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Da Game of Thrones a Tolkien: in mostra le mappe dei mondi che non esistono

Loren Latker, "Shamus Town," The Raymond Chandler Mystery Map of Los Angeles, the Wonder City of America (2014). © Loren Latker, 2021. Courtesy of he Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens. Loren Latker, "Shamus Town," The Raymond Chandler Mystery Map of Los Angeles, the Wonder City of America (2014). © Loren Latker, 2021. Courtesy of he Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.
Loren Latker, "Shamus Town," The Raymond Chandler Mystery Map of Los Angeles, the Wonder City of America (2014). © Loren Latker, 2021. Courtesy of he Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.
Loren Latker, “Shamus Town,” The Raymond Chandler Mystery Map of Los Angeles, the Wonder City of America (2014). © Loren Latker, 2021. Courtesy of he Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.
Non c’è mondo che non possieda una mappa. E l’universo letterario non fa differenza. Questo appare chiaro in Mapping Fiction, la nuova mostra della Huntington Library, Art Museum e Botanical Gardens in California, che esamina le modalità in cui autori e cartografi hanno disegnato mondi fantastici. A volte simili, altre totalmente diversi dal nostro.

La mostra coincide con il centenario dell’uscita dell’Ulisse di James Joyce, Ulisse. In mostra diversi cimeli legati al libro, tra cui una copia della prima edizione, una bozza dattiloscritta di uno dei suoi capitoli e varie stampe calcografiche di Dublino come descritte dall’autore.

Ma non è stato solo l’anniversario del romanzo di Joyce a ispirare l’esposizione, ha spiegato Karla Nielsen, la curatrice delle collezioni letterarie di Huntington. Anche perché l’autore non era granché interessato ad avere una mappa della sua città.

Joyce non voleva assolutamente che Ulisse fosse pubblicato con uno schema, una mappa di Dublino, una qualsiasi forma di interpretazione reale. La sua reticenza in tal senso mi ha spinto a pensare a come funzionano le mappe quando inserite in un romanzo cartaceo. In che modo influenzano il modo in cui i lettori immaginano la narrazione?

A map from Robert Louis Stevenson’s Treasure Island (1883). Courtesy of The Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.
A map from Robert Louis Stevenson’s Treasure Island (1883). Courtesy of The Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.

Provano a rispondere le circa 70 opere raccolte dal museo. Tra i punti salienti ci sono le mappe che accompagnavano le prime edizioni della trilogia de Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien, L’isola del tesoro e Il rapimento di Robert Louis Stevenson  e Il Trono di Spade di George R. R. Martin. A queste si aggiungono i diagrammi disegnati a mano (e inediti) da Octavia E. Butler dei suoi paesaggi immaginati. Questi forniscono uno sguardo privilegiato suoi processi di scrittura di opere quali Parable of the Talents e Parable of the Trickster (che non è mai stato pubblicato).

Gli appassionati di libri rari troveranno le prime edizioni del Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift e Il giro del mondo in 80 Giorni di Jules Verne. Quest’ultimo viene presentato accanto a un gioco da tavolo vintage ispirato a Nellie Bly, giornalista che a sua volta ha circumnavigato il mondo inspirata dal romanzo di Verne. Piccola curiosità: le ci sono voluti solo 72 giorni.

D.W. Kellogg & Co., The Open Country of a Woman’s Heart (1833-42). © Nancy and Henry Rosin Collection. Courtesy of The Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.
D.W. Kellogg & Co., The Open Country of a Woman’s Heart (1833-42). © Nancy and Henry Rosin Collection. Courtesy of The Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.
David Lilburn, “The Quays” from In medias res (2006). © David Lilburn, 2021. Courtesy of The Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.
David Lilburn, “The Quays” from In medias res (2006). © David Lilburn, 2021. Courtesy of The Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens.

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