Fino al 16 ottobre al Centro Balneare Romano di Milano la Fondazione Nicola Trussardi presenta Gilded Darkness di Nari Ward, diciannovesima mostra nomade dell’istituzione no profit meneghina. Quella messa in scena dall’artista statunitense, nella storica Piscina di Città Studi, è una vera e propria “oscurità dorata”, un invito a riflettere su fenomeni urgenti e globali, come l’esodo e la migrazione. Una sorta di “grido” intriso di malinconia, elaborato come una grande sinfonia polifonica di intenti ed elementi, realizzato assemblando opere e sculture con materiali di recupero. L’esposizione trova il suo centro nevralgico nella scenografica installazione adagiata sull’elemento connotativo del luogo: la piscina. La pellicola di cloro è stata completamente ricoperta da oltre duemila coperte termiche dorate, accarezzate e capovolte quotidianamente dal vento e le piogge. Un’opera viva, dinamica nel suo respiro, o nell’affanno di chi è stato avvolto in quegli estemporanei rifugi di calore.
Non è tutto oro quello che luccica. Lo dimostra limpidamente Nari Ward a Milano, in piena zona Città Studi. La storica Piscina Romano si tira letteralmente a lucido saturando la propria superficie con il velo aureo di Emergence Pool. Un tappeto sospeso delicatamente sull’acqua volto a specchiare l’egoismo dei tempi che corrono. Dal galleggiare dorato dell’indifferenza si svolge e sviluppa la mostra abitando tutti gli spazi della struttura balneare. Ma facciamo un breve passo indietro. Chi è l’artista, Nari Ward: di origine giamaicane, in giovane età si trasferisce a New York dove compie studi d’arte e dove tutt’oggi vive e lavora. Precisamente ad Harlem, celebre quartiere di Manhattan caratterizzato da una considerevole impronta afroamericana. È proprio qui, frequentando le strade della città, che rimane fortemente impressionato dal proliferare di oggetti abbandonati: passeggini, carrelli della spesa, lacci per le scarpe e tanti altri. Sono proprio questi materiali di recupero che riassemblati danno vita alle sue installazioni.
La sua ricerca, che spesso risuona come una denuncia, verte su svariati temi: il dialogo tra le diverse culture, l’arte come spazio di incontro e scambio e, in particolare, una riflessione sulla funzione dei monumenti in un momento segnato da continui cambiamenti, dai numerosi crolli e le ripetute crisi che hanno definito questi ultimi anni. Sono proprio questi anche i temi al centro dell’interesse della fondazione Trussardi, che a partire dal 2003, dopo aver nominato Direttore artistico Massimiliano Gioni, ha promosso una serie di eventi temporanei in vari luoghi di Milano e nei suoi dintorni. Obiettivo della fondazione è proprio quello di regalare, tramite l’arte, una nuova identità alla città, cercando di fare dialogare edifici preesistenti con le novità dell’arte contemporanea. Esempio eclatante è sicuramente l’intervento promosso dalla Fondazione nel 2019, quando l’artista ghanese Ibrahim Mahama aveva ricoperto con sacchi di juta i castelli daziari di Porta Venezia.
Anche in questa nuova occasione al Centro Balneare Romano si cerca quindi di ridefinire gli spazi e di dare nuova vita ad un luogo con una storia. Progettato dall’architetto Luigi Secchi durante il fascismo, il Centro viene inaugurato nel 1929 e dedicato alla memoria del giovane campione olimpionico Guido Romano morto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.
Ad aprire l’esposizione, una delle installazioni più iconiche dell’artista, Amazing Grace, prodotta nel 1993 durante la sua residenza allo Studio Museum di Harlem, realizzata in risposta alla crisi dell’AIDS e all’epidemia di droga all’inizio degli anni 90’. Amazing Grace si compone di 366 passeggini abbandonati, solitamente utilizzati dai senza tetto per trasportare i loro averi. Tutti raccolti circa nel corso di un anno, i passeggini sono disposti seguendo la forma di uno scafo di nave, quasi a rievocare degli ideali nazionalisti e imperialisti dell’America di fine 700. L’allestimento è accompagnato dalla voce della cantante gospel e attivista afroamericana Mahalia Jackson, che intona l’omonima canzone Amazing Grace, cercando di dare un senso di speranza e ottimismo. L’opera era già stata presentata a Milano nel 2015 durante la mostra La Grande Madre a Palazzo Reale.
Seguono una serie di opere che incarnano, tramite l’utilizzo di oggetti comuni, storie di riscatto e di piccoli eroismi quotidiani.
L’artista per questa occasione ha realizzato nuove produzioni, commissionate appositamente dalla Fondazione Trussardi. Tra queste Emergence Pool, un intervento site specific sulla piscina. Accostando migliaia di coperte termiche l’artista ha trasformato la gigantesca vasca d’acqua in una distesa dorata. Forte ne risulta il contrasto tra la precarietà, la fragilità di questa zattera di coperte e l’effetto iridescente del colore oro.
Poco più avanti due altre installazioni, una enorme bandiera bianca issata su una gru si muove al suono di Battleground Beacon. Dagli altoparlanti diffondono suoni e composizioni musicali realizzati in collaborazione con artisti e individui migrati nella città di Milano, con l’obiettivo di ricreare paesaggi sonori che permettano ai visitatori di immergersi all’interno di altre culture. Una immersione sinestetica trasversale, nel cuore di Milano, con vista sul mondo.