A tre anni e mezzo dalla sua mostra personale Fragmenta al Today Museum di Pechino, che si è tenuta nel novembre 2019, Gianluca Cingolani torna in Cina e lo fa con l’installazione site-specific Imago sum all’Istituto Italiano di Cultura di Pechino
Si tratta di un omaggio all’arte della memoria narrata da quello che ancora oggi è riconosciuto in Cina come l’ambasciatore culturale per eccellenza delle relazioni con il mondo occidentale: Matteo Ricci. A questa arte Ricci nel 1596 dedica un piccolo trattato scritto in cinese e intitolato Xi Guo Ji Fa (in italiano: La mnemotecnica occidentale).
Imago sum, a cura del Collettivo G_B – un gruppo di artisti, storici, linguisti e scrittori che si identificano nell’idea di un lavoro comunitario sui grandi temi della Storia – ci porta nei processi della memoria costruita attraverso sistemi di immagini: osservare, immaginare uno spazio (un palazzo, un teatro, un colonnato), inserire ciò che si vuole ricordare all’interno dello spazio. Per ricordare si torna con la mente nel palazzo, nel teatro, si attraversa il colonnato. È il mondo della Artificiosa memoria, o –Ars memorativa, come era chiamata da Cicerone – che si presenta come un patrimonio importante della cultura occidentale, dal mondo classico al Rinascimento: nell’istallazione Imago sum si incontra Matteo Ricci, ma anche Platone, Cicerone e Giordano Bruno, che di questa arte sono stati cultori. Si percorre il mondo da Occidente a Oriente.
Il percorso espositivo si snoda attraverso sei rotoli di seta artificiale e due video, realizzati con la tecnica artistica del compositing digitale. Le opere parlano tra loro, in un dialogo tenuto insieme dai grandi maestri dell’arte della memoria.
La seta artificiale, materiale impalpabile e sottile che si lascia attraversare dalla luce, dalle ombre, che con queste si trasforma, è stata per Gianluca Cingolani una sede ideale per dare corpo al suo lavoro artistico, che nasce digitale e che trova nella retroilluminazione dello schermo un proprio elemento costitutivo. Lo spazio installativo attraverso le sue grandi vetrate realizza una retroilluminazione naturale che esalta, attraversando la seta, il gioco delle sovrapposizioni e delle trasparenze create attraverso il compositing, donando una densità a soggetti impalpabili, invisibili: emergono così, nelle opere esposte, le grandi parole chiave dell’arte della memoria – in latino e in cinese, le due lingue di Matteo Ricci – e le immagini dei luoghi naturali e architettonici che questa arte hanno alimentato.
«Imago sum (“Io sono immagine”) è un’opera installativa dedicata alla potenza delle tecniche della memoria, al potere inventivo che queste esprimono», afferma l’artista. «Per ricordare bisogna saper immaginare. Il potere dell’immaginazione: questo Ricci narra ai cinesi».
Gianluca Cingolani (Macerata, 1964) lavora da anni su ampi registri, tra musica, composizione digitale e passione per la calligrafia, realizzando installazioni e immagini che si misurano con i grandi temi della storia. La memoria, la scrittura, i linguaggi sono il terreno sul quale si muove la sua ricerca artistica. Una ricerca sempre attenta al raccordo delle tecniche del mondo digitale con la materia viva, con la luce nelle sue declinazioni naturale/artificiale. Le sue tele, reali o digitalizzate, sono la trama vibrante e sottile su cui la luce gioca all’inganno, evocando mondi, dando corpo a visioni oniriche, a frammenti di sentenze, offrendo allo spettatore occasioni di contemplazione per entrare nel tessuto del tempo.
Cingolani ha esposto i propri lavori in istituzioni museali, luoghi storici, grandi eventi. In Cina, nel 2019, si è svolta la sua mostra personale, “Fragmenta”, presso il Today Art Museum di Beijing.
GIANLUCA CINGOLANI. IMAGO SUM
19-25 maggio 2023
A cura di Collettivo G_B
Ingresso gratuito
Istituto Italiano di Cultura, Pechino
2 Sanlitun Dong er jie, Chaoyang District
Beijing, China
www.iicpechino.esteri.it