Sette francobolli per ricordare le radici dell’arte Made in Italy, fatta in Italia. Ad emetterli, prendendo spunto dall’anniversario della morte del Perugino e di Luca Signorelli, è stato il Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Dapprincipio i sei artistici francobolli dovevano essere sette, in fase di pianificazione sono stati scorporati: il dentello celebrativo di Pietro Perugino, nato a Città della Pieve intorno al 1448 e deceduto cinquecento anni fa a Fontignano, e “da’ suoi parenti e figlioli con pompa e pianti infiniti onoratamente fu sepolto l’anno MDXXIIII”, ha visto la luce il 23 giugno. L’immagine prescelta per il francobollo B (attualmente venduto a 1,25 euro, lettere o cartolina per l’interno del Bel Paese) propone una delle sue ultime opere, la “Madonna col Bambino”, che si può ammirare nell’Oratorio dell’Annunziata a Fontignano, alle porte di Perugia.
Proprio nella chiesa dell’Annunziata di questo borgo, Perugino ha dipinto le sue ultime opere. Solo una è rimasta a decorare le pareti dell’edificio di culto, la “Madonna col Bambino”, appunto, realizzata nel 1523 su commissione del 1522 di Angiolus Toni Angeli (come si legge nell’iscrizione in basso) e per un certo periodo di tempo coperta da uno strato di calce. Di qui il suo stato di conservazione non dei migliori. Qualcuno non ha condiviso la scelta dell’opera, avrebbe preferito uno dei suoi tanti capolavori. A parere di chi scrive si è trattato invece di una scelta coraggiosa. L’opera non è certo delle migliori ma costituisce la sua ultima testimonianza, il suo testamento oltretutto riportato alla luce dopo che per secoli era stata ricoperta con una nuova tinteggiatura.
Venerdì 15 settembre, agli sportelli della posta (meglio sarebbe dire quelli della filatelia, perché Poste Italiane trovano scomodo e fastidioso vendere francobolli, specialmente se commemorativi o celebrativi) è arrivato un piccolo foglio che, attraverso sei esemplari ancora una volta con valore B (1,25 euro), che li condanna ad un uso interno. Meglio sarebbe stato, forse, adottare il facciale a B zona 1(lettere e cartoline per l’Europa). Il foglietto, che è un inno alla Galleria degli Uffizi di Firenze, apre con il “Battesimo di Cristo”, chiamato a rappresentare la bottega del Verrocchio. Una delle tante attive a Firenze quando la città era poco più che un borgo, e nella quale si fecero le ossa Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino; Alessandro di Mariano Vanni Filipepi, noto come Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci che aiutò il Verrocchio a realizzare il “Battesimo di Cristo”. Di Leonardo potrebbe essere l’angelo di sinistra, realizzato con una tale maestria che le male lingue dell’epoca assicurarono aver indispettito il Verrocchio. Studi più recenti fanno pensare ad altri interventi di Leonardo.
E’ quindi la volta del “Ritratto d’uomo”, solo nel 1825 attribuito a Sandro Botticelli, con la medaglia coniata nel 1465 in occasione della nomina di Cosimo de’ Medici quali “Pater Patriae”. In terza posizione il bellissimo studio di Leonardo da Vinci per una Maddalena.
In trittico di destra apre con “L’Adorazione dei Magi” di Domenico Ghirlandaio. In realtà, come si può vedere da alcune porzioni della cornice rimasta nei lati inferiori, si tratta di un tondo, qui proposto, probabilmente per omogeneità d’impostazione in formato rettangolare. L’omaggio dei Magi è ambientato in un paesaggio dominato dalle rovine di un edificio antico, chiaro richiamo alla nascita del Cristianesimo e al crollo del paganesimo. E’ quindi la volta di Tobiolo (conosciuto anche come Tobia) incaricato dal padre Tobi divenuto cieco di riscuotere un debito, episodio biblico qui interpretato dal pennello di Francesco Botticini. L’iconografia è quella solita con gli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, mentre il giovane Tobiolo porta con se un pesce col cui fiele, una volta tornato a casa, il padre riacquistò la vista. Opera giovanile di Botticini – all’epoca, nel 1471 circa, l’artista aveva venticinque anni- in passato venne attribuita allo stesso Verrocchio. Nella tela non mancano rimandi – le espressioni sognanti e le fattezze dei volti- a Sandro Botticelli.
In chiusura l’ “Allegoria della fecondità e dell’Abbondanza” di Luca Signorelli, forse un’allegoria agricola: al centro una donna nuda con due figli tiene la cornucopia ed è incoronata da una figura maschile, probabilmente Bacco. Per le già citate ragioni di impaginazione è stata sacrificata la donna seduta su una riccia con un cesto ricolmo di frutti della terra.
Il gruppo di francobolli appartenenti alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato alle Radici del Made in Italy ricorda non solo i due artisti dei quali si celebra l’anniversario, ma anche altri universalmente celebri, a loro volta titolari di importantissime botteghe e scuole: ‘aziende’, si direbbe oggi. Botticelli, Verrocchio e Leonardo, Ghirlandaio e Botticini, protagonisti indiscussi del Rinascimento, ebbero un seguito ovunque ed esportarono con successo i prodotti del loro straordinario talento fuori dai loro luoghi nativi. “Anche per questo – ha commentato Eike Dieter Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi – tuttora dire ‘fabbricato in Italia’ è una garanzia in ogni parte del Mondo”.
Pure San Marino si è unito alle celebrazioni di Luca Signorelli. Lo ha fatto con una moneta da 2 euro, modellata da Marta Bonifacio, sulla quale è raffigurato un angelo tratto dall’opera “Beati in paradiso”, affresco realizzato intorno al 1500-1504 nella Cappella di San Brizio (Cappella Nova) del Duomo di Orvieto. Racchiusa in una elegante confezione la moneta, battuta in 56.000 pezzi, a dimostrazione dell’interesse che questo spicciolo susciti tra i numismatici, è venduta a 18 euro. Proprio alle monete da 2 euro coniate negli anni in Europa l’Unificato dedica da anni, aggiornandolo annualmente, un seguitissimo catalogo.