Just Art, il delivery di opere d’arte che arrivano a casa nel cartone della pizza! L’iniziativa, nata durante il periodo di chiusura dei musei, è stata rilanciata con alcune novità, tra le quali un QR code. Intervista all’ideatore: lo street artist Sirante
Just Art il primo delivery dell’arte
Roma, marzo 2021. Musei, cinema, teatri chiusi. Nella Capitale che si appresta a vivere l’ennesima serata di coprifuoco, cominciano a spuntare i vari riders che si affrettano a consegnare i primi ordini in città. Sushi, hamburger e ovviamente l’immancabile pizza. Quantità industriali di cibo che qualche psicologo probabilmente interpreterebbe come rimpiazzo di qualche mancanza. E non avrebbe torto anche se la lista dei possibili disagi post-covid sarebbe così ampia che forse sarebbe meglio non far freddare la pizza e pensarci un’altra volta.
Tra i riders che sfrecciano nella Roma ormai in stile Ghotam City, ce ne è uno che sta per consegnare… opere d’arte.
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Si tratta dello street artist Sirante – l’autore della famosa rivisitazione de “I Bari” di Caravaggio – che si è inventato “Just Art”, il primo delivery dell’arte. Opere di autori famosi incorniciate e consegnate con il classico cartone della pizza con tanto di descrizione dell’opera.
Un progetto senza fini di lucro che inizialmente è a metà strada tra la provocazione e la performance artistica. I luoghi della cultura sono chiusi, l’artista non intende fare alcuna polemica – “non sono nessuno per dire se sia giusto” afferma – ma il suo desiderio è quello di contribuire nel suo piccolo a diminuire la distanza tra l’arte e le persone.
L’idea di consegnare le opere – che i fortunati hanno scelto sul sito dedicato da un apposito “menu” – in un cartone della pizza ha un valore simbolico. Non solo a rappresentare soddisfazione e nutrimento dell’anima ma anche un invito a considerare l’arte come qualcosa di essenziale nella vita quotidiana di ognuno di noi.
Un progetto che, anche con la riapertura dei musei, non solo non ha terminato la sua esistenza ma è stato rilanciato con molte novità. Anche se il concetto di partenza rimane sempre lo stesso, magnificamente riassunto dalla citazione di Picasso:
L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni
Just Art: intervista a Sirante
Del nuovo progetto ne parliamo proprio con l’ideatore, il misterioso street artist Sirante che come altri suoi colleghi ha scelto l’anonimato.
Qualche mese fa hai ideato il primo delivery dell’arte, un progetto senza fini di lucro con lo scopo di “nutrire l’anima” durante il periodo di chiusura dei luoghi della cultura a causa della pandemia da Covid-19: Perché hai deciso di continuare con questa iniziativa nonostante la riapertura dei musei?
Il progetto è continuato per vari motivi. la forte richiesta da parte delle persone mi ha fatto capire che poteva avere un suo significato anche dopo la riapertura dei musei. Just art ha sempre avuto anche un valore divulgativo ed ora questo obiettivo si è arricchito con video di approfondimento ai quali si accede tramite un qr code presente nelle scatole. Il motivo principale però, per cui il progetto sta continuando è il fatto che un mio obiettivo, un mio forte interesse, una mia necessità, è quella di far arrivare l’arte ovunque e a tutti, rendendola un qualcosa di quotidiano, farla divenire normalità, togliendola dal piedistallo in cui è stata relegata a causa di scelte politiche, sociali e culturali. Il costo dell’opera serve infatti ad “autofinanziare il progetto”, l’acquisto dei materiali, coprire i costi degli spostamenti e basta ma da ora servirà anche a finanziare il “biglietto sospeso”, seguendo il meraviglioso esempio del caffè sospeso nato a Napoli.
La novità di questa nuova versione, oltre alle consegne estese in qualsiasi città d’Italia è la presenza di un QR code che farà accedere a un video di approfondimento dell’opera scelta. Puoi dirci qualcosa di più di questi video?
A proposito dei video, questi primi sono stati fatti in collaborazione con Calliope Sguardo d’arte, una realtà molto attiva e molto professionale. I video sono brevi pillole di storia dell’arte ed hanno lo scopo di approfondire le informazioni dell’opera ordinata. Ci saranno altre collaborazioni anche con importanti storici dell’arte.
Le prime tre opere proposte rispecchiavano i temi vissuti con la pandemia (le età dell’uomo, il tempo che passa, la morte). Con quale criterio hai scelto le tre nuove opere proposte di Klimt, Chagall e De Toulouse Lautrec?
Dietro alla scelta di ogni opera vi è un pensiero. Le prime tre volevano evidenziare sentimenti e situazioni vissute durante la pandemia: le tre nuove opere rispecchiano sempre il tempo che stiamo vivendo. Uscendo da questo difficile momento in cui ci si è soffermati anche in modo forzato, sulla questione vita/morte, nasce la scelta dell’opera di Klimt. Caduto il coprifuoco ed altre limitazioni, si è potuti tornare a “volare sulla città”, e quindi non si poteva scegliere quadro più etereo e leggero come Sulla Città di Chagall. In fine, dal dibattito politico/sociale sul ddl Zan esce fuori l’opera di Lautrec il bacio, che testimonia come l’amore tra due donne, in quel caso, è l’unica vera fuga di amore e delicatezza da un mondo rude e violento
L’iniziativa ha avuto un notevole riscontro di pubblico e le opere sono andate in sold out in breve tempo. Che tipo di “consumatori” hanno ordinato l’arte a domicilio? Si tratta di un pubblico eterogeneo o c’è un’età o un’altra caratteristica prevalente che li accomuna?
La risposta a questa domanda si collega in un certo senso alla prima. Il progetto vuole arrivare a chiunque, e la risposta del pubblico non poteva essere più eterogenea di quella che è stata. Da ragazzi liceali ai papà e mamme, dalle società di valorizzazione di beni culturali a società di comunicazione, dai quartieri centrali a quelli più periferici e dal nord al sud d’Italia isole comprese.
I tuoi riferimenti colti – dalle tue versioni di street art alle opere scelte per Just Art – lasciano intravedere . oltre alla passione per i grandi maestri del passato, un certo gusto estetico del bello, spesso “demonizzato” dall’arte contemporanea. Oltre alla tua identità non hai mai rivelato il tuo lavoro al di fuori del mondo dell’arte. Ha a che fare con questo gusto del bello o in generale con la creatività?
Il mio “vero lavoro” ha in un certo senso a che fare con il progetto Sirante, a me piace definirlo come un’ altro modo di fare street art. Ho la fortuna che anche tramite il mio lavoro posso in un certo senso mandare messaggi, esprimere opinioni personali. Anche se magari più celate rispetto ai lavori di street art. Il discorso del bello è un discorso molto complicato per me da riassumere. Credo che tendere al Bello per me sia fondamentale per cercare almeno di avvicinarmi a questo. A tutti piacciono le cose belle, filtro tutto con il filtro del : Giudizio estetico e giudizio
Perché non hai previsto nel “menu” delle tue opere?
Questa è anche una questione che in molti mi pongono. Non ho previsto per ora opere mie, semplicemente perché, per il motivo per cui è nato Just Art, opere mie non rientravano assolutamente in questo scopo. Il progetto voleva denunciare come a rimetterci sia sempre la cosidetta Cultura, come il divario rta persone ed arte si andava sempre più ampliando. Sicuramente la gente aveva bisognodi arte, ma non quella di Sirante.Just art vuole far diventare “l’arte museale” fruibile a tutti, non l’arte di Sirante.
Quando parli di questo progetto usi il plurale. Siete un collettivo artistico o ti fai semplicemente aiutare da alcuni collaboratori?
Uso il plurale per un fatto legato all anonimato. L’anonimato permette di essere chiunque, sirante sono coloro che condividono le tematiche , i sentimenti trattati tramite i lavori di Sirante.
Ci sarà una futura evoluzione di Just Art? Puoi anticiparci qualcosa?
Tutti i progetti evolvono, e anche Just Art lo farà. Tanti ingredienti nuovi stiamo sperimentando.
Il grande pubblico ti ha conosciuto con la tua particolare versione dei “I bari” di Caravaggio durante i tentativi di formare il nuovo governo del 2018. Da allora, oltre al tema dei diritti civili – in particolare con l’intensa rappresentazione dei Stefan Cucchi in croce – sei più volte dedicato al teatrino della politica. Bersaglio preferito, Matteo Salvini. Da un po’ di tempo però non ti dedichi più a questi temi. Sei semplicemente preso dal nuovo progetto, hai trovato difficoltà con la red zone o ti sei preso una pausa di riflessione?
Una serie di cose, il tempo non è mai abbastanza ma soprattutto questi temi richiedono una riflessione più profonda , altrimenti ci si ritrova come TV-Boy , a diventare peggio di Salvini, lucrare su ogni cosa succeda pur di farsi pubblicità sui giornali tramite lavori banali.