Francesca Whitlum-Cooper, The Myojin-Nadar Associate Curator of Paintings 1600–1800 alla National Gallery di Londra, ci porta alla scoperta di un misterioso dipinto con un’insolita mosca al suo interno.
Portrait of a Woman of the Hofer Family è stato dipinto intorno al 1470 da un artista europeo sconosciuto, proveniente dalla Svevia. Ovvero l’area che nel medioevo comprendeva la Germania meridionale, parte della Svizzera e parte della Francia.
Il dipinto non è firmato e non è stato attribuito a un artista specifico. Anche la donna nel ritratto non è nota. Certo, sappiamo che faceva parte della famiglia Hofer, come indicato dalla scritta nell’angolo in alto a sinistra: Geborne Hoferin, che significa letteralmente “nata Hofer”. Seppure interessante, non è però questo mistero ad attrarre maggiormente l’attenzione. A prendersi la scena è indubbiamente la mosca posata sul cappello della donna. Un elemento insolito che rende il quadro speciale.
Quale può essere la sua ragione d’essere? Di certo non è un orpello estetico. Più probabile si tratti di un espediente simbolico. La mosca, nella storia dell’arte, è infatti simbolo di caducità e mortalità. Inoltre la donna tiene in mano un fiore comunemente chiamato Non ti scordar di me. Due indizi che inducono a pensare che la donna, al tempo del ritratto, era forse deceduta.
Un’altra possibilità è che l’artista volesse invece esaltare la verosimiglianza dell’opera, molto ben eseguita e ricca di dettagli. In tal senso la mosca – raffigurata con tanto di ombra, nel pieno della sua tridimensionalità – vorrebbe essere un tocco sopraffino, un innesto di realtà quotidiana che andrebbe ad esaltare l’incredibile aderenza del dipinto al reale.