Dopo che il Tribunale del Riesame aveva annullato la misura cautelare del divieto di dimora a Catanzaro per il notaio Rocco Guglielmo disposta dal Gip nell’ordinanza emessa nell’ambito dell’indagine “Basso profilo”, il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha annullato la misura cautelare dell’interdizione di esercitare la professione per un anno.
Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha annullato la misura cautelare dell’interdizione di esercitare la professione per un anno al notaio Rocco Guglielmo. Ex Presidente della Fondazione Rotella e istitutore della Fondazione che porta il suo nome – dedicata all’organizzazione di mostre ed eventi d’arte in Calabria- il professionista era rimasto coinvolto nell’inchiesta “Basso Profilo” della Dda di Catanzaro con l’accusa di falso ideologico e trasferimento fraudolento di valori. Al centro dell’indagine che lo riguardava, alcuni atti stipulati nel suo studio notarile relativi al passaggio di proprietà di alcune ditte.
Come riporta catanzaroinforma.it, il Tribunale, presieduto da Giuseppe De Salvatore, Gabriella Pede e Sara Mazzotta, ha accolto l’appello proposto dai legali difensori, Salvatore Staiano, Filippo Giunchedi, Vincenzo Cicino, Giuseppe Mussari, Vincenzo Maiolo Staiano, Alice Piperissa e Antonello Talerico. I giudici hanno spiegato l’annullamento dell’ordinanza del gip con le stesse motivazioni che si erano avute per la revoca del divieto di dimora a Catanzaro.
Il precedente annullamento divieto di dimora a Catanzaro
A tal riguardo, lo scorso febbraio il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva infatti annullato l’ordinanza del giudice che aveva disposto per il notaio la misura cautelare del divieto di dimora a Catanzaro. Come riporta calabria7.it secondo il Riesame,” l’assenza di elementi univoci indicativi del compimento di irregolarità nella stipula degli atti da parte del notaio Guglielmo non consente infatti di ritenere che il professionista fosse disposto a sorvolare su aspetti rilevanti in ordine all’accertamento della volontà negoziale delle parti e che fosse consapevole del disegno criminale che si celava dietro gli atti di cessione delle quote societarie”.