Il museo madrileno ospita una mostra dedicata a Leonardo e alla sua bottega. E il Salvator Mundi viene escluso dalle opere assegnate al vinciano
Diciamo la verità: molti, forse la maggior parte di voi (anzi, di noi), hanno avuto e continuano ad avere dubbi sull’attribuzione a Leonardo del celebre Salvator Mundi. Il dipinto dei record, quello venduto all’asta da Christie’s per oltre 450 milioni di dollari. Acquistato, pare, dal principe Badr bin Abdullah, ministro della cultura dell’Arabia Saudita. Dubbi spesso rimasti inespressi, viste le accese controversie che già dividono gli esperti del genio rinascimentale. Ora però arriva un segnale chiaro ad alimentare quantomeno la cautela: e arriva da un’istituzione di riconosciuto prestigio globale. Qual è il Museo del Prado.
Il museo madrileno ospita infatti fino a gennaio 2022 una mostra dedicata alla Gioconda e al rapporto di Leonardo con la sua fervente bottega. E nel catalogo, le moltissime opere prese in condiderazione dallo studio vengono suddivise in due categorie. Da una parte quelle certamente e indiscutibilmente autografe del vinciano. Dall’altra quelle “attribuite, di bottega o supervisionate da Leonardo”. Ed è in questa seconda lista che viene inserito il Salvator Mundi “arabo”, già misteriosamente escluso dalla grande mostra dedicata a Leonardo dal Louvre.
A rafforzare la presa di posizione del Prado c’è poi il saggio in catalogo della curatrice Ana Gonzáles Mozo. Secondo la quale “alcuni specialisti ritengono che ci fosse un prototipo ora perduto, mentre altri pensano che la tanto dibattuta versione di Cook [quella venduta all’asta, ndr] sia l’originale”. E lo stesso catalogo pubblica l’immagine di un’altra versione del Salvator Mundi, nota come versione Ganay, del tutto ignorando in dipinto dei record…