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Addio a Ilya Kabakov, padre del concettualismo russo

Ilya e Emilia Kabakov. da www.kabakov.net
Ilya e Emilia Kabakov. da www.kabakov.net

Ilya Kabakov si è spento ieri a New York, l’annuncio è stato dato dalla famiglia e si è diffuso oggi. Era nato nel 1933 a Dnepropetrovsk, oggi in Ucraina, allora nell’ex-Unione Sovietica. È oggi ritenuto fondatore dell’arte concettuale dell’area dell’ex URSS e uno dei massimi artisti del XX secolo provenienti da quell’area.
Il prossimo 18 luglio era prevista l’apertura della loro mostra al Tel Aviv Art Museum.

«Ilya ed Emilia Kabakov sono artisti ex-sovietici, residenti in America, che collaborano alla realizzazione di ambienti che fondono elementi del quotidiano con elementi concettuali. Sebbene il loro lavoro sia profondamente radicato nel contesto sociale e culturale sovietico in cui i Kabakov sono cresciuti, il loro lavoro assume un significato universale», così si definisce la coppia di artisti nel loro sito ufficiale.

«Al centro della sua poetica compare fin dal principio l’analisi della condizione sociale dell’individuo durante il periodo post-staliniano dell’Unione Sovietica. L’arte di Kabakov – che lavora in coppia con la moglie Emilia – ha una forte carica utopica che vede la fuga nell’arte e nell’immaginazione come possibile salvezza dalla quotidianità», ricordava il Pirelli Hangar Bicocca nel 2012, in occasione della personale dedicata a lui e Emilia. «La forma espressiva più frequente nell’arte dei Kabakov è l’“installazione totale”, che comprende elementi architettonici, pittorici, cinematografici, scenografici. Si tratta di uno spazio a sé stante all’interno dello spazio espositivo in cui lo spettatore si immerge in un modo a parte per rivivere, attraverso richiami visivi, sonori e ambientali la realtà sovietica in cui gli artisti sono vissuti».

Formatosi a San Pietroburgo e poi, dal 1945, a Mosca, aveva conseguito il diploma di illustratore, ambito in cui ha lavorato in particolare per la letterature per l’infanzia, illustrando più di un centinaio di libri. Parallelamente ha avviato la propria ricerca legata nell’ambito dell’arte concettuale e, sempre a Mosca, era avvicinato ad artisti che lavorano al di fuori del sistema ufficiale dell’arte sovietica.
Pur esponendo opere in varie mostre fuori dall’ex-URSS, solo nella seconda metà degli anni Ottanta gli è stato possibile uscire dal paese e inaugurare la prima personale a Parigi. Nel 1988 è iniziato la collaborare con Emilia Kanevsky (1945, Dnepropetrovsk, stabilitasi negli Stati Uniti nel 1973), che diverrà sua moglie nel 1992, con la quale darà origine a molte opere a firma di entrambi. Nello stesso anno si trasferisce negli Stati Uniti e da allora ha vissuto a New York, a Long Island.

Il lavoro di Ilya e Emilia Kabakov è stato presentato, tra le numerosissime mostre, a MoMa, Hirshhorn Museum in Washington DC, Stedelijk Museum in Amsterdam, Documenta IX, Whitney Biennial in 1997, Hermitage Museum di San Pietroburgo.  Nel 1993 hanno rappresentato la Russia all 45ma Biennale di Venezia.

Nel 2014 è uscito il documentario a loro dedicato “Ilya & Emilia Kabakov:  Enter Here”.

 

 

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