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Cinque cose che (forse) non sapete di Claude Monet

Claude Monet, La stazione di Saint-Lazare, 1877, olio su tela, 75, 5 x 104 cm. Parigi, musée d’Orsay
Claude Monet, La stazione di Saint-Lazare, 1877, olio su tela, 75, 5 x 104 cm. Parigi, musée d’Orsay

Claude Monet è uno degli artisti più noti in assoluto, indubbiamente uno dei più riconoscibili e dei più amati, anche sul mercato delle aste. Padre dell’Impressionismo, è conosciuto soprattutto per le sue iconiche ninfee dipinte nel giardino della sua casa a Giverny.

Ecco cinque curiosità sulla vita di Monet che forse non tutti sanno:

1) Famoso fin dall’infanzia!
Claude Monet nasce a Parigi nel novembre 1840. All’età di cinque anni si trasferisce con la famiglia nella cittadina di Le Havre, in Normandia, dove suo padre gestisce un’attività di alimentari. Diventa “famoso” a scuola per aver disegnato caricature dei suoi insegnanti e questa notorietà si diffonde in paese quando inizia a realizzare caricature di noti cittadini e a mostrare i risultati dei suoi sforzi ogni domenica nella vetrina di un negozio locale di cornici.

2) Da studente a Parigi, ha condiviso l’alloggio con Pierre-Auguste Renoir
Mentre cerca di intraprendere la carriera di artista a Parigi, dove studia, condivide l’alloggio con il suo compagno di classe Pierre-Auguste Renoir. I tempi erano duri e i due giovani conducevano un’esistenza bohémien, sopravvivendo con una dieta a base di legumi. La loro routine giornaliera prevedeva di cucinare poco prima che arrivasse una modella per posare nuda, poiché, per motivi di riscaldamento, la stufa avrebbe dovuto comunque essere accesa.

3) Monet ha sofferto in tutte le condizioni atmosferiche per la sua arte
Monet era fermamente convinto che l’arte dovesse essere vitale, immediata e direttamente ispirata dalla natura. Lui e gli impressionisti erano infatti gli ideatori della pittura all’aperto – en plein air – piuttosto che in uno studio. Esistono aneddoti su Monet che esce con temperature sotto lo zero, indossando tre cappotti, con una borsa dell’acqua calda sui piedi e con ghiaccioli sulla barba. Un giornalista dopo un incontro in inverno con Monet ha scritto: «Ci siamo accorti di uno scaldapiedi, poi un cavalletto, poi un signore infagottato, in tre cappotti, guanti alle mani, la faccia semicongelata; era Monet che studiava un effetto della neve».

4) Monet aveva il potere di interferire con gli orari delle ferrovie
Gli impressionisti hanno ascoltato la chiamata di scrittori come Émile Zola e Charles Baudelaire a dipingere soggetti moderni. Parigi è stata trasformata a metà del 19° secolo, i suoi vicoli medievali angusti e tortuosi hanno lasciato il posto a nuovi e ampi viali. Anche i viaggi in treno esplosero e Monet è rimasto particolarmente colpito dagli effetti visivi della locomotiva a vapore. In più di un’occasione, si dice che abbia convinto il capostazione della Gare Sainte-Lazare a ritardare la partenza di un treno nel tentativo di catturare l’immagine perfetta.

5) Ha perso la vista
Nei primi dieci anni del Novecento gli viene diagnosticata una doppia cataratta. Secondo alcuni potrebbe essere proprio la sua vista ridotta alla base della spiegazione delle forme sempre più astratte che Monet dipinge alla fine della sua carriera e gli strati addensanti di pittura che ha applicato insieme alla crescente predilezione per i colori innaturali.

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