L’Ucraina sospende il progetto con l’artista Pavlo Makov. “Non siamo in grado di continuare a lavorare a causa del pericolo a cui siamo esposti”
“Al momento non siamo in grado di continuare a lavorare sul progetto del padiglione a causa del pericolo a cui siamo esposti”. La guerra Russia-Ucraina non tarda a riflettersi sulla Biennale di Venezia: e da Kiev arriva l’annuncio che tutti speravano di non dover leggere. È il quotidiano Nuova Venezia a riportare la nota diffusa via Instagram dallo staff che stava organizzando il padiglione ucriano nello spazio dell’Arsenale. “Le nostre vite, le vite dei nostri cari come tutto quello in cui noi crediamo, la pace, la libertà, la democrazia e la cultura, sono messe a rischio”, si legge nel drammatico comunicato. “Il nostro team è sparpagliato in tutta l’Ucraina: Kharkiv, Kiev, Lviv e in parte fuori. Nel momento in cui stiamo scrivendo questa comunicazione non siamo strettamente in pericolo, ma la situazione è critica e cambia ogni minuto”.
Non si tratta di una comunicazione ufficiale del Ministero della Cultura, ma dello staff, si precisa. Per poi lasciare aperto uno spiraglio di ottimismo. “Se la situazione cambierà e se sarà sicuro spostarsi, viaggiare e arrivare a Venezia, allora ci saremo. Non possiamo confermare che il nostro progetto sarà completo, ma vi promettiamo che faremo il possibile per esserci”. Il desiderio è quello di portare comunque a Venezia il lavoro dell’artista Pavlo Makov, l’artista selezionato a rappresentare l’Ucraina. Un segnale forte, che diventerebbe simbolico di un popolo che vuole guardare in avanti, al di là dei drammi della guerra. Al momento, invece, risulta confermata la presenza della Russia nel proprio padiglione nazionale ai Giardini.
