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La Terra non smetterà mai di cambiare. A San Gimignano la personale di Moataz Nasr

Moataz Nasr - Barzakh (the liminal space) Small version 2019, wood and mother of pearls, variable dimensions Moataz Nasr - Barzakh (the liminal space) Small version 2019, wood and mother of pearls, variable dimensions
Moataz Nasr - Barzakh (the liminal space) Small version 2019, wood and mother of pearls, variable dimensions
Moataz Nasr – Barzakh (the liminal space) Small version 2019, wood and mother of pearls, variable dimensions
Galleria Continua presenta la nuova mostra personale di Moataz Nasr. Tectonic Shift, Spostamento Tettonico è il titolo dell’esposizione dell’artista egiziano, che presenta sia opere iconiche che nuove produzioni. A San Gimignano dal 26 marzo al al 15 maggio 2022.

Moataz Nasr esplora tradizioni e nuovi globalismi, mettendo in discussione lo sviluppo geopolitico ed economico in Africa e nel resto del mondo contemporaneo. Per Nasr la pratica artistica è strumento e linguaggio che abbraccia l’arte, la sociologia, il Sufismo e la storia, con l’obiettivo di incoraggiare il dialogo attraverso il superamento dei confini geografici.

Con la sua opera mette insieme linguaggi diversi per esplorare le contraddizioni della mondializzazione, le connessioni tra passato e presente, i modi in cui le scelte della politica e dell’economia impattano sulle persone; ma nel suo lavoro c’è anche spazio per gli stati d’animo dell’individuo, a cominciare dal senso d’impotenza nei confronti dei grandi cambiamenti che il mondo oggi conosce.

Ispirata dalla teoria della tettonica a placche, l’asse portante della mostra ruota attorno all’idea di cambiamento. Moataz Nasr riflette su come il mondo sia in costante trasformazione, di come tutto – l’universo intero ma anche ciascun singolo individuo – sia sottoposto ad un’inevitabile evoluzione. Il mutamento è una parte effettiva della vita e si manifesta sia con eventi improvvisi ed evidenti sia attraverso più sottili passaggi temporali.

La superficie della Terra, ovvero la crosta terreste, ha iniziato a spostarsi circa tre miliardi di anni fa, senza mai fermarsi da allora. Molto prima che la Terra fosse identificata come Pianeta Blu, era solo un corpo roccioso rovente, inospitale per qualsiasi forma di vita. L’evoluzione del nostro pianeta ha creato quello che potremmo definire il più grande puzzle della storia: grandi blocchi di crosta terreste, le placche, hanno iniziato a muoversi, ad entrare in collisione l’uno con l’altro, formando enormi depressioni o altissime montagne.

Ora siamo consapevoli, anche se spesso tendiamo a dimenticarlo, che la superficie della Terra – su cui poggiamo i nostri piedi, la nostra vita – non smetterà mai di cambiare. I fenomeni erosivi, la deposizione degli agenti atmosferici, gli spostamenti tettonici, sono destinati ad avvenire, sono inevitabili e incontrollabili. Noi esseri umani non siamo diversi dal pianeta che abitiamo. Dal momento in cui emettiamo il nostro primo respiro, il primo vagito fuori dal grembo materno, il nostro puzzle interiore comincia a formarsi. Tutto ciò che ci circonda richiede che diventiamo parte di esso, anche quando scegliamo di non farlo. Per fare esperienza di ciò che è esterno a noi, automaticamente soccombiamo diventando parte di qualcos’altro, consciamente o meno.

Guardandoci intorno, come si può rimanere in disparte? I conflitti, le carestie, le ingiustizie non possono essere trascurate o ignorate: non si può fingere di non esserne colpiti. Il mondo fa costantemente agitare le nostre viscere, incurante della nostra volontà di distacco. Non si può – nessuno ci è mai riuscito – trovare il modo di farlo cessare di “girare”, di cambiarne il verso. Tutto quello che succede attorno a noi fa si che ogni individuo sia spinto da una parte all’altra, come una placca; sia modificato fino ad annullarsi nel corso degli eventi”.

Moataz Nasr.

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