Addio a Jean-Luc Godard, è morto a 91 anni il regista di Fino all’ultimo respiro, Bande à part e Prénom Carmen. Con lui si chiude definitivamente una pagina capitale della storia del cinema
«Il regista franco-svizzero Jean-Luc Godard è morto all’età di 91 anni, ha appreso Liberation dai suoi parenti martedì». Così l’annuncio di Liberation, storica rivista di cinema francese.
Regista, sceneggiatore, montatore e critico cinematografico, Jean-Luc Godard è stato (e rimane) uno dei nomi più importanti del panorama cinematografico della seconda metà del novecento. Assieme a lui è nata la Nouvelle Vague, un nuovo modo di fare e di vedere il cinema.
Leone d’oro nel 1984 per Prénom Carmen e Oscar alla carriera nel 2011, Godard conquista l’attenzione di pubblico e critica già con il suo primo lungometraggio nel 1960, Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle) è una rivelazione che lo consacra come astro nascente e (subito) star del cinema francese (Orso d’argento per il miglior regista a Berlino). Seguono anni febbrili, con Vivre sa vie (1962), premiato a Venezia con il Leone d’Argento, Le Mépris (1963), Bande à part (1964), Pierrot le fou (1965), Alphaville (1965), Orso d’Oro a Berlino, La Chinoise (1967), suo secondo Leone d’Argento, per citare solo alcuni dei film della prima parte della sua ricchissima filmografia.
Seguono anni di lotte critiche, politiche e teoriche. Sono anni tumultuosi. Godard nel 1969 fonda assieme ad altri registi il Gruppo Dziga Vertov, un collettivo con l’obiettivo di sperimentare un cinema sociale, rifiuta il ruolo di autore convinto che esso sia il simbolo di un’ideologia autoritaria e gerarchica. Chiusa l’esperienza del gruppo Godard si butta a capofitto in nuove sperimentazioni, la modernità avanza assieme a nuovi supporti e lui non ha intenzione di restare indietro. Continua a interrogarsi sul compito del cinema, del regista, sui linguaggi, sui messaggi.
Dopo Passion (Grand Prix tecnico al Festival di Cannes 1982), con Prénom Carmen (1983) vince il Leone d’oro a Venezia – in Italia verrà distribuito solo l’anno seguente, dopo aver faticato a trovare un distributore. Seguono nel 1985 le polemiche per Je vous salue Marie, salutato dalla critica cattolica come un film blasfemo. Ma lui non si ferma, mai, continua a girare, scrivere, dal suo studio in Svizzera la sua rivisitazione critica del fare cinema non conosce sosta. Nel 2014 riceve il Premio della giuria per Adieu au langage – Addio al linguaggio e nel 2018 la Palma d’oro speciale per Le livre d’image. Quando si parla di storia del cinema, di registi che hanno fatto la rivoluzione, di maestri, di icone, di geni, in tutti quei casi si parla di autori come Jean-Luc Godard.