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Ibrahim Mahama, Anton Corbijn e Marta Ravasi inaugurano il nuovo centro dell’arte Eataly Art House, a Verona

      Ex Stazione Frigorifera Specializzata di Verona, sede della nuova fondazione Eataly Art House – E.ART.H, Verona (2022)

Il 5 ottobre 2022 ha inaugurato il nuovo Eataly di Verona che ospita la fondazione Eataly Art House – E.ART.H, centro dedicato alle arti visive che propone un ricco programma di esposizioni, mostre mercato ed eventi per il grande pubblico.

Una grande novità per il mondo dell’arte, che approda nei luoghi della quotidianità. All’interno dell’ex Stazione Frigorifera Specializzata di Verona, restaurata dall’architetto Mario Botta con il sostegno della Fondazione Cariverona, si sviluppano gli spazi del centro commerciale Eataly, alternati da aree esclusivamente dedicate all’arte contemporanea. Il progetto, voluto da Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Chiara Ventura, manager culturale e Francesco Farinetti, amministratore delegato di Green Pea, si basa infatti sui valori del colosso alimentare, tra cui accessibilità ed inclusività, applicati da oggi anche al mondo dell’arte.

La programmazione espositiva di E.ART.H è frutto del comitato curatoriale della fondazione, formato da Eva Brioschi, storica e critica d’arte, Walter Guadagnini, direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e Gaspare Luigi Marcone, storico dell’arte e curatore. Al piano terra si trovano i grandi corridoi espositivi che costituiscono l’Art Market, le cui opere possono essere acquistate dal pubblico. Uno primo spazio riservato alla fotografia presenta una ricca collezione di maestri degli anni Sessanta, tra i quali Elliot Erwitt, Eve Arnold e David Hurn, affiancati dalle opere di giovani fotografi emergenti selezionati da Walter Guadagnini.

                      Art Market, Corridoio “Photography”, Installation view, Eataly Art House – E.ART.H., Verona (2022)

Fino al 15 gennaio 2023 la Project Room della fondazione ospita invece la mostra Mezzanotte nella mano di Marta Ravasi, curata da Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori di Treti Galaxie. L’allestimento esalta l’intima connessione delle opere pittoriche di Ravasi, dipinti raffiguranti elementi della vita domestica, che per l’autrice rappresentano quelle immagini interiorizzate “prelevate come da una stagione di vendemmia della vasta e sterminata cisterna del materiale visivo a cui collaboriamo tutti”. Le opere sono inoltre messe in dialogo con quelle di tre artiste provenienti da due tra le più importanti collezioni di arte contemporanea del Veronese: Alice Browne della Collezione AGIVERONA, Xinyi Cheng e Jutta Koether della Collezione De Iorio, che come Ravasi si interrogano sul mistero nascosto degli oggetti e sulla sospensione del significato.

                       Marta Ravasi. Mezzanotte nella mano. Installation view, Eataly Art House – E.ART.H., Verona (2022)

Il piano superiore della fondazione ospita infine due imperdibili mostre personali, visitabili fino al 29 gennaio 2023. Dopo circa venti anni torna in Italia Anton Corbijn con Staged, a cura di Walter Guadagnini. L’esposizione conta circa ottanta scatti che indagano l’umano e la sua rappresentazione nel mondo, concepito come palcoscenico. Biografo visivo delle più grandi stelle del panorama musicale internazionale, del cinema e dell’arte contemporanea, Corbijn concepisce l’immagine fotografica come un frame video, istantanea di una narrazione non esplicita che contribuisce ad elevare i suoi soggetti ad icone.

                                        Mick Jagger, Glasgow, 1996, Copyright Anton Corbijn

I restanti spazi accolgono una seconda personale dedicata all’artista ghanese Ibrahim Mahama. Dopo l’intervento sui bastioni di Porta Venezia a Milano nel 2019 e la partecipazione alla Biennale di Venezia dello stesso anno, Mahama presenta Voli-ni, a cura di Eva Brioschi. La mostra è dominata da un’imponente installazione concepita come un lungo e alto binario di legno che si sviluppa occupando l’intero corridoio della Fondazione. I materiali utilizzati per quest’opera provengono dai resti di una commessa pubblica rimasta inutilizzata. Decine di strutture di letti a castello, progettati per i collegi ghanesi, e mai consegnate, assemblate insieme a reti da pesca, materiale d’archivio e tessuti: una stratificazione in grado di sollecitare tutti i sensi dell’osservatore. L’intento è quello di creare un circolo virtuoso di recupero di oggetti che sarebbero altrimenti destinati alle discariche. Attraverso quest’operazione l’artista ridona senso e dignità a qualsiasi tipo di prodotto industriale o artigianale, agendo virtuosamente sia sul piano della salvaguardia del pianeta, che su quello della formazione di giovani generazioni consapevoli e politicamente attive.

                                 Ibrahim Mahama, Voli-ni, Installation view, Eataly Art House – E.ART.H., Verona (2022)

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