100 years of Surrealism è il nome dell’asta con cui Bonhams esita a Parigi una selezione di opere appartenenti al celebre movimento novecentesco. Appuntamento il 27 marzo 2024.
Se il Surrealismo non smette mai di incantare, a Parigi il movimento dei sogni assume un fascino ancora ulteriore. A certificarlo, sul mercato dell’arte, sono le case d’aste, che sempre più spesso scelgono la Ville Lumiere per esitare i propri incanti. Reduce proprio dal successo francese dello scorso anno, Bonhams ripropone lo stesso format sperando di ottenere risultati analoghi. 100 years of Surrealism celebra così il centenario dalla nascita della corrente teorizzata da André Breton, con un catalogo composto da opere di artisti francesi, belgi e italiani.
A guidare la vendita un dipinto di Jane Graverol (1905-1984), Le bon bout de la raison, stimato 50-70 mila euro. L’olio su tela punta a replicare – anche se non sarà facile – il grande exploit che l’artista ha vissuto proprio da Bonhams nel 2023 con Le trait de lumière, record mondiale per la pittrice a 579.9 mila euro. Ora tocca a questo gufo, appeso a un ramo e incorniciato da due candele che illuminano la notte, a provare a replicare la magia che si è accesa l’anno scorso.
Risale invece al 1925 la nascita di un celebre gioco surrealista, il Cadavre Exquis. Le regole sono semplici: i giocatori disegnano a turno su un foglio di carta, che poi piegano per nascondere ciò che hanno disegnato prima di passarlo al giocatore successivo. I pittori surrealisti si ritrovavano spesso a giocare, stimolando la propria immaginazione e la combinazione inconscia e spontanea delle suggestioni casuali che ognuno apportava. Anche il nome del gioco, che per esteso è ‘le cadavre exquis boira le vin nouveau’ ( ‘il cadavere squisito berrà il vino nuovo’), è stato scelto dalla sorte durante la prima partita tenuta da Yves Tanguy, Jacques Prévert, André Breton e Marcel Duchamp.
In asta, Bonhams porta invece l’esito di una partita tenuta intorno al 1930 da Valentine Hugo (1887-1968), André Breton (1896-1966), Greta Knuson (1899-1983). Il risultato è un’opera collettiva (stimata 15-20 mila euro) che prende avvio da una rete da pesca, che si evolve in una formazione pseudo prismica, seguita da una padella dove cuociono due uova e culminano in un albero con due occhi.
La grande éclatée (stima 35-45 mila euro) di Léon Tutundjian rappresenta un momento liminare nella produzione dell’artista, che ha lungo dondolato tra astrattismo e surrealismo. Nel 1931, Tutundjian si unì al gruppo Abstraction-Création, ma la sua associazione con il movimento fu di breve durata. L’anno successivo abbandonò l’astrazione a favore del surrealismo, che continuò a frequentare negli anni Quaranta e Cinquanta. Dopo il 1959, tuttavia, Tutundjian tornò all’astrazione, incentrando i propri lavori sul segno e sul gesto. La grande éclatée è dunque uno degli ultimi dipinti surrealisti realizzati dal pittore.
Dopo la mostra dedicata all’opera di Fabrizio Clerici (1913-1993) lo scorso anno, da Bonhams di Parigi, la maison propone in asta un grande olio su tavola del 1968, già nella collezione Federico Fellini a Roma e intitolato La XXV Ora. La stima di 12-18 mia euro. Importante anche la selezione di cinque dipinti di Felix Labisse (1905-1982). Tra questi Vertbouton, un olio su tela dipinto nel 1975, stimato 3-4 mila euro.
Così come il Senza titolo di Zdzislaw Beksinski (1929-2005), un olio su tela da 50-70 mila euro che certifica l’importanza dell’autore come tra i più importanti esponenti dell’arte polacca del XX secolo. Concludono le segnalazioni un inchiostro su carta di René Magritte (1898-1967), stima 15-20 mila euro; un olio su tela di Dorothea Tanning (1910-2012), stima 8-12 mila euro; e un grande olio su tela dipinto nel 1959 da Jacques Herold (1910-1987), Quelques fois, stimato 8-12 mila euro.