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WUF Basel 2024 #12: POLITECNICO DI MILANO interview

WUF Basel 2024 #12: POLITECNICO DI MILANO interview WUF Basel 2024 #12: POLITECNICO DI MILANO interview
Dedicata al mondo dell’arte WUF è pensata come un dispositivo contemporaneo di connessione tra giornalisti e protagonisti dello scenario artistico e ha debuttato con uno speciale appuntamento e due intense giornate di attività martedì 11 e mercoledì 12 giugno 2024. La nuova organizzazione WUF (We Understand the Future) è dedicata a connettere voci creative e valorizzare progetti artistici emergenti attraverso un approccio guidato dall’arte e dalla tecnologia. L’edizione inaugurale prende vita con un evento esclusivo per la stampa realizzato negli spazi dell’iconico Bar Rouge, con la partnership di ArtsLife e de La Lettura de Il Corriere della Sera.

La parola ai protagonisti: POLITECNICO DI MILANO

“Questa loro unicità ci ha fatto pensare che potesse avere un utilizzo commerciale soprattutto nell’ambito dell’anticontraffazione”

Allora, parliamo di certificazione di opere d’arte. Voi due avete sviluppato delle etichette anticontraffazione nano-ingegnerizzate. Quando vi è scattata questa idea? Perché e come poi l’avete sviluppata?

Allora, diciamo che noi abbiamo iniziato a lavorare insieme a un progetto del Politecnico di Milano con un professore e anche Anna, che è la nostra chimica specializzata di laboratorio. Insieme abbiamo lavorato molto sulla produzione e lo studio di questi nanomateriali che avevano caratteristiche peculiari e diverse rispetto ad altri nanomateriali. Questa loro unicità ci ha fatto pensare che potesse avere un utilizzo commerciale, soprattutto nell’ambito dell’anticontraffazione. Se guardiamo il primo pannello, abbiamo sviluppato questi inchiostri nano-ingegnerizzati in cui all’interno abbiamo questi nanomateriali che possono essere visualizzati solo attraverso un lettore che si può trovare anche in commercio, portatile, quindi ha un costo accessibile e può individuare in maniera univoca questi nanomateriali.

Inoltre, poi l’altro componente della tecnologia, quindi abbiamo da un lato i nano inchiostri, o gli inchiostri nano-ingegnerizzati, il lettore e poi abbiamo il software. Il software permette di elaborare l’informazione che legge il lettore una volta che viene utilizzato per leggere il nanomateriale, e collegato all’informazione che vogliamo associare a quell’inchiostro.

WUF Basel 2024 #12: POLITECNICO DI MILANO interview
WUF Basel 2024 #12: POLITECNICO DI MILANO interview

Quando avete sviluppato questa idea? Siete andati a una fiera, avete avuto a che fare con artisti, collezionisti, galleristi? Uno dei macro problemi del mercato dell’arte è la certificazione, le autentiche, di conseguenza la contraffazione.

Esatto, abbiamo effettuato diverse interviste con persone nel settore e poi attraverso i dati pubblicamente disponibili abbiamo visto che nel mercato dell’arte circa il 50% delle opere sono false in circolazione. Abbiamo quindi pensato di sfruttare questi nanomateriali per creare queste etichette nano-ingegnerizzate proprio per avere un metodo di verifica oggettivo che possa certificare e autenticare ogni singola opera. Da qui abbiamo sviluppato un set di inchiostri nano-ingegnerizzati e abbiamo pensato di creare il nostro prodotto chiamato “Impronta,” che si trova in due forme: in penna, quindi l’artista può firmare e avere un inchiostro che può essere reso iconico dal fatto che l’artista sceglie un pigmento da inserire nell’inchiostro, che poi potrà utilizzare tramite penna o pennello per firmare l’opera.

Questo permette di avere un’associazione delle opere del portfolio dell’artista a quell’artista, perché quella penna sarà utilizzata solo da lui. Poi parlavamo prima delle etichette nano-ingegnerizzate per autenticare l’opera. Questa è l’altra forma di “Impronta.” Noi abbiamo questo set di inchiostri che, senza l’aggiunta di pigmenti, risultano trasparenti, quindi possiamo creare un’etichetta totalmente trasparente da applicare dietro l’opera, senza intaccare visivamente l’opera stessa. Questa etichetta potrà avere un pattern scelto insieme all’artista, rappresentando un’immagine binaria dell’opera stessa, rendendo l’etichetta unica e associata solo a quell’opera.

Su quel pannello abbiamo racchiuso i principali aspetti della nostra tecnologia, caratterizzando i nostri prodotti “Impronta.” In particolare, possiamo vedere la tracciabilità, quindi la possibilità di individuare l’opera dell’artista e seguire i vari trasferimenti delle opere, permettendo una tracciabilità. Abbiamo la sicurezza estrema garantita per tre aspetti: il materiale utilizzato, il pattern definito insieme all’artista (che può essere un codice binario, un QR code, una sequenza di punti o l’opera binaria dell’artista stesso), e l’unicità data dal metodo di lettura. La tecnica alla base del lettore che utilizziamo è estremamente selettiva, permettendo un’accuratezza molto elevata.

Abbiamo l’integrabilità della firma su diversi materiali e l’etichetta può essere molto piccola, anche di pochi millimetri. L’inchiostro per l’etichetta può essere trasparente, quindi invisibile all’occhio umano, rendendo questo metodo di certificazione invisibile ai più ma certificabile solo attraverso il nostro lettore.

Una domanda importante dal punto di vista tecnico: l’obsolescenza del materiale. Questo prodotto può durare anche a distanza di 100-200 anni?

Esatto, stiamo facendo dei test in laboratorio con camere climatiche ad hoc. Al momento i risultati sono promettenti e vorremmo ottenere la certificazione che garantisce la durata necessaria per questo tipo di applicazioni. Sicuramente c’è l’enorme flessibilità perché l’artista può rendere iconico il suo prodotto scegliendo il pigmento per l’inchiostro, identificandosi con un colore specifico unito al nostro nanomateriale.

Come funziona il processo? Prendo un nano-colore, spiega tu come funziona.

Noi produciamo il nanomateriale in laboratorio e lo inseriamo in una soluzione aggiungendo eventuali additivi. Questo permette all’inchiostro di essere stampato con una normale stampante digitale. Quando è pronto, può essere inserito, ad esempio, nella penna.

WUF Basel 2024 #12: POLITECNICO DI MILANO interview

E avete già collaborato con qualche artista?

Sì, stiamo collaborando. È interessante perché siamo due mondi molto diversi: da un lato noi tecnici con il nostro linguaggio scientifico, e dall’altro l’estro creativo degli artisti. Riuscire a unire l’estro creativo dell’artista con la nostra tecnicità è molto interessante e divertente. Potrebbe anche nascere qualcosa che non vediamo ora, grazie all’estro artistico.

L’idea del pigmento è venuta grazie alla collaborazione con l’artista, che ci ha suggerito di non limitarci al trasparente ma di pensare anche a un colore, rendendo la penna iconica per l’artista. Anche se poi ha la parte tecnologica avanzata con i nostri nanomateriali.

Quindi, se sono un artista e vengo da voi, cosa mi dite?

Abbiamo già un set di nanomateriali pronti da inserire nell’inchiostro. Con l’artista definiamo il pigmento, creando un inchiostro unico e irriproducibile dedicato solo a quell’artista. Si tara la formulazione in base allo strumento scelto dall’artista, che può usare penna, pennello o altri substrati.

Oltre al pigmento, l’artista può scegliere l’etichetta che identifica univocamente l’opera. Può scegliere un’etichetta adesiva o stampata direttamente sulla tela, vetro, ceramica, ecc., e decidere il pattern dell’etichetta, che può essere una sequenza di punti, un codice a barre o l’opera stessa in formato binario.

Come potrebbe rivoluzionare il mercato dell’arte questa tecnologia?

Per quanto riguarda la firma, il nostro inchiostro affianca una perizia calligrafica già esistente. Se l’inchiostro è associato solo a quell’artista, il lettore lo individua in maniera univoca e veloce. La nostra etichetta, invece, identifica in maniera univoca l’opera, fornendo una verifica puntuale e oggettiva. Rispetto ai metodi odierni, è un metodo fisico e oggettivo, con costi ridotti rispetto alle perizie attuali.

Siete stati ispirati da qualcosa in particolare?

Le idee sono nate all’interno del nostro gruppo di ricerca e grazie alle interviste con artisti e collezionisti. L’idea della penna è venuta rendendo un oggetto comune come una penna utilizzabile da tutti, iconico e unico. Questo ci ha dato molta motivazione ed entusiasmo nel crearla e parlarne.

Grazie mille per il vostro tempo e per averci spiegato questa tecnologia innovativa.

Grazie a voi.

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