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Il mago del Ritratto. La Triennale di Milano celebra il genio di Giovanni Gastel

© Giovanni Gastel
© Giovanni Gastel

Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto tra dicembre 2021 e gennaio 2022 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.

A meno di un anno dalla scomparsa dell’indimenticabile fotografo, la Triennale di Milano omaggia Giovanni Gastel con due mostre, allestite (non a caso) fino al 13 marzo 2022, primo anniversario della sua morte: “The People I Like”, in collaborazione con il MAXXI di Roma, e “I gioielli della fantasia”, in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea.

Lo scorso marzo moriva, a soli 65 anni, uno dei più grandi fotografi di moda e ritrattisti della scena contemporanea italiana: Giovanni Gastel (Milano, 1955-2021). La sua carriera, iniziata a Milano negli anni Settanta, subisce una svolta nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda. Tra gli anni Ottanta e Novanta, la sua carriera esplode e sviluppa campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane, tra cui Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi, Krizia, Ferragamo. Nel 1997 Triennale Milano gli dedica una personale curata da Germano Celant, La fotografia velata, che lo lancia ai vertici dell’élite fotografica mondiale. È però alla fine degli anni 2000 che Gastel inizia a esplorare un altro lato del mondo fotografico: il ritratto.

© Giovanni Gastel
© Giovanni Gastel

A colmare il vuoto causato dalla sua prematura scomparsa, sono proprio i ritratti in scena alla Triennale di Milano dallo scorso primo dicembre nella mostra “The People I Like”. Oltre 200 ritratti, testimonianza degli innumerevoli incontri che hanno caratterizzato la vita del celebre fotografo. L’esposizione -dal titolo The people I like, a cura di Uberto Frigerio con allestimento di Lissoni Associati- è un labirinto di volti, pose, sogni di personaggi del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo, della politica. Racconta il curatore: “Decidere di fare il curatore della mostra di Giovanni Gastel è stata una scelta facile. Facile perché per oltre quarant’anni mi sono preso “cura” di Giovanni e, ovviamente, viceversa. Ci siamo conosciuti da bambini e abbiamo giocato insieme per molti anni; sono stato, a metà degli anni Settanta, il suo primo assistente e ho poi collaborato con lui per molti anni, e continuo a farlo, ricoprendo diversi ruoli. Per questo è stato facile. Difficilissimo, invece, è stato fare la selezione tra i numerosissimi ritratti fotografici di tutti questi anni. Selezione durissima, sofferta, – abbiamo dovuto lasciare fuori bellissime foto e bellissime persone, amici e artisti- soprattutto perché abbiamo intitolato la mostra: Giovanni Gastel. The people I like…”.

Tutti ritratti sono in grande formato, la maggior parte in bianco e nero, mentre nella parte finale del percorso espositivo trovano spazio 80 immagini della serie dei colli neri, dei ritratti ai margini della spiritualità dell’anima. Un ritratto collettivo di anime, incontrate nel corso di una carriera quarantennale. Modelle, attrici, artisti, cantanti, musicisti, politici, giornalisti, tra cui: Barack Obama, Marco Pannella, Germano Celant, Mimmo Jodice, Fiorello, Zucchero, Tiziano Ferro, Roberto Bolle, Bebe Vio, Bianca Balti, Luciana Littizzetto, Franca Sozzani, Chiara Ferragni, Miriam Leone, Monica Bellucci, Winnie Harlow, Carolina Crescentini.

© Giovanni Gastel
© Giovanni Gastel

“Dico sempre alla persona che sto per fotografare una frase che spiega come intendo il ritratto: io non sono uno specchio, sono un filtro. Il ritratto che io farò di te sei tu, filtrato da quello che sono io (le mie paure, le mie gioie, le mie solitudini, le mie poesie): uscirai sotto forma di interpretazione di te. Io do la mia lettura che non è la lettura assoluta. Io filtro attraverso tutto quello che ho letto, visto, studiato e ti restituisci”. Grazie alle parole pronunciate da Gastel stesso, è facile comprendere che i ritratti realizzati dal fotografo siano frutto di uno scopo preciso, quello di indagare ciò che va aldilà dell’esteriorità, cogliendo la complessità del soggetto, scavando nella sfera psicologica del personaggio: egli trasforma il soggetto fotografato nell’icona di se stesso, nella visione nitida e personale del suo sguardo e del suo mondo.

Ad affiancare “The People I Like” è un altro piccolo gioiello: “I gioielli della fantasia”. Una chicca che presenta uno dei primi lavori che ha dato a Giovanni Gastel la notorietà internazionale. Si tratta di venti immagini -donate da Lanfranco Colombo a Regione Lombardia e conservate presso il Museo di Fotografia Contemporanea- di un più ampio progetto commissionato a Gastel dalla Daniel Swarovski Corporation nel 1991 per un libro e una mostra itinerante curati da Deanna Farneti Cera.

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