La Ronchini Gallery di Londra ospita dal 30 giugno al 3 settembre «Mistaken Shores», la sua seconda mostra personale, con opere dell’artista britannico Josh Raz (1993, Regno Unito). Esposte nuove produzioni dell’artista, con un’attenzione continua al paesaggio nella percezione dell’occhio umano.
I dipinti in mostra affrontano il tema della fertilità del linguaggio capace di forgiare nuovi paesaggi attraverso la narrativa. Mentre un paesaggio esistente sopravvive senza persone, i paesaggi dotati di significato vengono raccontati e scritti. Nonostante queste differenze su questi luoghi agiscono le medesime forze. Sia che vengano ricordati o dimenticati, i luoghi vivono nella memoria e nel racconto di chi li vive, suscettibili dunque di alterazioni del reale.
Nei dipinti sono distillate diverse interpretazioni di questo processo. In un’opera suggestiva le monete vengono lanciate verso uno stagno, ciascuna carica di una narrazione umana portatrice di aspirazioni e desideri. Una carpa scivola indifferente tra di esse.
In altri dipinti invece vediamo paesaggi interiorizzati dalle figure, poi riadattati nel loro ricordo. In questo modo, le figure possono agire come condotti tra due piani degli strati di un paesaggio, quello memoriale o immaginifico, e quello reale.
Alcune immagini sono state reinterpretate attraverso una raccolta di poesie, scritte a quattro mani dall’artista e Ben Ridley-Jones. I versi si possono leggere in un opuscolo separato e sono tratti da una conversazione tra due amici, ognuno dei quali rappresenta una narrazione del paesaggio.
Pittura e poesia vengono affrontate come forme diverse del medesimo linguaggio artistico e per questo in ascolto e dialogo reciproco.
Lo spettatore si perde in scene ipnotizzanti, coinvolgenti e iper-dettagliate che catturano la sua attenzione. Ogni dipinto si propone come un paesaggio incorniciato dall’artista in maniera insolita. Le tele, spesso di dimensioni non convenzionali, amplificano l’effetto immersivo e invitano lo spettatore ad addentrarsi nel cuore dell’opera. La sensazione è quella di affacciarsi ad una finestra che si apre su un mondo nuovo e inesplorato, dove ogni dettaglio assume un significato profondo e suggestivo.
L’artista utilizza una tecnica pittorica unica che conferisce alle sue opere una lucentezza e una profondità magnetiche. Le superfici sembrano brillare e luccicare, catturando la luce e creando un gioco di riflessi che aumenta l’effetto ipnotico. Questa tecnica non solo abbellisce i paesaggi raffigurati, ma permette loro anche di acquisire nuove identità, significati e interpretazioni.
Ogni elemento del dipinto diventa protagonista di una storia silenziosa. I colori, le forme, i dettagli minuziosi si intrecciano e si sovrappongono, creando un’armonia visiva che rapisce lo spettatore.
Queste opere non sono semplici paesaggi, ma vere e proprie porte d’accesso verso mondi immaginari. Attraverso la sua arte, Raz ci invita ad esplorare la vastità della nostra immaginazione, a liberare la mente dai vincoli della realtà e ad immergerci in un flusso di emozioni e sensazioni sconfinate.