Il restauro del Sant’Onofrio di Battistello conservato a Palazzo Barberini sarà realizzato grazie alla vendita del Vino Civitas della Tenuta Caparzo di Montalcino
Il restauro permetterà finalmente una lettura piena del dipinto e dei suoi valori cromatici, oggi offuscati da un generale ingiallimento delle vernici. Mentre le indagini diagnostiche previste ci permetteranno di conoscere meglio la tecnica e il procedimento compositivo. Le Gallerie Nazionali di Arte Antica programmano già le attività per il 2022, che prenderà avvio con il restauro del Sant’Onofrio di Battistello Caracciolo conservato a Palazzo Barberini. L’intervento sarà realizzato con i proventi della vendita del Vino Civitas, grazie all’impegno dell’Associazione Civita in partnership con la Tenuta Caparzo di Montalcino. Un accordo sottoscritto nel 2019, volto a sostenere il restauro di opere particolarmente significative del museo. Che ha già permesso di restaurare la Madonna del latte di Bartolomé Esteban Murillo, e di avviare gli interventi su una console settecentesca della Galleria Corsini.
Battistello Caracciolo (Napoli 1578 – 1635) fu uno dei primi seguaci di Caravaggio durante la sua permanenza a Napoli e fu anche uno degli artisti più talentuosi tra quelli che si cimentarono con le nuove tecniche apportate dal Merisi. Il Sant’Onofrio delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, un olio su tela che misura 180 x 116 cm, è un’opera realizzata nel 1625. In cui l’artista ha messo in scena gli effetti dell’ascetismo estremo del santo, rifugiatosi per più di sessant’anni nel deserto. Dopo aver ripudiato le sue origini regali. La scena è resa ancora più cruda dallo sfondo scuro e dalla luce “caravaggesca” proveniente dalla parte posteriore destra. Che evidenzia la fatica fisica di Onofrio che si appoggia al bastone e la sua figura emaciata e provata, coperta soltanto dalle foglie e caratterizzata dalla lunga barba e dai capelli bianchi.
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