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Tra ragione e insensatezza. La grande retrospettiva di Francisco Goya alla Fondazione Beyeler

FRANCISCO DE GOYA, LA MAJA VESTIDA, 1800-1807 olio su tela 95 x 190 cm Museo Nacional del Prado, Madrid © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado. Madrid FRANCISCO DE GOYA, LA MAJA VESTIDA, 1800-1807 olio su tela 95 x 190 cm Museo Nacional del Prado, Madrid © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado. Madrid
FRANCISCO DE GOYA, LA MAJA VESTIDA, 1800-1807 olio su tela 95 x 190 cm Museo Nacional del Prado, Madrid © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado. Madrid
FRANCISCO DE GOYA, LA MAJA VESTIDA, 1800-1807, olio su tela, 95 x 190 cm, Museo Nacional del Prado, Madrid © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado. Madrid

La Fondazione Beyeler di Riehen (Basilea, Svizzera) presenta una delle più importanti mostre dedicate a Francisco Goya al di fuori della Spagna. Goya sarà in esposizione dal 10 ottobre 2021 al 23 gennaio 2022.

Le gioie i dolori, i fasti e la tragedia. Francisco de Goya y Lucientes (1746–1828) è stato uno dei pittori più sensibili alle sfaccettature umane, magistralmente impressionate nei suoi celebri ritratti. Particolarmente noti quelli che raffigurano i membri della famiglia reale e i personaggi aristocratici. Ma anche quando sulla tela imprimeva i volti di amici e conoscenti, l’acuta penetrazione psicologica rimaneva invariata. Medesimo discorso quando il soggetto era proprio lui stesso. Goya si è a più riprese dedicato all’autoritratto, occasioni in cui lasciava trapelare i moti d’animo e la sensibilità che ancora oggi lo contraddistinguono.

Tanti altri i temi toccati dalla mostra: dalle majas (immagini femminili da cui promana un rapporto fra uomo e donna carico di tensione) ai mercati popolari, dalle arene ai covi di banditi, dai manicomi ai tribunali dell’inquisizione. Altrettanto importanti sono le scene che illustrano i sabba delle streghe in cui Goya raffigura la superstizione, l’irrazionalità e gli incubi della sua epoca.

FRANCISCO DE GOYA, IL SABBAT DELLE STREGHE (EL AQUELARRE), 1797/98 OLIO SU TELA MUSEO LÁZARO GALDIANO, MADRID Öl auf Leinwand 43 × 30 cm Fundación Lázaro Galdiano, Madrid
FRANCISCO DE GOYA, IL SABBAT DELLE STREGHE (EL AQUELARRE), 1797/98, Olio su tela, Miseo Lazaro Galdiano, Madrid, Öl auf Leinwand, 43 × 30 cm, Fundación Lázaro Galdiano, Madrid

La mostra alla Fondation Beyeler segue un andamento cronologico e, nell’accostarsi all’arte di Goya, prende le mosse dalla posizione ambivalente e contraddittoria di questo pittore che, se da lato fu uno degli ultimi grandi maestri in seno alla tradizione degli artisti di corte in Europa, dall’altro eseguì immagini ermetiche per suo proprio conto e in totale libertà espressiva.

Nel complesso il percorso si compone di oltre 70 dipinti (alcuni di grandi dimensioni) e un insieme di circa 50 disegni e circa 50 incisioni. I prestiti giungono da rinomati musei quali il Museo Nacional del Prado, il Museo Thyssen-Bornemisza, la Fundación Lázaro Galdiano e la Fundación Casa de Alba a Madrid, il Musée du Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Londra, la Galleria degli Uffizi di Firenze, Fondazione Magnani Rocca, la National Gallery of Ireland di Dublino, la collezione Oskar Reinhart “Am Römerholz” di Winterthur, il Minneapolis Institute of Art e il Museum of Fine Arts di Houston.

FRANCISCO DE GOYA, DOÑA MARÍA DEL PILAR TERESA CAYETANA DE SILVA ÁLVAREZ DE TOLEDO, XIII DUQUESA DE ALBA, 1795 olio su tela 192 x 128 cm Fundación Casa de Alba, Palacio de Liria, Madrid.
FRANCISCO DE GOYA, DOÑA MARÍA DEL PILAR TERESA CAYETANA DE SILVA ÁLVAREZ DE TOLEDO, XIII DUQUESA DE ALBA, 1795, olio su tela, 192 x 128 cm, Fundación Casa de Alba, Palacio de Liria, Madrid.

L’esposizione è focalizzata sui tardi anni della maturità di Goya. Preziosi fulcri della mostra sono il ritratto della Duchessa di Alba, 1795, e l’iconica rappresentazione della Maja vestida 1800–1807. Altrettanto straordinari ed eccezionalmente esposti assieme sono i due dipinti Majas al balcone e Maja e la mezzana, entrambi 1808–1812. Un momento saliente della mostra è costituito dalle immagini di genere di piccolo formato: dipinti in cui Goya – analogamente ai disegni e alle incisioni – ha dato pieno corso alla sua vena creativa più profonda. Per la prima volta dopo quella che finora è stata l’unica presentazione al Museo del Prado, l’intera serie di otto immagini di genere custodita nella collezione madrilena dei Marchesi de la Romana viene esibita alla Fondation Beyeler. Ad essa si aggiungono le quattro tavole con scene di genere appartenenti alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid e solitamente concesse in prestito in via del tutto eccezionale.

Ulteriore attrazione della mostra è un cospicuo gruppo di fogli tratto dai Desastres de la guerra, 1811–1814. L’universo iconografico enigmatico e abissale di Goya era apprezzato in particolare dagli artisti spagnoli moderni, tra cui Pablo Picasso e Joan Miró. Negli anni 1920 i surrealisti sentivano il maestro come vicino alle loro istanze. Anche per gli artisti contemporanei Goya rappresenta un’importante fonte di ispirazione: nella sua riflessione sulla posizione dell’essere umano in un mondo conflittuale, che oscilla tra ragione e insensatezza, le immagini di Goya si rivelano attuali più che mai.

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