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La lunga e feconda amicizia tra Raymond Hains e Remo Bianco tradotta in una raffinata mostra a Milano

Tableau doré tecnica mista e foglia d'oro su tela 206 x 304 cm Eseguito nel 1965 Courtesy Fondazione Remo Bianco Tableau doré, tecnica mista e foglia d'oro su tela, 206 x 304 cm, eseguito nel 1965, Courtesy Fondazione Remo Bianco
Tableau doré tecnica mista e foglia d'oro su tela 206 x 304 cm Eseguito nel 1965 Courtesy Fondazione Remo Bianco
Remo Bianco, Tableau doré (1965), tecnica mista e foglia d’oro su tela, 206 x 304 cm, Courtesy Fondazione Remo Bianco

Tommaso Calabro inaugura a Milano la mostra Remo Bianco / Raymond Hains, inedito dialogo tra i due artisti. 

Profondamente influenzato dalla pratica di Raymond Hains (1926-2005), Remo Bianco (1922-1988) lo definì «grandissimo pittore della nostra epoca, scopritore dell’arte delle analogie e delle concretizzazioni formali» e «uno tra i più straordinari personaggi della mia vita». La loro lunga amicizia ha inizio negli anni ’60, dopo la visita di Hains alla Galleria del Cavallino di Venezia, dove rimane affascinato dalle opere esposte alla personale di Remo Bianco. Questi da allora si considerò uno dei suoi allievi, ispirandosi alla grande immaginazione e infinita capacità creativa dell’artista e fotografo francese, concependo l’operazione estetica come appropriazione di figure, oggetti e situazioni direttamente dalla realtà. Cercandosi e rincorrendosi, i due artisti lavoreranno in una contaminazione continua, dedicandosi vicendevolmente le proprie opere. 

Saffa legno dipinto, legno tinto e legno stratificato 100 x 41 x 15 cm Eseguito nel 1970
Raymond Hains, Saffa (1970), legno dipinto, legno tinto e legno stratificato, 100 x 41 x 15 cm

Selezionate per celebrare questo decennale rapporto, una serie di opere realizzate tra gli anni Sessanta e Settanta, come i celebri Tableaux dorés di Bianco che dialogano con i Fiammiferi di Hains, riproduzioni murali di scatole di fiammiferi su ampia scala. Le Affiches Lacérées di Hains sono accostate con i Sacchettini di Remo Bianco, pannelli con bustine di plastica allineate a griglia e colme di objets trouvés, svelando come entrambi realizzassero le proprie opere attraverso la appropriazione di elementi presi dal mondo esterno, cioè, rispettivamente, frammenti di città e frammenti della propria vita. Inoltre sarà possibile indagare ulteriormente la ricerca dei due artisti, che amavano sperimentare con materiali innovativi, attraverso pezzi in 3D in legno e plexiglass, distorsioni delle copertine dei cataloghi dei Padiglioni della Biennale ’68. La mostra, aperta al pubblico dal 14 dicembre al 26 febbraio, sarà ospitata dalla suggestiva sede della Galleria Tommaso Calabro in Piazza San Sepolcro 2.

Appropriazione di Raymond Hains Eseguito nel 1972 Courtesy Fondazione Remo Bianco
Remo Bianco, Appropriazione di Raymond Hains (1972), Courtesy Fondazione Remo Bianco

 

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