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Dialogo con lo spazio e fiducia reciproca tra artista e soggetto. Sophie Westerlind per Residenza Lido La Fortuna

Sophie Westerlind (foto Marco Cappelletti) Sophie Westerlind (foto Marco Cappelletti)
Sophie Westerlind (foto Marco Cappelletti)
Sophie Westerlind (foto Marco Cappelletti)

L’Associazione Culturale Lido Contemporaneo, in collaborazione con il Comune di Fano – Assessorato alla Cultura e Beni Culturali, presenta Lido La Fortuna. Un progetto triennale, con epicentro la città di Fano, che ogni anno a maggio vedrà la realizzazione di una Residenza d’artista volta a promuovere e sostenere il lavoro di giovani artisti sul territorio fanese, in un confronto serrato e dialettico con le peculiarità identitarie e intrinseche del luogo e con la comunità intera. Per la prima edizione, che si terrà dal 17 al 30 maggio presso il Symposium Quattro Stagioni di Cartoceto (PU), sono stati invitati sei artisti, tra i maggiori talenti nazionali e internazionali. I temi al centro del progetto, con i quali gli artisti si confronteranno, sono: il Ritorno; il Locale; il Periferico; il valore e la valorizzazione del Territorio (la matrice naturale e quella culturale); l’idea di Comunità; la Contaminazione tra pratiche e linguaggi.

Ogni settimana ArtsLife presenterà gli artisti ospiti del progetto (#2)

Parola a Sophie Westerlind.
Tirando le somme di questo anno pandemico ancora in essere. Il tuo lavoro, il tuo essere, il tempo, lo spazio. Dimensioni e considerazioni.

Finora sono stata fortunata a non aver problemi di salute e a continuare a lavorare nel mio studio che si trova non lontano da casa mia alla Giudecca, a Venezia. Quest’anno mi sono resa conto una volta per tutte quanto sia importante trascorrere del tempo nella natura per stare bene e ritrovare le energie e l’ispirazione. Mi manca però sempre di più l’interazione spontanea con gli altri in uno spazio fisico, cosa necessaria per farsi venire nuove idee e ampliare le prospettive.

Westerlind, La camera di Pido Oil on linen, 120 × 120 cm. 2020
Westerlind, La camera di Pido
Oil on linen, 120 × 120 cm. 2020

Nella pittura sono stata costretta a trovare nuove strategie e metodi di lavoro. L’esperienza mi ha sicuramente insegnato moltissimo, ma mi mancano le collaborazioni più dirette e le bellissime giornate in cui avevo la fortuna di poter dipingere direttamente dal vivo.

Sono stata costretta, come immagino molti altri, a trovare ispirazione nell’ambiente circostante. Più che mai di prima ho avuto l’opportunità di esplorare il territorio veneziano nella mia pittura e scoprire delle realtà che ancora non conoscevo. Una delle esperienze più belle è stato il periodo trascorso presso Fincantieri a Porto Marghera, che mi ha permesso di scoprire un ambiente del tutto nuovo e una realtà che ho interpretato direttamente sul luogo sia in pittura sia in disegno. All’inizio avevo quasi paura a usare Venezia come soggetto immediato nel mio lavoro. Quando però ho accettato una commissione dove il tema era Via Garibaldi, nel sestiere di Castello, non ho più potuto evitarlo.

Il progetto è diventato una sfida feconda e stimolante che mi ha permesso di confrontarmi con un luogo nella città dove ormai vivo dal 2013. Quest’anno sento che mi sono legata ancora più di prima a Venezia come luogo di vita e lavoro. Alla fine è come se Venezia stessa mi avesse protetto, promettendomi di continuare a proteggermi a patto che rimanga a vivere qui.

Nell’ultimo anno ho anche avuto la bellissima opportunità di poter lavorare con un tema che mi è sempre stato molto vicino: gli interni. Continuo a essere attratta dagli dagli spazi intimi che dicono qualcosa delle persone che li abitano. Ho dipinto una serie di quadri per me relativamente in grande scala, cercando di farli dialogare tra di loro. Ho preso ispirazione dai luoghi che appartengono alle persone della mia quotidianità. Tra i soggetti c’è per esempio una camera con un letto disfatto, una vasca da bagno con a fianco una pila di giornali rock, una camera condivisa con una libreria piena di vestiti, oggetti personali e libri accavallati.

Sophie Westerlind
Sophie Westerlind, Laura: Olio su lino, 110 x 85, 2020

Ricerca, locale, territorio, comunità. La residenza come un ampio e traversale atto di resistenza.

Camminare e disegnare sono diventate per me due attività strettamente legate. Trovo che immergermi in un certo luogo per un periodo breve ma intenso offra moltissime possibilità. È come se tutti i sensi all’improvviso diventassero più acuti per trarre ispirazione da quello che vivo. Camminare ed esplorare in vari orari del giorno è importante. Inizio sempre a disegnare per pensare e rendermi conto anche ‘con le mani’ di dove mi trovo.

Fra il 2010 e il 2019 ho sperimentato, con il disegno e a volte anche la pittura, in ambienti e contesti diversi tra cui Sciacca, Napoli, Beirut, Breslavia, Bologna, Palermo, Marsiglia, Londra e Stoccolma. L’esperienza mi ha insegnato come soprattutto il disegno possa facilitare la comunicazione e l’interazione fra le persone che naturalmente diventano parte della scena nei vari luoghi pubblici.

Disegnare e dipingere quello che ci circonda richiede pazienza e un orecchio attento all’ambiente circostante. È fondamentale per stabilire una relazione basata sulla fiducia reciproca fra me e i miei soggetti. Spesso ciò sfocia in uno scambio attraverso incontri spontanei nonostante le differenze linguistiche e culturali.

Il mio obiettivo, grazie alla residenza a Fano, è di trasmettere le mie sensazioni del paesaggio e il dialogo e l’incontro spontaneo con gli altri, sia dalla comunità del luogo che dagli altri artisti in pittura e disegno. Vorrei creare un corpo di lavoro che rifletta sulla mia esperienza del territorio vissuto e che possa suggerire e orientare una ricerca artistica contemporanea.

Sophie Westerlind, Carolina: Olio su lino, 110 x 85, 2019

Contaminazione, dialogo, osmosi: punti fondanti di una residenza.

Spostarsi dallo proprio studio per dipingere e disegnare altrove è sempre una sfida, soprattutto pratica, che fino ad ora mi ha sempre arricchito moltissimo. Il fatto di non essere a casa mia mi aiuta a concentrarmi..

Ho imparato a non aspettarmi nulla e a cercare di essere più aperta perché è tutto sempre un esperimento. Succede spesso che mi soffermo su qualcosa che non mi aspettavo all’inizio.

Prendere nota delle mie impressioni giornaliere mi aiuta molto.

Il risultato visivo finale diventa secondario, mentre il dialogo con lo spazio e le persone attorno diventa protagonista. I rumori, la luce, le architetture, com’è fatto il paesaggio naturale.

Non tutto va sempre come vorrei, ma in fondo è inutile aspettarsi che tutto diventi ‘bello’.

Westerlind
Westerlind

La tua ricerca, i tuoi riferimenti, il tuo linguaggio, tecniche e materiali prediletti.

Amo dipingere e disegnare direttamente dal vero e sono sempre in cerca di stimoli dall’ambiente che mi circonda. Spesso sono le persone, i loro spazi e i loro oggetti che mi attirano. Si crea un mondo a parte e il tempo sembra di fermarsi.

La costa adriatica mi ha sempre attirato moltissimo sin da quando l’ho seguita con lo sguardo prima dal treno e poi dall’auto. Mi ricordo una delle prime volte circa dieci anni fa. Era Pasqua e all’epoca abitavo ancora a Londra. Sono rimasta colpita dall’atmosfera particolare, l’architettura, i colori naturali del paesaggio insieme all’estetica delle insegne degli alberghi e degli stabilimenti balneari, la maggior parte ancora chiusi. Era un’Italia diversa rispetto a quella che avevo vissuto fino ad allora. Tornata in Inghilterra, cercavo ispirazione da film come Amarcord e da libri come Rimini di Tondelli, dove l’Adriatico faceva da protagonista. Il luoghi lungo la costa marchigiana e romagnola divennero un’importante fonte  d’ispirazione per uno dei miei ultimi progetti alla triennale al Central Saint Martins. Ricordo che molti mi chiedevano da dove esattamente venisse l’ispirazione per quelle particolari combinazioni di colori.

Fonti di ispirazione (letteratura musica cinema).

Le cose che dicono le persone, i loro racconti, i vestiti e scarpe, i loro oggetti o come si muovono rappresentano le fonti d’ispirazione più immediate quando vado a lavorare in un posto nuovo. Mi hanno sempre affascinato moltissimo i libri di Vittorio Tondelli e Natalia Ginzburg. A volte mi hanno anche aiutato a capire la cultura dei luoghi e le situazioni in Italia.

Un’amica mi ha introdotto ai film di Eric Rohmer. Mi piace molto la lentezza, a volte frustrante, e la sua attenzione ai dettagli e  alle questioni della quotidianità che alla fine diventano il fulcro nelle nostre vite. I colori sono stupendi. Viene subito voglia di dipingere vedendo questi film.

Per il momento sto leggendo ‘Sulla Boxe’ di Joyce Carol Oates. Sorprendente e geniale la parte che riflette sulle affinità fra il pugilato e la pratica artistica.

Da #ARTISTSINQUARANTINE Sophie Westerlind, Dvala, olio su lino, 95 X 110 cm, 2020 https://www.instagram.com/p/B-Ua58doRjs/
Sophie Westerlind, Dvala, olio su lino, 95 X 110 cm, 2020

Progetti attivi, progetti futuri.

Disegnare il ritratto di una persona che conosci solo da pochi minuti è diverso dall’interpretare qualcuno che conosci molto bene. È stata un’esperienza molto speciale quando i miei genitori sono venuti a posare per un dipinto per la prima volta nel mio studio alla Giudecca verso la fine del 2019. Erano già stati raffigurati in dipinti e disegni prima di allora, ma non li avevo mai dipinti dal vero. La loro vicinanza e il fatto che conosco le loro espressioni e la loro fisicità ha fatto sì che potessi giocare abbastanza liberamente con le pennellate, ma è stata anche una sfida incredibile. È stato come vederli per la prima volta in un modo molto diverso. Averli entrambi nel mio studio è stato bellissimo, come se improvvisamente fossero entrati nel mio “mondo reale”, o forse nel mio “parco giochi”, forse una parola migliore per definire cosa ho provato.

Dopo non averli visto così spesso come avrei voluto in quest’anno di pandemia, mi piacerebbe molto dipingerli di nuovo. Un po’ mi spaventa per come sarebbe diverso, ma varrebbe la pena provare.

 

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