La scultura tradizionalmente è un oggetto nello spazio. Barbara Hepworth ha innovato completamente questo concetto creando uno spazio all’interno della scultura
Barbara Hepworth (1903-1975) è una delle figure più importanti dell’arte moderna inglese. Ha aggiornato il suo record d’asta lo scorso anno, durante la leggendaria vendita della collezione di Paul Allen quando “Elegy III”, un grande bronzo ideato nel 1966 e fuso nel 1967 (edizione 3 di 6), è stato venduto per 8.634.000 $.
L’intero catalogo della vendita serale del 9 novembre 2022 di Paul Allen, che contava capolavori che raramente arrivano sul mercato frutto di una selezione delle migliori opere della raccolta del co-fondatore di Microsoft, ha realizzato oltre 1,5 miliardi di dollari, diventando così l’asta più costosa della storia. La gallerista Dominique Lévy, interpellata per un commento da Robin Pogrebin del New York Times, aveva dichiarato: «Una vendita come questa non riflette il mercato dell’arte in generale, ma l’appetito per opere rare eccezionali».
Già poco tempo dopo questa vendita, molti operatori del settore hanno messo in allerta con previsioni di raffreddamento del mercato dell’arte per il 2023. Si vedrà. Senza dubbio quest’asta è stata un unicum. E Allen è stato in anticipo sui tempi anche per quel che riguarda l’acquisto di opere di donne, spesso invece trascurate dalla critica e dal mercato, con lavori di Agnes Martin, Louise Bourgeois e Barbara Hepworth nella sua collezione.
Ora, a poco tempo dal suo record in asta, la scultrice torna nuovamente sotto il martello di Christie’s con ben quattro lavori nella vendita “Modern British and Irish Art Evening Sale” del prossimo 21 marzo a Londra.
Le opere in asta da Christie’s
La scultura più preziosa delle quattro è “Pierced Form (Toledo)” in legno e spago, della fine degli anni Cinquanta. Hepworth aveva iniziato a introdurre lo spago negli anni Quaranta. Per questo lavoro ha scavato un tronco di mogano, producendo tre aperture il cui aspetto cambia a seconda del punto di osservazione. È offerta a una stima di 2,5 -3,5 milioni di dollari. «Fu nel 1931 che cominciai a scavare nella massa della forma scolpita, a bucarla e a farla vuota per far entrare luce e aria nelle forme e nelle figure». “Small Oval” è del 1963 ed è stato scolpito nell’alabastro, una forma liscia e complessa. Stima 300-500 mila sterline. Stessa quotazione per “Forms in Movement (Pavan)“, ispirata alla danza, ideata nel 1956-59 e fusa in bronzo da Morris Singer Founders (Londra) nel 1967. E infine “Horizontal Form” in bronzo lucidato, del 1968. Per questo lavoro calzano a pennello le parole dell’artista: «La luce dà pieno gioco alle nostre percezioni tattili attraverso l’esperienza dei nostri occhi». Stima 120-180 mila sterline.
L’artista che ha introdotto il “buco” nella scultura inglese
«Anche se ha a che fare con le forme e con l’astrazione, l’arte di Barbara Hepworth riguarda primariamente le relazioni: non solo tra due forme messe l’una accanto all’altra, ma tra la figura umana e il paesaggio che lo circonda, tra il colore e la composizione, e soprattutto tra le persone a un livello individuale e sociale» (Tate)
Hepworth ha scolpito forme lisce e ondulate che riecheggiano il mondo naturale. Il paesaggio della Cornovaglia in particolare, dove si è trasferita a vivere durante la Seconda guerra mondiale, ha svolto un ruolo essenziale nella scultura di Barbara Hepworth. La luce della Cornovaglia, l’aria di mare, gli spazi aperti e il clima selvaggio hanno contribuito ad accendere la sua immaginazione. In una lettera del 1943 scriveva: «Tutta la mia scultura nasce dal paesaggio».
Ha iniziato non solo a scavare e perforare le forme, ispirandosi alle dolci colline, alle scogliere e alle coste frastagliate della sua nuova casa in cima a una scogliera a Carbis Bay vicino a St Ives, ma anche a incorporare nel suo lavoro i colori del mondo che la circondava. «Il colore nelle concavità mi ha immerso nella profondità dell’acqua, nelle caverne o nelle ombre più profonde delle stesse concavità scolpite» ha raccontato l’artista.
Le sculture astratte di Barbara Hepworth tendevano ad essere forme ovali semplici e realistiche basate sulla forma della testa umana o di un uccello. «Gradualmente – ha spiegato- il mio interesse è cresciuto in valori più astratti: il peso, l’equilibrio e la curvatura della figura ovale come forma base».
Una breve biografia
Barbara Hepworth è nata in Inghilterra nel 1903. Studia scultura alla Leeds School of Art e al Royal College of Art di Londra, dove incontra Henry Moore e impara una tecnica nuova per i suoi tempi, introdotta da Brancusi intorno al 1906: scolpire direttamente il materiale scelto, senza costruire modelli preparatori. Negli anni Venti si stabilisce a Roma dove inizia la sua carriera artistica. Poco dopo torna a Londra ed è qui che incontra il futuro (secondo) marito Ben Nicholson, anche lui artista e con il quale frequenta il gruppo Abstraction-Création. Dopo aver visitato gli studi di Pablo Picasso, Constantin Brancusi e Jean Arp nel 1933, Hepworth, insieme a Nicholson e Paul Nash, all’architetto Wells Coates e al critico Herbert Read, fonda Unit One, un movimento artistico dedicato a l’unione di astrazione e surrealismo nell’arte britannica. Dopo un breve periodo di distacco nel 1939 ritorna alla scultura. Il suo interesse è ricavare nelle sue sculture, che siano in pietra o in legno, spazi vuoti secondo forme precise. Con la Seconda guerra mondiale si trasferisce a St Ives, in Cornovaglia, dove è presente già diverso tempo una comunità di artisti e creativi. Qui costruisce il proprio studio e rimane per il resto della propria carriera. Realizza la sua prima scultura “bucata” nel 1932, introducendo lo spazio vuoto come elemento delle sue composizioni. Ed è proprio negli anni Trenta che comincia a concentrarsi sulle forme astratte guadagnandosi una certa fama a livello internazionale. Nel 1950 rappresenta la sua nazione alla Biennale di Venezia e nel 1959 vince il primo premio alla Biennale di San Paolo. Nel 1965 il museo Kröller-Müller le dedica una retrospettiva. Muore a St Ives il 20 maggio 1975. La sua casa e il suo studio sono stati trasformati in un museo a lei dedicato: Barbara Hepworth Home and Sculpture Garden, gestita dalla Tate.