Dal 22 al 28 maggio 2024 Dorotheum vive la sua Contemporary Week, segnata da cinque aste dedicata all’arte moderna e contemporanea, ma anche di gioielli e orologi da polso. In vendita a Vienna opere di alto livello, tra cui dei lavori di Alexej Jawlensky, Egon Schiele, Heinz Mack ed Emilio Vedova.
Entriamo nella Contemporary Week di Dorotheum come fossimo sul divano di casa, davanti a noi lo schermo del televisore, l’accendiamo. Non vediamo Vienna e la sua regalità asburgica, ma un paesaggio indefinito, storico, ridefinito da un’iconografia pop-impressionista; il bordo che incornicia l’immagine restituisce l’idea di una TV, traccia i confini di un paradiso in cui la natura e la cultura potrebbero muoversi in direzione dello spettacolo e del commercio. Non è un’allucinazione, ma l’Eden postmoderno di Mario Schifano, in asta con En Plein Air. Quadro per la primavera (stima 400-600 mila euro).
Via d’accesso all’asta che sa più di America che d’Europa, ma nell’ultimo quarto del secolo scorso l’influenza d’oltreoceano era pervasiva in tutti i campi. Ne subì l’influenza anche Emilio Vedova, di certo non un artista dalla poetica smaccatamente esterofila. Eppure, nei 15 anni di permanenza negli Stati Uniti, Vedova realizzò una serie di dipinti di cui De America 1976-1977 è forse uno dei più significativi. L’asta presenta la n. 2 di queste tele di grande formato, vibranti di energia e ispirate all’espressionismo astratto di un Franz Kline o un Willem de Kooning (stima 170-250 mila euro).
Seguono due capisaldi dell’arte tedesca ed europea contemporanea. Il primo è Heinz Mack, artista tedesco del Gruppo Zero, che ha posto la luce al centro della sua ricerca, proposta in asta in due soluzioni: i colori spettrali della luce (Red Painting, 2005, stima 80-120 mila euro) e l’iridescente texture dei materiali (Das Meer, stima 55-75 mila euro). Il secondo è Gerhard Richter, di cui Dorotheum propone il ritratto di spalle a mezzo profilo del suo amico ed ex vicino di atelier Günther Uecker. Una fotografia su cui l’artista è intervenuto pittoricamente, come era solito fare a inizio carriera. L’opera, stimata 200-300 mila euro, risale infatti al 1968.
Di diverse sovrapposizioni parlano invece Arnulf Rainer e Francis Picabia. Il primo, in asta con Braune Übermalung (1957, stima 120-200 mila euro), ha esplorato attraverso la ridipintura continua delle sue opere la possibilità di scovare la calma oltre il gesto, di esplorare nel dettaglio le possibilità del fondo pittorico, del colore e del bordo dell’immagine. Al contrario Picabia non sovrappone per saturare, ma per ottenere un effetto di trasparenza mediante l’accumulo di elementi figurativi, che risultato così surreale. Accade anche in Silene, opera stimata 200-300 mila euro e che fa riferimento forse ai satiri greci (i Sileni appunto) o alla farfalla (Proserpinus proserpina) che comunemente prende il nome di Silene.
Di realtà trasfigurata si intende anche Alexej Jawlensky, protagonista dell’Espressionismo fin dai tempi del Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro), fondato da Vasilij Kandinskij e Franz Marc. Nell’opera all’incanto – Große Variation: Grüner Schimmer, stimato 160-250 mila euro) – il pittore immortalò il lago di Givevra, dove visse durante la Prima Guerra Mondiale, interpretandolo per mezzo di aree cromatiche ricorrenti e forme astratte.
Si giunge, infine, in Austria, con i due principali esponenti della Secessione Viennese. C’è Gustav Klimt, con una serie di disegni a matita realizzati come studi per i dipinti ‘Wasserschlangen II’ (Figura seminuda prona, rivolta a destra, stima 80-120 mila euro) e ‘Judith II’ (Figura seduta di fronte, 1908, stima 120-200 mila euro). Quest’ultima opera è spesso indicata anche come Salomè, per via dei veli fluenti che sembrano alludere alla danza spesso associata alla più celebre delle femme fatale. Del corpo umano si è occupato anche il suo allievo più celebre, quell’Egon Schiele che con le sue linee nervose, minimali e piene di sentimento ha portato la raffigurazione umana su un piano inedito. In asta troviamo Due donne in gesso nero (stima 180-240 mila euro), realizzato nel 1918, anno della sua morte.