Dall’Ucraina sotto assedio artisti, poeti, registi, scrittori chiamano all’appello gli intellettuali europei contro l’aggressione russa
“Dove sono le voci degli artisti provenienti da Francia, Germania, Stati Uniti?“. È lo scrittore Andrei Kurkov ad andare più direttamente al punto: tutto il mondo è scioccato dalla guerra iniziata dalla Russia, ma di azioni concrete se ne vedono poche. L’emittente radiofonica tedesca Deutsche Welle è fra le prime a raccogliere le preoccupazioni degli intellettuali dell’Ucraina, con una serie di brevi interviste ad artisti, poeti, registi, scrittori. Che non risparmiano critiche anche dure al silenzio che caratterizza queste prime giornate di mobilitazione. “Il mondo ha visto il vero volto della Russia di Putin, che purtroppo è lontano dall’ideale immagine di paese dell’arte e dell’umanesimo”, riflette la conduttrice Oksana Lyniv. “Ora il mondo deve dimostrare quanto valgono le lezioni di due guerre mondiali”.
“Sono contento che alcuni artisti russi abbiano preso un posizione chiara”, commenta il poeta e scrittore Serhij Zhadan. Ma “le loro voci non hanno alcuna possibilità di essere ascoltate”. Duro il regista Sergei Loznitsa, secondo il quale “per otto anni, l’Europa occidentale ha cercato di ignorare questa guerra, e ha continuato a cooperare e sostenere l’aggressore. Se ora non ci sarà una dura reazione da parte dei paesi dell’UE e della NATO, finirà male per tutti”. Pessimismo nelle parole della scrittrice Katya Petrovskaya: “nessuno può vincere la guerra che è appena iniziata. Ed è troppo tardi per i colloqui. L’Occidente deve stringere la cinghia e rinunciare al petrolio e al gas russi”. E il nichilismo pervade anche le parole del citato Andrei Kurkov: “come scrittori e artisti, abbiamo meno influenza sulla situazione rispetto ai nostri colleghi durante la prima e la seconda guerra mondiale. La parola scritta e parlata ha perso peso”.