Un unico lotto, un’unica opera, un record unico. Si è appena conclusa We Are All Warriors – The Basquiat Auction, speciale sessione d’asta organizzata da Christie’s Hong Kong. Al centro della scena Warrior di Jean-Michel Basquiat, datato 1982 ed espressione massima della creatività dell’artista.
Proposto in asta da un collezionista americano, che l’aveva precedentemente acquistato nel 2012 da Sotheby’s a Londra per $8,7 milioni, Warrior apparteneva precedentemente alla famiglia Mugrabi a seguito dell’acquisto nel 2007 per $5,6 milioni. Ancora prima, nel 2005, l’opera era stata venduta per $1,8 milioni. Stimata $31,000,000-41,000,000, l’opera era destinata a diventare l’opera d’arte occidentale più cara mai venduta in Asia. E così è stato.
Warrior certifica il record con il martello che batte $41.664.794,40.
Jean-Michel Basquiat supera quindi Gerhard Richter, al quale apparteneva precedentemente il primato. La vendita in questione risale all’ottobre 2020 da Sotheby’s Hong Kong, quando l’opera del 1987 Abstraktes Bild (649-2) è stata acquistata dal The Pola Museum of Art, un museo privato di Hakone, in Giappone, per 29,2 milioni di dollari. Quasi il doppio della stima pre-vendita.
L’opera è un manifesto contro la disuguaglianza e l’emarginazione. Dipinto con acrilico, olio e vernice spray su un pannello di legno, Warrior raffigura l’immagine di un potente guerriero a figura intera, che brandisce una spada d’argento. Gli occhi del personaggio, uno di colore rosso, l’altro color arancio-sangue, penetrano lo sguardo dello spettatore. L’opera sembra quasi chiamare a raccolta una nuova generazione di giovani impegnati nella lotta per i diritti civili contemporanei, tutti guerrieri al fianco di Basquiat. L’artista era altamente consapevole della disuguaglianza nell’ambiente socio-politico e dell’assenza di rappresentazione dei neri nella storia dell’arte: Warrior può quindi essere interpretato come un’opera semi-autobiografica.
Il lavoro è stato esposto per la prima volta alla Akira Ikeda Gallery, Tokyo, nel 1983. Warrior è poi apparso in varie mostre a Parigi, Vienna e Milano, nonchè nell’esposizione del 2019 dedicata a Jean-Michel Basquiat dalla Brant Foundation Art Study Center di New York.