Artcurial mette in asta a Parigi la Collezione Massimo Campigli, il 7 dicembre. La vendita comprende lavori dell’artista, rare opere degli aborigeni australiani della metà del XX secolo e arte oceanica
Artista affermato e collezionista appassionato. Questo era Massimo Campigli. E la collezione in asta da Artcurial è un riflesso della sua persona. E’ stato uno dei principali artisti italiani degli anni ’30-’60, ha rinnovato l’arte figurativa del suo tempo in dialogo con le arti antiche del Mediterraneo. Ma ha anche dedicato un’attenzione appassionata alle espressioni artistiche extraeuropee, in particolare quelle delle civiltà aborigene oceaniche e australiane, che hanno riempito negli anni il suo studio a Saint-Tropez.
L’asta in arrivo da Artcurial è intitolata Le Temps du Rêve, una vera e propria ode alla “Creazione” che i nativi di Arnhem Land nel nord dell’Australia chiamavano “Il tempo del Sogno”. Porta sul mercato la raccolta di Campigli della sua casa-studio a Saint-Tropez. E’ composta sia dalle opere dell’artista che da una rara collezione di arte aborigena.
Tra le opere in catalogo, si segnalano la tela monumentale dell’artista “Maison/Casa”, il pezzo chiave della vendita esposto regolarmente dagli anni ’60, stimata € 120.000 – 180.000; un affresco su gesso “Affresco/Testa di donna” stimato 20.000 – 30.000 € e un olio su tela “Trittico/Trittico/Idoli” presentato a 40.000-60.000 euro. Insieme saranno battuto una serie di disegni e stampe degli anni del dopoguerra.
Massimo Campigli, il cui vero nome è Max Hilenfeld (Berlino, 4 luglio 1895- Saint-Tropez, 3 maggio 1971), è cresciuto in Italia, dove sua madre giovanissima lo porta appena nato per evitare uno scandalo alla famiglia. Cresce pensando che sia sua zia e quando scopre la verità (nel 1910) questa lo influenzerà completamente nel suo modo di porsi nei confronti del mondo femminile, uno dei suoi soggetti prediletti nella sua carriera artistica.
Mentre si trova a Parigi come corrispondente per il Corriere della Sera, inizia a dipingere senza insegnanti dedicandosi alla ricerca dell’antico, alle radici archetipe dell’uomo. Il mondo della sua infanzia, l’immagine della donna, le antichità e le culture primitive saranno i temi principali della sua pittura. Il suo modo di rappresentare le figure nasce dalla scoperta e dall’osservazione dell’arte etrusca, nella quale il giovane artista si immerge negli anni ’30, come appassionato visitatore del Museo Etrusco di Roma.
Come detto, dipinge moltissimi soggetti femminili. I suoi ritratti non rappresentano le donne che incontra nella sua vita quotidiana, ma quelle create dalla sua immaginazione sulla base delle opere d’arte che ha visto nei musei durante la sua infanzia. L’artista presenta spesso figure femminili erette, ieratiche e senza tempo.
Nel corso della sua carriera, Campigli ha prodotto un gran numero di opere d’arte su carta: disegni, litografie, incisioni, libri illustrati e affreschi murali di ispirazione romana. Erano tutte tecniche che padroneggiava. Diverse litografie saranno messe all’asta. Nel 1933 firma con Sironi, Carra e Funi il Manifesto della pittura murale, che segna l’inizio del suo grande successo come muralista. Durante la sua vita, il suo lavoro ha ottenuto gradualmente riconoscimenti internazionali: ha esposto a Londra, New York, Amsterdam, Parigi e Tokyo fino alla sua morte, avvenuta nel 1971.