Leggo l’informazione Ansa:…bambini con le teste decapitate a Kfar Azza, un kibbutz preso d’assalto dai miliziani di Hamas provenienti da Gaza….intere famiglie sono state fucilate nei loro letti. Finora sono stati portati sulle barelle circa 40 neonati.
In questi giorni di mattanza mi mancano le parole. Offro ai lettori solo la mia memoria visiva: La strage degli innocenti di Guido Reni, di Peter Brueghel, di Luca Giordano, di Nicolas Poussin e, in contro canto, l’alto contenuto poetico di Artemisia Gentileschi nel suo Lasciate che i pargoli vengano a me.
Ancora: un ciclo di quadri di Espressionismo Informale dal titolo inequivocabile Les Otages, fra i quali Oradour-sur-Glane. Per meglio chiarire, nel 1944 a Oradour in Normandia i nazisti in ritirata hanno massacrato 642 persone e dato alle fiamme il paese. Dopo la guerra Oradour non è stato ricostruito, ma lasciato con le sue rovine come un memoriale all’aperto. L’autore è il francese Jean Fautrier, combattente nella Resistenza, e poi grandissimo cantore della Memoria. Anche lui ormai, dopo tutti gli orrori visti e vissuti, non aveva più parole, e dunque aveva deciso di non riprodurre più in pittura la figura umana, perché definitivamente perduta, cancellata, mutata in cenere nei forni di Auschwitz.
Infine: Guernica di Picasso. In mezzo a figure stravolte e irriconoscibili c’è un cavallo in lacrime assai simile a quello che appare nel Trionfo della morte di un geniale anonimo del XVI secolo, oggi visibile a Palermo nella galleria di Palazzo Abatellis.
Oggi al mio posto parlano i video delle agenzie di stampa. Che le immagini del 7 ottobre 2023 siano conservate e trasmesse da ora per sempre. E non solo quelle; anche quelle dell’11 settembre 2001; anche quelle delle rovine ucraine; anche quelle del cimitero del Mediterraneo. Un catalogo senza fine al posto di inutili parole. Ma non servirà a niente. Ed è inutile dire ‘non dovrà più accadere’, perché continuerà ad accadere. Abbiamo visto, abbiamo ricordato, ora per favore stiamo zitti.