Fino al 5 marzo 2023 Fondazione Luigi Rovati, in collaborazione con il Comune e il Civico Museo Archeologico di Milano, ospiterà la mostra Spina etrusca e la città di Milano, ideata nell’ambito delle celebrazioni nazionali per il centenario dall’inizio degli scavi della città etrusca di Spina.
Il rapporto tra la città di Milano e la civiltà etrusca rappresenta il fil rouge che conduce all’esposizione dedicata ai reperti dell’antico insediamento di Spina: a partire dagli anni Cinquanta la fascinazione per l’universo etrusco ed il fiorire degli studi incrementarono sino a dare esito ad un evento cruciale per la storia dell’archeologia, testimoniato dalla monumentale Mostra dell’arte e della civiltà etrusca, inaugurata a Palazzo Reale nel 1955. E fu proprio Milano, nel corso dei decenni successivi, ad introdurre una delle prime cattedre di Etruscologia nel Nord Italia. Nei decenni successivi la città ha mantenuto costante l’interesse per la prima grande civiltà italica, divenendo finanziatrice degli scavi dell’antico sito di Spina.
Porto commerciale sul delta del Po con un ruolo dominante nell’Adriatico, Spina fu fondata dagli Etruschi intorno al 540 a.C. e rappresentò a lungo la porta verso il Mediterraneo di tutta l’area etrusco-padana. La ricerca dell’antica Spina tra le paludi nel delta del Po appassionò eruditi e studiosi illustri fin dal Medioevo, ma del celebre e florido emporio marittimo descritto dagli autori greci e romani sembrava essersi persa ogni traccia. Solo nel 1922, in modo del tutto casuale e inaspettato durante le opere pubbliche di bonifica delle valli di Comacchio, la comparsa di primi reperti di grande qualità diede il via a una vicenda straordinaria. Alla scoperta casuale del 1922 seguirono le indagini scientifiche dirette dalla Soprintendenza alle Antichità dell’Emilia e della Romagna, istituita il 19 settembre 1924. La successiva bonifica di Valle Pega portò alla scoperta, tra il 1953 e il 1956, dell’area meridionale della necropoli che, nell’arco di altri dieci anni di scavi restituì ben 3000 tombe, ed è proprio in questa fase degli scavi che si inserisce l’importante contributo della città di Milano, che oggi vanta esemplari di straordinaria bellezza appartenuti all’antico mondo sepolto di Spina.
In mostra una selezione di vasi attici a figure rosse, risalenti al V secolo a.C., provenienti dai depositi del Civico Museo Archeologico di Milano, testimoni della ricchezza e della varietà dei corredi funerari rinvenuti nelle migliaia di tombe scavate. L’esposizione è parte di un progetto congiunto tra Fondazione Luigi Rovati e Museo Civico Archeologico, il quale propone contemporaneamente l’esposizione di altri reperti provenienti da Spina e un approfondimento sul contributo della città di Milano agli scavi, che testimonia il grande interesse della città verso il mondo etrusco. I cinque vasi attici esposti – due crateri a colonnette, una Oinochoe trilobata, un cratere a campana e un Askos – decorati con la tecnica a figure rosse e risalenti al V secolo a.C., furono rinvenuti nelle necropoli della città e testimoniano il ruolo fondamentale di Spina negli scambi con la Grecia.
II loro arrivo al Museo Civico Archeologico di Milano nel luglio del 1957, all’interno di un nucleo più ampio comprendente in tutto ventisei reperti ceramici, avvenne nell’ambito di una collaborazione che vide coinvolti il Comune di Milano, l’Ente Pro Spina e il Ministero della Pubblica Istruzione. Per sostenere l’indagine archeologica del sito e contrastare gli scavi clandestini, il Comune di Milano stanziò allora un fondo di cinque milioni di lire, a fronte del quale ottenne dal Ministero la cessione di un lotto di vasi provenienti da sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza. Ciò conferma il legame di Milano con gli Etruschi, in sintonia con un interesse che la città ha coltivato fin dall’età risorgimentale e con continuità dal secondo dopoguerra. L’acquisto dei reperti da parte del Comune di Milano nel 1957 per arricchire la collezione del costituendo Civico Museo Archeologico, esprime l’importante ruolo delle istituzioni nella conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano, ruolo che Fondazione Luigi Rovati persegue fin dalla sua costituzione, nel continuo dialogo tra mondo antico e contemporaneità, con l’obiettivo finale di creare inesauribile valore di utilità sociale.