La stilista inglese, regina del punk, Vivienne Westwood si è spenta il 29 dicembre a Londra all’età di 81 anni
Il tweet sul suo account recita così: “Vivienne Westwood è morta oggi, serenamente e circondata dalla sua famiglia, a Clapham, nel sud di Londra. Il mondo ha bisogno di persone come Vivienne per cambiare in meglio”.
29th December 2022.
Vivienne Westwood died today, peacefully and surrounded by her family, in Clapham, South London.
The world needs people like Vivienne to make a change for the better. pic.twitter.com/YQwVixYUrV
— Vivienne Westwood (@FollowWestwood) December 29, 2022
Nel 2021 è uscito in libreria (con Edizioni Ippocampo) un volume che raccoglie tutte le sue collezioni (tutte!) commentate in maniera dettagliata, con un’ampia introduzione che analizza la sua storia e il suo lavoro. Un libro imperdibile per capire una pagina fondamentale della cultura visuale dagli anni ’80 ad oggi. Leggi qui la recensione.
Nata nel 1941 in un villaggio del Derbyshire, l’eccentrica adolescente Vivienne si trasferisce a Londra con i suoi genitori e qui incontra il creativo Malcom McLaren, inventore dei Sex Pistols. Con lui inizia a vendere abiti vintage nel 1971 e ben presto il loro stile punk conquista i giovani londinesi. Il negozio si chiama “Let it Rock”. Qui gli abiti da teddy boy, ispirati al passato, esprimevano la cultura giovanile e ribelle, proponendo indumenti neri di pelle e cerniere. La stilista usava in modo sarcastico i simboli della società britannica e la sua moda tradizionale. Il negozio nel corso del tempo ha preso diversi nomi nel corso degli anni, seguendo l’evoluzione stilistica di Vivienne: nel 1972 “Too fast to live too young to die”, nel 1974 “Sex” per lo stile sexy e feticista, in seguito “Seditionaries” e infine “World’s End”, rimasto fino ad oggi e conosciuto per la celebre insegna con l’orologio che gira al contrario.
Negli anni settanta il suo stile diviene l’uniforme del movimento punk approvato anche dalla band dei Sex Pistols che si distingueva per il look aggressivo caratterizzato da maglioni bucati, spille, borchie, t-shirt tagliate che riportavano immagini provocatorie, i pantaloni erano decorati con catene e cinghie, inoltre il cuoio e la gomma vennero introdotti come materiali non convenzionali.
La prima sfilata della Westwood a Londra si tiene nel marzo 1981, con la collezione “Pirate”. I suoi modelli non traevano più ispirazione soltanto dalla moda di strada e dal mondo giovanile, ma da tradizione e tecnica: disegna costumi storici. La sua ricerca prende spunti dalla storia del costume del XVII e XVIII secolo ed esplora tutte le epoche: è stata la prima stilista contemporanea a riproporre con determinazione, modernizzandoli, il corsetto e il faux-cul.
Dopo il successo dei modelli punk, nel 1982 crea la collezione “Savage” tendente a un look tribale. La collezione “Nostalgia of Mud” del 1982-1983 infrange qualsiasi regola. A Firenze, alla fine degli anni ’80, espone la sua prima collezione di abbigliamento maschile.
Nel 1991 la stilista vince il British Fashion Award come stilista dell’anno. Con la collezione “Anglomania” del 1993-1994 unisce lo stile mascolino allo stile tradizionale inglese con l’uso di mini kilt, tartan scozzese, abiti e tweed. Causa scandalo usando i reggiseni sopra gli abiti. “Cafè Society”, la collezione del 1994 esposta al Grand Hotel di Parigi, è stravagante e sensuale. Le modelle indossano abiti voluminosi con lunghi strascichi, il solito corpetto impettito e il plateau delle scarpe altissimo. Nel corso della sua vita ha dato il suo pieno appoggio al movimento per la difesa dei diritti civili.
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