Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Era impossibile non restare soggiogati dalla bellezza di quei giovani alberi in piena salute.” (Jean Giono, L’homme qui plantait des arbres)
Luca Molinari, direttore scientifico di Foresta M9 Un paesaggio di idee, comunità e futuro – inaugurata al Museo del ‘900 di Venezia Mestre – cita a ragione più volte il libro L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono per spiegare il suo ultimo progetto, reso possibile grazie anche al curatore Claudio Bertorelli. La sua installazione infatti – unica nel suo genere – consiste in una foresta temporanea: 180 alberi, alti fino a 4 metri, che sovrastano con la loro chioma la variegata vegetazione sottostante, tipica del sottobosco, suggellando da un lato l’emblematico significato di ripresa e rinascita, e celebrando dall’altro il forte legame con le radici della città lagunare e il territorio che le fa da cornice. Per quattro settimane – dal 19 marzo al 16 aprile 2021 – il terzo piano del museo mestrino sarà popolato da 565 essenze arboree tra querce, carpini, farnie, oppi, olmi campestri, frassini, ciliegi, sanguinelle, noccioli, cornioli, sambuchi, frangole, biancospini, ligustri, rose canine, prugnoli e lantane.
Un gesto tangibile per il territorio e le sue comunità, un segno di continuità tra un passato che è anche presente e futuro. A conclusione della mostra sette Comuni della pianura veneta riceveranno in dono da M9 alcuni degli alberi che animano l’installazione, per rinvigorire o dare avvio ad altrettante foreste che arricchiranno il territorio. Hanno aderito all’iniziativa i Comuni di Concordia Sagittaria, San Donà di Piave, San Stino di Livenza, oltre all’Istituzione Boschi e Grandi Parchi del Comune di Venezia, i Comuni di Padova, di Treviso e di Cessalto. Le piante più giovani saranno invece donate a fine mostra ai cittadini per un collettivo guerrilla gardening che diffonda l’arte di coltivare la biodiversità nel proprio giardino o nel proprio quartiere.
L’installazione Foresta M9 sarà riflessa sulle pareti del terzo piano, grazie all’applicazione di una pellicola a specchio, sottolineando il rapporto che unisce il territorio veneto ai suoi boschi. La mostra sarà anche occasione per raccontare quanto i boschi abbiano favorito l’espansione e lo sviluppo del territorio contribuendo al suo fascino paesaggistico.
L’esperienza green di Foresta M9, che ospiterà anche il Premio Jean Giono. L’Uomo che piantava gli alberi, istituito da Veneto Agricoltura e assegnato a una personalità che si è contraddistinta nella promozione e realizzazione di impianti di vegetazione legnosa, non si esaurisce con la mostra.
Infatti con il progetto boschivo Foresta M9 si inaugura il semestre verde di laboratori per bambini e ragazzi con visite e letture dedicate agli elementi arborei, giungendo all’inaugurazione della prima mostra satellite dedicata ai grandi alberi della storia italiana. Saranno inoltre approfonditi i temi dell’Agenda 2030 dell’ONU per l’ambiente. Una rassegna di iniziative ecosostenibili: nell’attesa che i musei riaprano e il pubblico possa vivere l’esperienza della Foresta M9 dal vivo, l’installazione sarà fruibile in digitale grazie a un calendario di eventi trasmessi via social.
Foresta M9 è nata con l’idea di creare un’oasi di pace e serenità in un momento difficile per tutti noi e come simbolo chiaro e provocatorio della rinascita di M9 dopo undici mesi di silenzio. La sfida è riportare l’area verde del territorio veneto dallo 0,01 per cento attuale all’1 per cento di un tempo. Da almeno due decenni la terra veneta è teatro di pratiche di paesaggio finalizzate a rifondare entro il 2050 quell’arcipelago di foreste pari all’1% della superficie estesa. M9 è dunque un laboratorio di contemporaneità: senza storia non ci sono né presente né futuro. Sono contento di parlare oggi che è la Giornata delle Vittime del Covid-19, perché il Museo del ‘900 deve arrivare al cuore delle persone. Una foresta di alberi in un luogo museale e artificiale era una provocazione, ma anche un simbolo di rinascita. Ed è giusto parlare di rinascita dopo l’anno che abbiamo passato: abbiamo bisogno di futuro e speranza. Un museo non deve essere una scatola di vetro e cemento, ma un corpo che respira. Venezia è una foresta al contrario e Mestre ha 200 ettari di bosco: ci voleva un’installazione contemporanea, metropolitana e urbana. E’ giusto inserire foreste orizzontali nei nostri territori, perché sono piccole gemme che diventeranno foresta quando tutto riaprirà. Bisogna dare fiducia alla lentezza della Natura. Ogni albero ha un tono diverso e un verde diverso: il bosco è un esercizio di Meraviglia. Gli alberi non sono un ornamento alla moda, non lavano il nostro senso di colpa e l’indifferenza, ma sono nostri compagni di viaggio, vivono con noi, sono più di noi e ci ricordano che tutti apparteniamo a un mondo che sta soffrendo troppo e che merita conoscenza, cura e amore.” (Luca Molinari, direttore scientifico di M9)
Foresta M9 è anche l’occasione per far conoscere M9 Impatto Zero, il progetto greentech che intende rendere M9 il più grande museo italiano a impatto energetico zero.
La parola giusta con cui definirei i miei 32 anni di vita professionale è ‘costruire’ e non perché sono un ingegnere edile. Volevamo costruire qualcosa di significativo e significante per Venezia e per tutto il pianeta. Ogni volta che mandate un WhatsApp strappate due o tre foglie di un albero: per questo servono le energie rinnovabili. Si necessita dunque di un impianto fotovoltaico valido per salvaguardare la Terra. Sarà un progetto molto innovativo: stiamo piantando sul tetto del museo e del distretto l’equivalente di un’altra foresta di 15.142 alberi. Il nuovo impianto fotovoltaico permetterà infatti una riduzione di emissioni di CO2 di dimensione pari a quella assorbita da una foresta di tali dimensioni. Stiamo lavorando per trasformare M9, il sito museale con l’infrastruttura tecnologica più importante di tutto il paese, in un museo a impatto zero.” (Consigliere delegato di M9 District Fabrizio Renzi)
Il progetto M9 Impatto zero è solo la prima sfida che il Polo M9 con M9-Hive perseguirà come sintesi della profonda interconnessione tra innovazione e sostenibilità: farà leva su una dimensione più umana dell’innovazione, aiutando a ripensare il modo di consumare, di fruire e di abitare la città.
“Noi abbiamo un limite per questa foresta artificiale: purtroppo non è il cielo, ma il soffitto”, sostiene Luca Molinari. Insomma, ci si trova di fronte più che a un mero progetto, a qualcosa di Bello.
Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile.” (Jean Giono, L’homme qui plantait des arbres)
FORESTA M9
Un paesaggio di idee, comunità e futuro
Venezia Mestre, M9-Museo del ’900
Via Pascoli 11, Venezia Mestre
dal 19 marzo al 16 aprile 2021
Mostra ideata e prodotta da Fondazione M9, Museo del ‘900
a cura di Luca Molinari e Claudio Bertorelli
con il contributo di Veneto Agricoltura