Estate ’85 di François Ozon arriva nei cinema italiani, in sala dal 3 giugno il coming of age di amore e morte
Estate ’85 di François Ozon, liberamente ispirato al classico della letteratura LGBTQ+ Danza sulla mia tomba di Aidan Chambers, racconta una storia in cui l’amore e la morte danzano insieme sin dal primo istante. Il protagonista è Alexis, uno studente liceale (interpretato dall’ottimo Félix Lefebvre) da sempre attratto dai riti funerari e dalla morte in generale. Il suo destino si incrocia con quello di David (Benjamin Voisin), un oscuro ragazzo che entrerà a far parte della sua vita, cambiandola per sempre.
Ozon (Grazie a Dio, Potiche) decide di ambientare la storia in un paesino della Normandia, in una piccola realtà provinciale dove un incontro fortuito può stravolgere i più incrollabili equilibri. Ed è proprio la vita della provincia nell’era analogica che diventa a sua volta protagonista.
Malgrado trailer e locandina rimandino nell’immediato all’immaginario delle commedie romantiche ambientate nel “decennio di plastica”, il film si presenta dal primo istante per quello che è: il racconto di un ballo – disperato e appassionato – tra amore e morte. O, meglio, di un combattimento. E sin dal primo istante del racconto lo spettatore viene messo al corrente di chi vincerà la sfida.
Il ritmo della pellicola di Ozon è frenetico, quasi a rispecchiare i turbamenti e le emozioni totalizzanti dell’età dei suoi protagonisti. Il film racchiude, in un vorticoso caleidoscopio, una moltitudine di registri che lo elevano oltre lo status di ordinario teen-drama.
Il regista non perde poi l’occasione per celebrare qui i “suoi” anni Ottanta, inserendo citazioni cinematografiche e musicali: ricrea la scena delle cuffie de Il tempo delle mele (Claude Pinoteau, 1980), film di culto per generazioni intere di adolescenti europei; la colonna sonora è ricca di gemme dell’epoca, dai The Cure a Rod Stewart passando per Raf con Self control, utilizzata magistralmente in una delle scene più adrenaliniche del film.
È stato lo stesso Ozon a voler ambientare il film nel 1985 (il libro di Chambers è stato pubblicato nel 1982): “Ho letto il libro nel 1985, quando avevo diciassette anni, e mi è piaciuto moltissimo. Mi è sembrato che si riferisse proprio a me. Il romanzo è giocoso e inventivo. Contiene disegni, trafiletti di giornale, diversi punti di vista… Mi sono divertito così tanto, nel leggerlo, che quando ho iniziato a fare cortometraggi ho pensato: se un giorno girerò un lungometraggio, il primo sarà un adattamento di questo romanzo”. Da allora sono passati molti anni e ben 18 lungometraggi, fino a quando il regista – stupito del fatto che nessuno ne avesse tratto un adattamento per il cinema – ha avuto l’occasione di poterlo dirigere personalmente.
“I film vengono realizzati nel momento preciso in cui devono esserlo. Questa storia evidentemente aveva bisogno che io maturassi perché fossi in grado di raccontarla – aggiunge Ozon – Alla fine, sono rimasto fedele alla struttura narrativa del romanzo. Ho trasferito la storia in Francia e l’ho ambientata nel periodo in cui io avevo letto il libro per la prima volta. Così, il film racchiude sia la verità presente nel libro che i miei ricordi delle sensazioni provate quando l’ho letto”.
Quindi, il 1985. Una scelta non casuale anche per un altro motivo, secondo il regista: “È anche l’anno della morte di Rock Hudson, e l’anno in cui l’AIDS compare improvvisamente nella vita quotidiana di tutti. È l’ultimo anno dell’innocenza e della spensieratezza, dell’epoca in cui era ancora possibile ignorare questa malattia, non preoccuparsene”. Spicca in questo film, nel ruolo di una madre a dir poco ingombrante, Valeria Bruni Tedeschi, che aveva già lavorato in precedenza con il regista francese (CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa, 2004).
Il film era stato selezionato per Cannes 2020 (l’edizione che non ha mai visto la luce causa pandemia), ha vinto il Premio del Pubblico BNL alla 15^ edizione della Festa del Cinema di Roma ed è stato candidato a ben 12 Premi César (tra cui quelli per il miglior film, per il miglior regista e quello per la miglior attrice, Valeria Bruni Tedeschi). Estate ’85 è al cinema, in Italia, dal 3 giugno 2021.