Lévy Gorvy Dayan ha appena aperto la personale di nuovi dipinti dell’artista newyorkese N. Dash, inaugurando la nuova sede della galleria nel quartiere Mayfair di Londra. Inaugurata lo scorso 25 aprile (sino al 15 giugno), la mostra di debutto dell’artista con la galleria presenta dipinti su più pannelli che esplorano ecologie di risonanza tra materiali disparati. La pratica di Dash si fonda e si distingue riunendo sostanze organiche, oggetti già pronti e immagini risultanti da processi incarnati.
Le superfici tattili di queste opere sobrie e luminose enfatizzano l’esperienza tattile, attirando l’attenzione sugli effetti sottili ma sismici del tatto. I dipinti di Dash attingono agli elementi costitutivi del nostro mondo naturale e costruito, tra cui la terra e l’acqua, la juta e il cotone, la grafite e l’olio, oltre a elementi fabbricati spesso trascurati come l’isolamento architettonico e il cartone prodotto in fabbrica. Nelle opere in mostra, questi elementi sono ricombinati per esaltare le sinergie e le tensioni strutturali, testuali ed energetiche tra di essi. Un’opera la cui tonalità ricorda il rame patinato può essere costituita da un isolante in polistirolo, oppure un’immagine può essere serigrafata su un pannello su cui la terra è stata spalmata ed essiccata in un piano solcato e fessurato.
Ci sono slittamenti tra i molti materiali, processi e significanti che vengono evocati in questi dipinti, ognuno dei quali è tenuto insieme da decisioni attente e parsimoniose. Al centro del lavoro di N. Dash c’è un rituale quotidiano in cui l’artista strofina un piccolo pezzo di cotone bianco tra il dito e il pollice finché le fibre lavorate a macchina non si sfilacciano e perdono la loro struttura a griglia, decomponendosi in un groviglio abietto. Per l’artista, il tessuto funge da dispositivo di registrazione su cui vengono impresse le azioni, catturata l’energia e immagazzinate le forze immateriali. Le sculture in miniatura che ne derivano sono colorate da una patina di sporco e oli, trasformate dal movimento spontaneo del corpo dell’artista. La griglia, una delle forme paradigmatiche del modernismo, viene disfatta ancora e ancora nella mano dell’artista dal corpo, dal tempo e dall’ambiente. L’artista fotografa le iterazioni di queste sculture e ne serigrafa le immagini.