quando il primo ministro Boris Johnson ha affermato che musei e gallerie potranno aprire le loro porte ai visitatori a partire dal 12 aprile.
Il denominatore comune di questi spazi sarà l’ingresso limitato a un piccolo numero di ospiti (in base alla capacità della struttura), secondo una rigida scansione di slot orari, con prenotazione telefonica e online, obbligatoria. Saranno presenti lungo il percorso di visita dispenser di saponi igienizzanti, insieme all’obbligo di indossare la mascherina e mantenere gli uni dagli altri la distanza di sicurezza minima di due metri.
In questo modo, si spera che i musei possano riacquisire la loro originaria funzione: non solo mostrarci le opere, ma permetterci di vedere, in esse, noi stessi.