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Missione polare. Al Museo Oceanografico di Monaco una mostra per scongiurare l’Apocalisse

Un viaggio in sei atti lungo i Poli, tra le loro meraviglie e le loro problematiche. Missione polare racconta attraverso varie forme artistiche e documentarie il rapporto dell’uomo con gli estremi del mondo. Al Museo Oceanografico di Monaco dal 4 giugno 2022 al 4 giugno 2024.

650 m2 di proiezioni, 12 specie da scoprire, 6 scenografie differenti, 40 video proiettori, muri di proiezione alti più di 9 metri, 250m quadri di interattività attorno a immagini d’animazione 3D. Centro della mostra la sala Immersione, la quale permette di sperimentare da vicino la bellezza e la fragilità del mondo polare. Un’ esperienza resa possibile da una replica virtuale di tali estreme regioni, del loro ambiente, della loro atmosfera, delle specie che le abitano. Un cambiamento di scenario reso possibile da tecnologie straordinarie e da un sistema di proiezione monumentale.

Il museo oceanografico di Monaco accoglie Missione polare, grande mostra immersiva e interattiva nel cuore dell’Artico e dell’Antartico. Un percorso dove è possibile contemplare l’aurora, immergersi sotto gli iceberg per incontrare foche, beluga, narvali, osservare le balene che si nutrono, scoprire i pinguini nella bufera, mamma orsa a spasso con i piccoli sulla banchisa che improvvisamente si sbriciola sotto i loro piedi.

Polar bear mother and cub, Beaufort Sea Arctic © Patrick J. Endred collection, Corbis Documentary. Via Getty Images
Polar bear mother and cub, Beaufort Sea Arctic © Patrick J. Endred collection, Corbis Documentary. Via Getty Images

I territori agli estremi del mondo fanno parte, del resto, e non da ora della tradizione monegasca, di un interesse che data già dalla fine dell’800. Il Principe Alberto I di Monaco (1848-1922), di cui si commemora quest’anno il centenario della scomparsa, fu appassionato di mare fin dall’infanzia e pioniere dell’Oceanografia. Autore di 28 campagne di ricerca tra il 1885 e il 1915, a bordo di navi i cui nomi sono entrati nella storia dei mari: l’Hirondelle I e II, la Princesse Alice I e II. Mancava allora nel piccolo Principato una struttura dove presentare i risultati delle sue Campagne, un patrimonio molto ricco sia sul piano scientifico che artistico.

Apre così nel 1899 il Museo oceanografico, vero e proprio Tempio del mare, per cui furono utilizzate le tecniche più innovative. Addossato al Rocher, lo splendido edificio che si innalza maestoso sul Mediterraneo con i suoi 85 metri di altezza, venne inaugurato il 29 marzo del 1910. Per proseguire la sua missione di conoscenza e protezione degli Oceani, diverse manifestazioni coniugano regolarmente patrimonio, arte e scienza.

I Poli sono un limite, l’orlo del mondo. Terre lontane, fanno pensare a immense distese immacolate. Regno degli orsi bianchi nelle terre artiche, a deserti ghiacciati popolati da cortei di pinguini nell’Antartide, a navigatori ed esploratori visionari sperduti nell’immensità di una natura fragile e superba, quasi astratta nella sua nuda bellezza. Terre che trasmettono la vertigine dell’infinito, l’esperienza del sublime. Motori indispensabili del buon funzionamento e dell’equilibrio climatico del pianeta, i Poli sono sempre più minacciati dall’innalzamento dei mari, dall’acidificazione, dalla polluzione, dalle tentazioni di esplorarne il sottosuolo, dalle microplastiche che mettono in pericolo la delicatissima fauna antartica.

Baleine, Cuverville Island, Antarctique © Filip Kulisev
Baleine, Cuverville Island, Antarctique © Filip Kulisev

Tante e diverse sono le minacce che la mostra al Museo oceanografico di Monaco mette in evidenza. Il ghiaccio malato e la catastrofe del clima, che leggiamo sempre più frequentemente nei rapporti sul riscaldamento globale e le cui ripercussioni si sentono e si vivono anche oltre il circolo polare artico. Uno dei principali obiettivi dell’esposizione è utilizzare la meraviglia e l’emozione per rendere i visitatori consapevoli della fragilità dei Poli e dei rischi che il loro scioglimento comporta per l’intero pianeta. Con il fine di creare un legame tra l’uomo e un ecosistema a lui generalmente inaccessibile, Missione polare vuole essere spettacolare pur avendo un senso, stupire pur sensibilizzando.

L’immersione polare è divisa in 5 zone. Si parte dalla hall, sotto la statua di Albert Ier, dove il pubblico può incontrare “virtualmente” gli esploratori che sono andati alla scoperta dei due Poli. Ogni visitatore, con il proprio biglietto, può far partire il video che racconta la loro storia e scoprire i mezzi utilizzati all’epoca per le scoperte. Nell’affascinante faccia a faccia si incontrano personaggi che appartengono al mito dell’oceanografia, pionieri come Jean-Baptiste Charcot o Matthew Henson, il primo ad aver raggiunto il Polo nord geografico. O Ada Blackjaack, un’inuit allevata dai missionari, imbarcata come cuoca in una spedizione condotta da quattro esploratori, fu la sola a sopravvivere alla tragica avventura.

Ma anche i contemporanei. L’esploratore ed etnografo Jean Malaurie, gran conoscitore dei modi di vita degli Inuit e che al Museo ha recentemente donato gran parte della sua preziosa collezione; o Jean-Louis Etienne, Frederic Paulsen. Senza dimenticare l’attuale sovrano Alberto II che, sulle orme del celebre trisavolo, ha raggiunto ambedue i Poli e riunito attorno a sé nella Fondazione a lui intitolata un’equipe di “Champions des Océans” formata da scienziati, scrittori sportivi, capitani d’impresa ed altre importanti personalità del mondo dell’arte, della cultura, dallo scienziato Claude Haigueré allo scrittore Eric Orsenna.

© Felix Pergande. Via Getty Images
© Felix Pergande. Via Getty Images

Salito lo scenografico scalone interno, eccoci nel mondo degli Inuit grazie a un’installazione che riproduce gli igloo e la loro vita nei ghiacci, le armi ed i metodi per cacciare. Nella terza tappa si può scoprire il funzionamento dei due Poli. Nello spazio 4 ci si immerge virtualmente dal Polo Nord al Polo Sud; è lo spazio più intenso e suggestivo, con un semplice tocco della mano possiamo far arrivare un’orca, l’orso emblema maestoso del grande Nord, la meraviglia di un’aurora boreale o vedere il ghiaccio malato che si sbriciola nel mare.

Nel quinto spazio viene presentato l’impegno della ricerca scientifica per salvare i due Poli attraverso l’esame della situazione del clima e le conseguenze sul riscaldamento, l’impatto sulla biodiversità e sull’uomo. “Spero che l’emozione suscitata dalla bellezza delle regioni polari, unita alla conoscenza del ruolo essenziale per la sopravvivenza del globo, condurranno l’umanità a considerarle con rispetto e precauzione, perché ormai sappiamo in modo certo che l’avvenire dei poli prefigura il nostro” – sottolinea S.A.S. il Principe Alberto II, unico sovrano oggi ad aver raggiunto i due poli. Madrina dell’esposizione l’attrice Melanie Laurent, attivamente coinvolta nella difesa ambientale. La mostra sarà visibile per 2 anni, tutti i giorni. www.oceano.org

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