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La Cina del Settecento in un raffinato volume firmato Franco Maria Ricci

Tutto il necessario per lavorare la porcellana - La Chine en miniature, Franco Maria Ricci Tutto il necessario per lavorare la porcellana - La Chine en miniature, Franco Maria Ricci
Tutto il necessario per lavorare la porcellana - La Chine en miniature, Franco Maria Ricci
Tutto il necessario per lavorare la porcellana – La Chine en miniature, Franco Maria Ricci

La prestigiosa casa editrice Franco Maria Ricci propone al pubblico dei sinologi e dei bibliofili, la ristampa integrale del volume di Jean-Baptiste Joseph Breton, intellettuale e poligrafico che fra il 1811 e il 1812 divulgò in Francia le splendide miniature di due sacerdoti cattolici cinesi, invitati alla corte reale mezzo secolo prima. Un volume artistico e documentario insieme, che fa luce sul passato della grande cultura dell’Impero Celeste. Pagine 197, Euro 80,00.

Roma. Nel Secolo dei Lumi, aumentò sensibilmente l’interesse per gli aspetti geografici e antropologici di Paesi più lontani, in particolare dell’Estremo Oriente; ai tradizionali scopi commerciali, si aggiungevano adesso quelli dello studio, e la potente Compagnie des Indes Orientales, controllata da Henri Bertin, ministro di Luigi XV, nel 1760 approfittò del soggiorno in Francia di due giovani sacerdoti cinesi, Aloys Ko e Etienne Yang, per invitarli a corte affinché compilassero un’esauriente raccolta di miniature attraverso le quali documentare gli usi e i costumi del popolo cinese. All’epoca la Cina era un impero ancora abbastanza potente, ma era soprattutto la culla di una cultura raffinata e articolata, fatta dei suggestivi riti che ruotavano attorno alla corte, di un fiorente artigianato che aveva nella carta e nella porcellana produzioni apprezzatissime anche in Europa, di culti filosofico-religiosi che spaziavano dal buddismo al confucianesimo, passando per l’Islam delle minoranze del Tsang-Ti. Il ministro Bertin aveva una vera e propria fascinazione per la Cina, e lo studio da lui promosso avrebbe dovuto dimostrare agli eruditi francesi e non solo, come fra la Cina e l’Europa esistesse una consonanza di fondo, e ciò avrebbe dovuto rimuovere tutti gli ostacoli per l’accoglimento di questo grande Paese nel novero della nazioni civili.  Purtroppo lo scopo non fu raggiunto, verso la Cina rimase una certa diffidenza che culminò nelle guerre coloniali della metà del secolo successivo.

Venditore ambulante e bancarellaio - La Chine en miniature, Franco Maria Ricci
Venditore ambulante e bancarellaio – La Chine en miniature, Franco Maria Ricci

Ma intanto, fra il 1811 e il 1812, al momento del collasso napoleonico, e quando ormai l’assolutismo dell’Ancien Régime era un lontanissimo ricordo, Jean-Baptiste Joseph Breton (1777 – 1852) dette alle stampe quel prezioso materiale che gli eventi storici avevano lasciato da parte. Uscirono tre volumi, accompagnati da un saggio dello stesso Breton, e da dettagliate descrizioni delle 103 miniature. Nel saggio, vi sono descritti con discreta minuzia aspetti della Cina quali le produzioni agricole, la flora e la fauna, le caratteristiche morfologiche del territorio, e quegli aspetti religiosi che più affascinavano gli intellettuali europei, che ammiravano la saggezza di Confucio o Lao Tsè. E non mancano alcuni accenni alle sfortunate missioni gesuite nel Paese, che non trovarono molti adepti e anzi subirono diverse persecuzioni, fra cui l’arresto e l’espulsione.

Franco Maria Ricci, che ha dedicato i suoi ultimi mesi di vita a questo progetto, lo lascia adesso in eredità al pubblico dei suoi lettori, riportando alla luce un documento straordinario sulla Cina del Settecento. Stampato in grande formato, il volume permette di apprezzare la raffinatezza e la perizia di tratto delle coloratissime miniature, dedicate agli usi e costumi del popolo cinese. Pagina dopo pagina, si scopre, ad esempio, come veniva prodotta la carta in fibra di bambù, come si lavorava la porcellana, come si raccogliesse il tè avvalendosi anche del lavoro di scimmie ammaestrate,come si producesse l’inchiostro, o come funzionasse le prime macchine per calcoli matematici. Scene che dimostrano il grado di sviluppo raggiunto dal popolo cinese in fatto di artigianato e tecnologia, e insieme permettono di apprezzare l’abbigliamento dei cinesi del popolo, artigiani o mercanti che fossero. Sfilano infatti sotto gli occhi del lettore anche venditori ambulanti di dolci, di cani, di uova colorate scambiate per festeggiare l’inizio della primavera, di frutta, di giocattoli, e tutti insieme compongono il mosaico dell’attivo e laborioso popolo cinese.

Non mancano scene di corte, come il corteo imperiale, i dignitari nei loro abiti sontuosi, e, quasi a voler soddisfare il gusto del macabro che anche all’epoca entrava sempre nell’interesse per i popoli esotici, alcune miniature danno un saggio delle tante torture che la rigida legge cinese applicava ai rei.

Il volume è arricchito, oltre che dal saggio originale di Breton, anche da uno scritto di Hwee Lie Blehaut, storica dell’arte cinese, che racconta il clima culturale della fascinazione per la Cina nella Francia del Settecento, e da un testo di Giorgio Antei studioso e accademico, che riflette sulla visione dello straniero e del “barbaro” nella cultura occidentale e in quella cinese.

Si tratta quindi di un’opera a carattere storico e documentario, ma anche di un’occasione per riflettere sul tema universale del dialogo fra i popoli.

La Chine en miniature, Franco Maria Ricci
La Chine en miniature, Franco Maria Ricci

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