In occasione del centenario della morte di Stefano Bardini, il “principe degli antiquari”, il Museo Stefano Bardini di Firenze gli dedica la mostra Officina Bardini. In programma dal 30 settembre al 20 novembre 2022. A cura di Giulia Coco e da Marco Mozzo.
Una selezione di documenti d’archivio, oggetti, strumenti di lavoro e testimonianze artistiche provenienti dalle collezioni di Palazzo Mozzi Bardini, accompagna il visitatore alla scoperta dell’attività imprenditoriale di Stefano e del figlio Ugo. Ne emerge la metodologia di lavoro e il complesso sistema artigianale, e al contempo imprenditoriale, messo in atto da Bardini e i suoi eredi.
Il Palazzo Mozzi Bardini, che Stefano acquistò nel 1911, era il cuore pulsante di tale struttura. Una vera e propria “fabbrica dell’arte” dove artigiani, operai, artisti-restauratori iscritti nel suo registro paga producevano, restauravano e concretizzavano il sogno di artista totale immaginato durante il Rinascimento.
Per la prima volta dai ricchi depositi di Palazzo Mozzi Bardini sono stati tratti oggetti, strumenti di lavoro ed elementi utili a restituire un’attività intensa e ricca. Una selezione inedita di opere e manufatti, campioni e modelli, strumenti e materiali – ma anche di cataloghi, fotografie, repertori, lettere, colori e carte – permette quindi al pubblico di rivivere le atmosfere dell’“Officina Bardini”, mettendo in stretto dialogo i manufatti esposti con le opere contenute nelle sale del museo, amplificando la portata e il significato della mostra e completando in forma ideale la narrazione permanente.
D un’introduzione sugli strumenti utilizzati da Bardini – fra cui compare il suo apparecchio fotografico con obiettivi – il percorso si snoda fra tessuti, corami, elementi lignei e decorazioni d’interni, dove spicca l’abilità di attingere a repertori antichi per interpretarli e riproporli secondo il gusto del tempo; un’attenzione speciale è dedicata poi ai rilievi di Madonne con Bambino, che tanto spazio ebbero nel commercio Bardini e a cui tuttora è dedicato ampio spazio in museo: in teca sarà possibile apprezzare forme e calchi di celebri esemplari, fra cui la Madonna Dudley e la Madonna delle nuvole di Donatello.
Anche la forma d’esposizione è originale: le teche sono state infatti progettate, disegnate e realizzate dal Laboratorio di Architettura e Autocostruzione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, con cui l’Ufficio Patrimonio Mondiale collabora, dando vita a un percorso d’eccezione. Sulla base degli oggetti da esporre e delle ambientazioni del museo i giovani progettisti, coordinati dal professor Leonardo Zaffi, hanno definito supporti inediti, in grado di accogliere la varietà eclettica di manufatti e di dialogare con la collezione permanente con un tono elegante e contemporaneo.