Art Brussels 2023, che si è conclusa domenica 23 aprile, si conferma una delle regine dell’arte contemporanea europee. Una manifestazione in continua espansione e dal respiro internazionale, grazie anche alla rete d’arte cittadina costellata di gallerie di altissimo livello e tanti incubatori di contemporaneo.
Sono stati 26.129 i visitatori che hanno affollato il Padiglione 5 di Brussels Expo, in un’edizione rigogliosa che abbiamo raccontato in questo articolo che restituiva il sentimento percepita all’ombra dell’Atomium. Un mix tutto contemporaneo di di artisti affermati e talenti emergenti divise quattro diverse sezioni: PRIME (per artisti a metà carriera e affermati artisti), DISCOVERY (artisti emergenti), REDISCOVERY (artisti indebitamente sottorappresentati o trascurati del XX secolo) e SOLO (personali).
A esprimere la sua soddisfazione è prima di tutto Nele Verhaeren, direttrice di Art Brussels:
Art Brussels ha subito un entusiasmante rinnovamento con il suo trasferimento all’Expo di Bruxelles. L’imponente architettura del locale, con alti soffitti alti 30 metri e ampi corridoi, ha raccolto feedback entusiastici da gallerie, collezionisti e amanti dell’arte. L’elevata affluenza di acquirenti e l’atmosfera rilassata – con le vendite che si sono svolte durante i quattro giorni della fiera – hanno consentito lo scambio di idee e spunti per cui Art Brussels è rinomata.
Positività che si è tradotta in una serie di vendite importanti. Sorprendenti alcuni sold-out nella sezione SOLO. Tra questi quello di The Hole (Los Angeles, New York), che ha venduto tutte le opere proposte dell’artista optical australiano Jonny Niesche, con prezzi che si aggiravano intorno ai 20-32 mila euro. Discorso analogo per Xavier Hufkens (Bruxelles), di cui parlavamo in relazione a Milton Avery, che ha ceduto le opere di Nathanaëlle Herbelin in un range di 10-40 mila euro. Merito dell’humus culturale belga, che forma e stimola collezionisti preparati e attenti. Come quelli che da Harlan Levey Projects (Bruxelles), hanno acquistato i dieci dipinti esposti di Willehad Eilers per un valore di 15-30 mila euro ciascuno. Il premio della sezione (10 mila euro), concesso da una giuria di esperti, è stato assegnato a Marcos Avila Forero (nato nel 1983), rappresentato da LMNO Gallery.
In PRIME, Nino Mier Gallery (Los Angeles, Brussels, New York, Marfa) il secondo giorno di fiera aveva già “venduto dieci opere (che vanno da 5 a 70 mila euro) comprese alcune importanti acquisizioni“. Andersen’s Contemporary (Copenhagen) ha venduto diverse opere di Tomas Saraceno. Ani Molnár Gallery (Budapest) ha affermato che “Art Brussels è una fiera importante per noi; partecipiamo dal 2014 e da allora abbiamo costruito una cerchia molto forte di collezionisti di ritorno. Il nostro stand di quest’anno è stato accolto molto positivamente e abbiamo venduto una serie di opere di artisti tra cui Sándor Körei, Carlos Aires e Radenko Milak, i cui acquerelli in bianco e nero di piccole e medie dimensioni sono stati venduti per tra 2 e 10 mila euro“. Almine Rech (Bruxelles, Parigi, Londra, New York, Shanghai), Gladstone (New York, Bruxelles), Ceysson Bénétière (Parigi, Lussemburgo, St-Etienne, New York, Lione, New York, Ginevra, Panéry), Greta Meert ( Bruxelles) e Mendes Wood DM (Bruxelles, Brasile, LA, Seoul, Roma, New York), Nathalie Obadia (Bruxelles, Parigi), Repetto (Londra, Lugano) e Dep Art (Milano) hanno tutti riportato importanti vendite dei loro artisti di punta.
Anche in DISCOVERY tante gli stand andati tutti esauriti. Grande interesse per le opere di Louka Anagyros alla Septième Gallery (Parigi), per le opere di Hugo Cantegrel di Galeria Foco (Lisbona) e di Flaviu Cacoveanu e Guillaume Valenti da Parliament (Parigi). Discorso analogo per Bob Bonies da Gallery Ramakers (L’Aia), Chryssa e Sibylle Ruppert da Blue Velvet Projects (Zurigo) e Lucia Di Luciano da 10 AM Art (Milano). Il premio della sezione è stato assegnato a Capsule Shanghai per la presentazione delle opere di Curtis Talwst Santiago (1979).